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L’Epifania del Signore

Confidando nel segno della stella, i Magi furono condotti a vedere colui che il Cielo non poteva contenere.

564px Bartolome Esteban Murillo Adoration of the Magi Google Art Project

Foto: Wikipedia

Redazione (06/01/2025 15:52, Gaudium Press)  Dio ricompensa sempre coloro che sono fedeli alla sua grazia. È commovente la fiducia piena di coraggio dei Magi, davanti a Erode, e non c’è dubbio che essi siano stati sostenuti da un movimento speciale dello Spirito Santo.

“Udite le parole del re, si misero in cammino. Ed ecco che la stella che avevano visto in oriente li precedeva fino a giungere al luogo dove si trovava il Bambino e lì si fermò. L’apparizione di quella stella li riempì di profonda gioia. (Mt 2,9-10)

La stella riappare

Partirono di notte o di giorno? Ci volevano due ore per andare da Gerusalemme a Betlemme lungo un percorso ben conosciuto. Tuttavia, alcuni autori sostengono che il viaggio sia avvenuto di giorno. Ma come si spiega la ricomparsa della stella? Alcuni sostengono che le ombre della notte non erano necessarie perché si trattava di un corpo luminoso nelle regioni atmosferiche più vicine ai Magi. Altri interpretano questo passo nel senso che la stella fosse riapparsa solo all’ingresso di Betlemme, poiché non c’era modo di sbagliare.

Leggendo con devozione questi versetti, si può per un attimo condividere la gioia dei primi pellegrini verso i Luoghi Santi.

La scomparsa della stella aveva messo alla prova la loro fiducia; ora il premio è la consolazione. Anche qui sorge una domanda. Perché la stella era stata nascosta quando erano arrivati a Gerusalemme ed era riapparsa solo a Betlemme? Forse che in quel momento Gerusalemme non era degna di un segno così evidente e pubblico? Oppure, al contrario, nascondendosi, ha permesso ai Magi di rimanere più a lungo in città, rendendo così più evidente l’autenticità dell’evento a tutti i suoi abitanti?

Lo adorarono, ispirati dallo Spirito Santo

“Entrati nella casa, trovarono il Bambino con Maria sua madre. Si prostrarono davanti a lui e lo adorarono. Poi aprirono i loro tesori e gli diedero in dono oro, incenso e mirra”. (Mt 2,11)

La descrizione di Matteo è commovente: “Trovarono il Bambino con Maria sua madre”. Parole profetiche, ispirate dallo Spirito Santo, per far capire ai secoli a venire che non si può trovare Gesù senza Maria, e ancor meno Maria senza Gesù. La storia dimostra – e lo farà ancora – come la devozione alla Madre porti all’adorazione del Figlio, e viceversa.

Ci colpisce il riferimento di Matteo al luogo in cui si trovava il Bambino: una casa, non una grotta. Alcuni autori antichi – tra cui San Giustino – pensavano che “casa” fosse un eufemismo per “grotta”. San Girolamo, invece, cita più volte la Grotta e non parla mai del ricordo o della presenza dei Magi in essa. Non è affatto improbabile che la parola “casa” abbia il suo vero significato in Matteo. Dato che questa scena si svolge a distanza di un anno e mezzo dalla nascita di Cristo, non è credibile che la Sacra Famiglia soggiornasse ancora in tale Grotta; sembra naturale che abitasse una casa modesta. Inoltre, il versetto 22 suggerisce che si fosse stabilita a Betlemme”[1].

Questa adorazione dei Magi dimostra ancora una volta la realtà dell’azione dello Spirito Santo nelle loro anime, come afferma San Tommaso d’Aquino:

“I Magi sono ‘’la primizia dei pagani‘’ che credono in Cristo. In loro appariva, in una sorta di presagio, la fede e la devozione dei pagani che venivano a Cristo da luoghi remoti. Pertanto, poiché la fede e la devozione dei pagani erano prive di errori, per ispirazione dello Spirito Santo, si deve anche credere che i Magi, ispirati dallo Spirito Santo, si siano comportati saggiamente nel rendere omaggio a Cristo”[2].

Quanto ai doni, con questo gesto essi realizzano la profezia di Isaia: “Verranno tutti da Saba, portando oro e incenso e proclamando le lodi del Signore. Tutto il bestiame più piccolo di Cedar sarà riunito a te, i montoni di Nabaiot saranno a tua disposizione; li porteranno sul mio altare per la mia gioia e per l’onore del mio tempio glorioso” (Is 60,6-7).

“Riconoscendolo come re, offrirono le eccellenti e preziose primizie del tempio: l’oro che conservavano; comprendendo poi che egli era di natura divina e celeste, offrirono incenso profumato, forma di vera preghiera, offerto come soave odore dello Spirito Santo; e riconoscendo che la sua natura umana avrebbe ricevuto una sepoltura temporale, offrirono mirra” (Is 60,6-7).

Tornarono per un’altra strada

“Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, tornarono nella loro terra per un’altra strada”. (Mt 2,12)

Dio non manca mai di proteggere coloro che lo servono con amore e fedeltà. Se i Magi fossero tornati da Erode, avrebbero potuto precedere gli Innocenti nella loro morte.

Dio ci fa tornare tutti in patria “per un’altra strada”, come ci insegna San Gregorio Magno. Purtroppo, abbiamo lasciato il Paradiso Terrestre a causa del peccato di orgoglio dei nostri primi genitori; ancor più, lo abbiamo lasciato a causa del nostro attaccamento alle cose di questo mondo e a causa dei nostri stessi peccati. Dio, come Padre buono, ci offre il Paradiso Eterno, ma per entrarvi il cammino è l’opposto di quello dell’orgoglio e della sensualità, cioè il distacco, l’obbedienza, la rinuncia alle passioni. Egli ci offre una via facile e sicura: Ad Jesum per Mariam! – A Gesù, attraverso Maria!

Estratto, con modifiche, da CLÁ DIAS, João Scognamiglio. I Vangeli inediti: commenti ai Vangeli della domenica. Città del Vaticano-São Paulo: LEV-Istituto Lumen Sapientiæ, 2012, v. 5, p. 157-161.

[1] TUYA, Manuel de. Biblia Comentada. Evangelios. Madrid: BAC, 1964, v. V, p. 39.

[2] TOMÁS DE AQUINO. Summa Theologica. III, q. 36, a. 8.

 

 

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