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Aborto, eutanasia, false fosse comuni: se c’è qualcuno che non rimpiangerà l’addio di Trudeau, è la Chiesa

 Il primo ministro canadese ha annunciato il giorno dell’Epifania, che dopo quasi un decennio al potere, si dimetterà dall’ incarico di primo ministro, nel quale rimarrà fino a quando il Partito Liberale non eleggerà un nuovo leader.

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Redazione (08/01/2025 15:38, Gaudium Press) Sicuramente la Chiesa in Canada tirerà un sospiro di sollievo dopo il ritiro di Justin Trudeau dal governo canadese. Trudeau ha annunciato il giorno dell’Epifania, che dopo quasi un decennio al potere, si dimetterà da Primo Ministro, ma vi rimarrà fino a quando il suo Partito Liberale non eleggerà un nuovo leader; ma questo prima della revoca del Parlamento, che avverrà il 24 marzo.

In realtà, come sottolinea BBC News, al ministro è stato spesso chiesto quando si sarebbe dimesso, non dai suoi avversari, ma da persone del suo stesso partito. Lui stesso, nella conversazione con i giornalisti, ha detto che “se devo combattere battaglie interne, non posso essere la scelta migliore in queste prossime elezioni”. L’aumento del costo della vita, l’inflazione, le molte promesse non mantenute, l’insoddisfazione per la sua politica di apertura all’immigrazione, altri scandali personali, sono alcuni dei fattori indicati dagli analisti per spiegare il significativo calo di popolarità di Trudeau e del suo partito, che ha finito per inasprire l’atmosfera all’interno del suo stesso schieramento perché è il partito stesso a vedere compromesso il proprio futuro.

Ma se c’è qualcuno che può dire che non piangerà per l’addio del Primo Ministro, è la Chiesa in Canada.

“Durante i suoi nove anni di mandato come primo ministro canadese, Justin Trudeau ha sostenuto cause che contraddicono in modo diretto gli insegnamenti cattolici fondamentali sulla vita umana e ha intrapreso altre azioni che hanno danneggiato la Chiesa locale”, afferma senza mezzi termini l’editorialista del National Catholic Register.

In effetti, in materia di vita e famiglia, molti dicono che il Canada è un portabandiera, ma in quella che Giovanni Paolo II chiamava la cultura della morte, in particolare per quanto riguarda la legislazione sull’eutanasia, il suicidio assistito e la promozione dell’aborto. Ma la Chiesa è stata anche ferita, e non poco, su una questione ormai storica, quella delle inesistenti “fosse comuni” dove centinaia di bambini indigeni sarebbero stati sepolti clandestinamente nei terreni delle scuole residenziali cattoliche. Tutto questo, peraltro, una perfetta bufala, ma una falsità dalle conseguenze terroristiche, se si pensa alle decine di chiese bruciate in tutto il Paese, come conseguenza dell’odio scatenato dalle “sinistre” fosse comuni.

Eutanasia e suicidio assistito

“La sofferenza e la morte sono davvero terrificanti e l’istinto di ripiegamento di fronte al dolore è universale. Ma l’eutanasia e il suicidio assistito non sono la risposta”, ha scritto l’arcivescovo di Winnipeg Richard Gagnon in una lettera del 2020 a Trudeau, mentre il governo spingeva per allargare ulteriormente il suicidio medicalmente assistito. “A questo punto della storia del Canada, dovremmo chiederci, con integrità e onestà, che tipo di cultura stiamo lasciando alle generazioni future”, ha detto il prelato.

Nel 2016 il Parlamento canadese, con il pieno sostegno di Trudeau, ha approvato la legge sull’assistenza medica al morire (MAID), a seguito di una sentenza della Corte suprema del Paese che dichiarava incostituzionali le leggi che vietavano il suicidio assistito. E mentre Trudeau si vantava di aver ottenuto una legge responsabile ed equilibrata, la verità è stata che in realtà ha promosso la pratica del suicidio assistito, che dal 2016 al 2022 è salito alle stelle, aumentando in media del 31% ogni anno. La “protezione dei canadesi vulnerabili” di cui il Primo Ministro si vantava con la legge, si è trasformata in un’accelerazione della fine della vita, per molte di queste persone fragili.

