Manca pochissimo per la beatificazione di Carlo Acutis
Il prossimo 10 ottobre Carlo Acutis verrà proclamato Beato ad Assisi. La madre lo ricorda in un’intervista.
Rita Sberna (29.09.2020 12:57, Gaudium Press) La mamma di Carlo Acutis, Antonia Salzano, racconta la sua emozione a EWTN, a pochi giorni dal 10 ottobre, giornata in cui verrà beatificato suo figlio presso la città di Assisi.
Tutti i fedeli di tutto il mondo sono in trepidazione per quest’evento, la madre ne ricorda le caratteristiche principali del suo giovane figlio, morto per una leucemia fulminante.
Ecco cosa racconta la madre: “Carlo sin da piccolino ha sempre mostrato un forte interesse, cominciamo a parlare di tre anni e mezzo, quattro, per tutto ciò che la Chiesa, i santi, il Vangelo, ecco, lui per esempio mi ricordo che era piccolino passavamo di fronte alle chiese, voleva entrare per salutare Gesù crocifisso, il tabernacolo, ecco, proprio ci teneva andare lì a pregare, si fermava proprio anche parecchio, insomma, quando andavamo a fare le passeggiate, che soprattutto in primavera, i fiorellini, prendeva, coglieva questi fiorellini da portare alla Madonna… E quindi sin da piccolino ha subito mostrato personalmente, lui proprio da solo, un forte interesse per tutto ciò che… voleva che gli si leggesse la Scrittura, la vita dei Santi…”.
Un episodio di conversione
La madre di Carlo, in particolare si sofferma a raccontare un episodio: “Lui ha ottenuto tante grazie in vita. Ha ottenuto la conversione di persone, già pregando. Per esempio noi abbiamo il nostro domestico Rajes che è di casta sacerdotale bramina, era, poi ha voluto battezzarsi cattolico, diventare cattolico, proprio perché l’esempio di Carlo, così incalzante, così veritiero, lo ha proprio colpito.”
I primi miracoli di Carlo
Carlo Acutis ha già ottenuto molte grazie, i fedeli ne invocano la sua intercessione da tempo.
La mamma racconta: “I primi miracoli li ha fatti il giorno del funerale, dove c’è stata tantissima gente che ha pregato per lui, ha pregato lui, di aiutarlo, perché già aveva questa fama. La chiesa era talmente piena che molti dovettero rimanere fuori. Ecco, una signora che aveva un tumore al seno l’ha pregato, senza chemio, è andato via. Un’altra signora non poteva avere figli, di 45 anni, quasi, ha pregato Carlo ed è rimasta incinta. Questi sono i primi frutti della sua intercessione. Sicuramente, tanti si ricordano questo funerale, più che un funerale sembrava una festa, ma infatti penso che la festa era perché Carlo poi è finito in paradiso, subito”.
La mostra dei miracoli eucaristici
La mostra dei miracoli eucaristici è un’idea del giovane Carlo Acutis, che quando era ancora sulla terra aveva aperto anche un sito (tutt’oggi funzionale) http://www.miracolieucaristici.org
Lì è possibile vedere i miracoli eucaristici avvenuti in varie parti del mondo.
La madre spiega come è nata l’idea: “Lui ha fatto questa ricerca iconografica, che ci ha anche coinvolto, abbiamo dovuto fare dei viaggi per fare le foto, perché tenga presente che quando lui ha iniziato questa mostra, non c’era ancora internet così diffuso, quindi non è che si trovava tutto questa documentazione e abbiamo dovuto fare viaggi, all’estero, soprattutto in Europa, per prendere foto, per prendere documentazione, anche meno male che Carlo pure parlava più lingue, perché parlava l’inglese, il francese, quindi ha potuto documentarsi anche con una bibliografia anche estera e praticamente cita tutti i miracoli eucaristici riconosciuti dalla Chiesa nel corso dei secoli e praticamente coadiuvata questa ricerca iconografica, che lui reputava molto importante, perché la gente ha bisogno di vedere segni, vedere le foto, vedere i dipinti. E questa mostra è andata in tutti i continenti, in tutti e cinque continenti. E’ andata addirittura in Russia, è andata negli Stati Uniti e in Brasile, nei paesi dell’America Latina, l’Australia e i paesi asiatici per esempio Filippine, Vietnam, Corea, Sri Lanka, India, Africa, Egitto, paesi del medio oriente, poi parliamo dell’Europa. Ecco, è una mostra che ha coinvolto tante persone, un po’ come un franchising, perché ovviamente tanti cattolici di buona volontà si sono poi, diciamo fatti propri di questa missione e ci hanno aiutato a diffonderla. Negli Stati Uniti è andata in migliaia di parrocchie”.
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