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L’enorme potenza del Santissimo Nome di Gesù

 “Il suo nome è: Consigliere saggio, Dio potente, Padre eterno, Principe della pace”, dice il profeta Isaia.

Nombre de Jesus

Redazione (03/01/2025 16:57, Gaudium Press) “Il suo nome è: Consigliere saggio, Dio potente, Padre eterno, Principe della pace”, dice il profeta Isaia (Is 9,5). Oggi la Chiesa commemora la festa del Santissimo Nome di Gesù.

Quanto straordinario, ricco e simbolico è questo nome, che secondo il profeta Isaia significa “Dio con noi”! Che meraviglia deve aver provato la Vergine – che meditava ogni cosa nel suo cuore – quando l’arcangelo Gabriele le disse all’Annunciazione: “E lo chiamerai Gesù” (Lc 1,31).

Una ricca fonte di ispirazione

Queste parole, rimaste indelebilmente impresse nel Cuore Immacolato di Maria, giungono alle orecchie dei fedeli di tutti i tempi, in tutto il mondo, nutrendo i buoni sentimenti di ogni battezzato. Nel corso dei secoli, diverse anime monastiche e contemplative ne hanno tratto ispirazione, al punto che innumerevoli composizioni di canto gregoriano sono basate sul dolce nome del Figlio di Dio.

Esiste una relazione misteriosa e insondabile tra il nome di Gesù e il Verbo incarnato, perché è impossibile concepire un nome più appropriato.

È il più dolce e santo dei nomi; è un simbolo sacro del Figlio di Dio, efficacissimo per attirare su di noi le grazie e i favori celesti. Il Signore stesso ha promesso: “Qualunque cosa chiederete al Padre nel mio nome, egli ve la darà” (Gv 15,16). Quale magnifico invito a ripeterlo incessantemente e con sconfinata fiducia!

Invocate questo nome potentissimo!

La Santa Chiesa, madre premurosa e sollecita, concede indulgenze a chi lo invoca con riverenza; mette persino a disposizione dei suoi figli le Litanie del Santissimo Nome di Gesù, per incoraggiarli a pregarlo spesso.

Nel XIII secolo, Papa Gregorio X esortò i vescovi del mondo e i loro sacerdoti a pronunciare più volte il nome di Gesù e a incoraggiare il popolo cristiano a riporre tutta la fiducia in questo nome onnipotente, come rimedio contro i mali che minacciavano la società del tempo. Il Papa affidò in particolare ai domenicani il compito di predicare le meraviglie del Santo Nome, opera che essi portarono avanti con zelo, ottenendo grandi successi e vittorie per la Santa Chiesa.

Il Nome efficace nelle epidemie

Un potente esempio dell’efficacia del Santo Nome di Gesù si ebbe in occasione della devastante epidemia che colpì Lisbona (Portogallo) nel 1432. Tutti coloro che potevano fuggirono dalla città, in preda al terrore, portando in tal modo la malattia in ogni angolo del Paese. Migliaia di persone morirono. Tra gli eroici membri del clero che assistettero i moribondi c’era un venerabile vescovo domenicano, Mons. Andres Diaz, che incoraggiò la popolazione a invocare il Santo Nome di Gesù.

Egli percorse instancabilmente il Paese, esortando tutti, anche coloro che erano stati risparmiati dalla terribile malattia, a ripetere: “Gesù, Gesù”. “Scrivete questo nome su cartelli e teneteli sul vostro corpo; di notte metteteli sotto il vostro cuscino; appendeteli alle vostre porte; ma soprattutto invocate continuamente, con le vostre labbra e nei vostri cuori, questo nome potentissimo”.

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Meraviglia! In un tempo incredibilmente breve il Paese fu completamente liberato dall’epidemia e il popolo continuò a confidare con gratitudine e amore nel Santo Nome del nostro Salvatore. Questa fiducia si diffuse dal Portogallo alla Spagna, alla Francia e al resto del mondo.

Un tributo gradito a Dio

Il fervente San Paolo è l’apostolo per eccellenza del Santo Nome di Gesù. Egli afferma che è “il nome che sta al di sopra di ogni nome” e ne esalta la potenza con queste parole: “Perché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi, in cielo, in terra e negli inferi” (Fil 2,10).

San Bernardo era colmo di gioia e consolazione ineffabile quando ripeteva il nome di Gesù; sentiva come miele nella bocca e una pace deliziosa nel cuore. San Francesco di Sales non ha esitato ad affermare che chi ha l’abitudine di ripetere frequentemente il nome di Gesù può essere sicuro di ottenere la grazia di una morte santa e felice. Un altro immenso favore!

Ma questo grande dono non richiede forse un tributo?

Sì, oltre a tanta fiducia e gratitudine, il desiderio sincero di vivere in piena armonia con le infinite bellezze contenute nel Santissimo Nome di Gesù, nonché – a imitazione del venerabile vescovo portoghese Andres Diaz – l’impegno a diffonderlo ai quattro venti. Degna di ogni lode è la madre cattolica che insegna ai propri figli a pronunciare i dolci nomi di Gesù e Maria ancor prima di dire padre e madre, nonché a condurre la propria vita in accordo con quella di questi due modelli divini.

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Annunciare il Vangelo è annunciare il nome di Gesù.

Come potrebbe la Santa Chiesa non pregare, predicare, battezzare e guarire nel nome di Gesù?

Fin dai primi tempi del cristianesimo si diceva che predicare il Vangelo è proclamare quel nome, glorioso tra tutti, per la cui potenza divina si compiono miracoli: “E questi segni seguiranno quelli che credono: nel mio nome cacceranno i demoni, parleranno con lingue nuove, […] imporranno le mani ai malati e saranno guariti” (Mc 16,17-18).

Il nome del Redentore non poteva non occupare un posto di rilievo nella vita della Chiesa, poiché egli stesso ha detto: “Qualunque cosa chiederete nel mio nome, ve la darò” (Gv 14,13). Nell’atto del Battesimo, con il quale nasce il cristiano, l’anima viene lavata, santificata e giustificata “nel nome di Gesù Cristo, il Signore, e nello Spirito del nostro Dio” (1 Cor 6,11).

Tutto questo ha una preziosa applicazione per la nostra vita di cattolici: l’invocazione del santissimo nome di Gesù è una fonte inesauribile di grazie per la santificazione personale e per le opere di evangelizzazione.

(Tratto, con adattamenti, da Araldi del Vangelo Magazine, gennaio/2005, n. 37, pp. 22-25)

 

 

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