Nel frattempo, la legge non si è fermata al MAID del 2016, ma è stata estesa nel 2021 per includere le persone con malattie incurabili, anche se non terminali. Nel 2023, il suicidio medicalmente assistito rappresentava già un decesso su 20 in Canada. E continuano gli sforzi per estendere la legge alle persone con malattie mentali: un programma che ricorda i tentativi falliti ma cruenti di “pulizia razziale” del passato. Questo cammino ha avuto ripercussioni anche sul prestigio di Trudeau, tanto che il leader dei conservatori Pierre Poilievre, che si oppone a quest’ultimo tentativo di estendere la legge sul suicidio assistito, afferma che “per i molti che soffrono di depressione e stanno perdendo la speranza”, la cosa da fare è “trasformare il loro dolore in speranza”.

L’aborto

Anche per quanto riguarda l’aborto, il governo Trudeau è stato un paladino, un paladino nell’ ombra, anche se non ha il merito esclusivo, dato che l’aborto sembra godere di un ampio sostegno pubblico.

Nel corso del suo mandato, il primo ministro canadese ha attaccato i centri per le nascite per aver offerto quella che ha definito “consulenza disonesta”. A novembre ha presentato una legge che modificherebbe la normativa fiscale canadese per costringere i centri per le nascite a dichiarare se offrono servizi di aborto o di controllo delle nascite, pena la perdita dello status di ente di beneficenza esente da imposte.

Anche Trudeau ha fatto sentire la sua voce a favore dell’aborto oltre i confini nazionali quando, in occasione del Global Citizens Summit 2023 a New York, ha deplorato gli sforzi a favore della vita sulla scia di Roe v. Wade, che nel ’73 aveva aperto la porta all’aborto negli Stati Uniti. “Le donne devono ancora difendere diritti fondamentali che avrebbero dovuto essere riconosciuti già da tempo”.

Già dall’inizio del suo regno, i vescovi cattolici rimproveravano il primo ministro per la sua promozione “imperialista” dell’aborto oltre confine. Il vescovo Douglas Crosby, allora presidente di quell’episcopato, scrisse una lettera a Trudeau nel marzo del 2017, dicendogli che “tale politica è un esempio riprovevole di imperialismo culturale occidentale e un tentativo di imporre ad altre nazioni e popoli i cosiddetti ‘valori’ canadesi”. “Questo sfrutta le donne quando hanno più bisogno di cure e sostegno”, diceva, “e sovverte tragicamente la vera assistenza sanitaria prenatale”.

Le “fosse comuni inesistenti”

Nel 2021, la Prima Nazione Indigena della Columbia Britannica meridionale annunciò che più di 200 tombe anonime di bambini indigeni, erano state scoperte in un ex collegio cattolico, suscitando una raffica di notizie da parte dei media su diverse “fosse comuni” di bambini che erano stati sepolti di nascosto vicino a queste scuole, che avevano operato per più di un secolo in Canada. Sono passati diversi anni e non è stata trovata una sola prova che confermasse l’esistenza di queste “tombe”.

Ma la serietà dell’indagine non ha convinto particolarmente il governo del primo ministro Trudeau, che invece ha puntato il dito con critiche alla Chiesa.

Oltre a ordinare che le bandiere sventolassero a mezz’asta in tutto il Paese, il primo ministro aveva chiesto “come cattolico” che Papa Francesco venisse in Canada per chiedere scusa agli “indigeni canadesi sul suolo indigeno” per quanto accaduto nei collegi del Paese. Trudeau, già in vena di teatrini, aveva fatto una visita molto pubblicizzata a un cimitero indigeno, durante la quale era stato fotografato inginocchiato impotente su una tomba con un orsacchiotto in mano.

Chi semina vento, raccoglie uragani: i crimini d’odio anticattolici in Canada sono aumentati di oltre il 260% nel 2021. Più di 120 chiese cattoliche sono state vandalizzate, incendiate o rase al suolo da quando è scoppiata la diatriba. Per Trudeau, queste azioni, pur essendo “inaccettabili”, sono anche “totalmente comprensibili”. Che figlio della Chiesa!

È ora, data la totale mancanza di prove, che il governo Trudeau, guidato dal suo ministro uscente, chieda scusa alla Chiesa, cosa che finora non è avvenuta. C’è ancora tempo, poco, ma c’è tempo. In ogni caso, le speranze non sono molte.

L’attuale Canada è stato in gran parte “fatto” dalla Chiesa. Dopo l’incendio di decine di chiese, molte persone si sono sentite bruciare la casa della propria madre. È giunto il momento di riconciliarsi con essa.

 

 

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