Gaudium news > Un presepe napoletano nella cattedrale di Notre Dame

Un presepe napoletano nella cattedrale di Notre Dame

È un capolavoro del XVIII secolo, composto da più di 150 figure.

7 18 700x420 1

Foto: Sortiraparis.com

Redazione (27/12/2024 17:48, Gaudium Press) Nella Cattedrale di Notre Dame, da poco riaperta, c’è un presepe che attira l’attenzione di tutti per la sua bellezza, e non è francese, ma italiano, visto che il presepe è di tradizione napoletana.

Si tratta di un vero e proprio capolavoro del genere, risalente al XVIII secolo, la cui esposizione a Notre-Dame si deve ai buoni uffici del critico d’arte e collezionista Alberto Ravaglioli, scomparso lo scorso anno, che possedeva il presepe e aveva collezionato le statuine durante tutta la sua vita. All’organizzazione di questa mostra nella Cattedrale di Notre-Dame hanno collaborato il fratello di Ravaglioli, Marco, già corrispondente della RAI, l’Ambasciata d’Italia a Parigi e l’Ambasciata di Francia presso la Santa Sede.

Ravaglioli era uno studioso della nobile arte napoletana delle statuine e delle scenografie, e conosceva come nessun altro il valore di questa scenografia che ha messo insieme, con circa 160 statuine alte circa 25 centimetri, ognuna un piccolo “capolavoro”, che insieme alle scenografie – realizzate ai giorni nostri, ma nel pieno rispetto di quelle tradizioni – costituiscono una splendida armonia di insieme, luminosa e colorata. Il presepe si sviluppa su una lunghezza di 6 metri.

“Vi si evidenziano tre scene tratte dal Vangelo: la Natività, in una capanna attigua alle rovine di un tempio – allegoria della vittoria del cristianesimo sul paganesimo – l’Annunciazione ai pastori con gli angeli luminosi e la Taverna, dove il demone-ospite rifiuta l’ospitalità a Maria e Giuseppe. Intorno a questi quadri biblici, Napoli si anima con schizzi di vita quotidiana popolare dell’epoca”: così Sortiraparis.com riassume l’impatto del presepe in una sintesi.

Dopo la benedizione da parte del rettore di Notre-Dame, monsignor Olivier Ribadeau Dumas, si stima che circa due milioni di persone visiteranno il presepe, che rimarrà esposto fino all’inizio di febbraio. Alla cerimonia di benedizione, che si è svolta venerdì scorso, il vescovo Olivier ha ricordato che nelle sue recenti parole in Corsica, il Pontefice ha sottolineato che “il presepe è una manifestazione essenziale della religiosità popolare, della necessità di vivere la nostra fede con i segni”. Un presepe “permette alle persone di riflettere e riconoscersi in quei pastori che illustrano così bene la vita in ogni epoca”.

Inoltre, secondo il rettore di Notre-Dame, questo presepe napoletano “è un nuovo segno di amicizia tra Francia e Italia” e un altro segno “della cattolicità della Chiesa”, cosa su cui concorda Marco Ravaglioli, secondo cui “opere come queste sono anche straordinari biglietti da visita e strumenti di relazioni internazionali”.

Con informazioni di Avvenire

 

lascia il tuo commento

Notizie correlate