Il luminare della Santa Chiesa: San Tommaso d’Aquino
La sua incomparabile opera teologica – la cui massima espressione è senza dubbio la Summa Theologica – basata su una filosofia “purificata” da lui stesso, ha dato un contributo molto importante, per non dire indispensabile, alla Santa Chiesa.
San Tommaso d’Aquino – Chiesa del Santissimo Sacramento, Quebec (Canada) Foto: Gustavo kralj
Redazione (28/01/2025 14:39, Gaudium Press) Per il Dottore Angelico, la filosofia era di grande utilità per la teologia, poiché gli permetteva di dimostrare alcuni presupposti della fede accessibili alla ragione naturale, come l’esistenza e l’unicità di Dio, così come di illustrare alcune verità di fede attraverso opportune similitudini e di confutare razionalmente gli argomenti che vi si opponevano. Si rese conto che l’aristotelismo, purificato dalle interpretazioni erronee degli arabi, poteva fornire alla Teologia basi molto più solide di quelle dell’agostinismo platonico.
Formatosi negli studi con Sant’Alberto Magno a Parigi e a Colonia, San Tommaso andò oltre l’impresa del suo maestro e utilizzò l’aristotelismo per sintetizzare la filosofia antica e il dogma cristiano. Nacque così una delle più grandi opere filosofiche e teologiche che i secoli abbiano mai visto.
Il dialogo amichevole tra fede e ragione, in cui l’una aiuta l’altra, divenne uno dei tratti distintivi del pensiero dell’Aquinate. Inoltre, tra i suoi scritti più noti c’è, ad esempio, la Summa contra gentiles, in cui dimostra razionalmente, per chi non ha fede, le ragioni del credere.
Ma l’opera di San Tommaso non si limitò alla sua magistrale sintesi di fede e ragione. La sua incomparabile opera teologica – la cui massima espressione è senza dubbio la Summa Theologica – basata su una filosofia “purificata” da lui stesso, ha dato un contributo importantissimo, per non dire indispensabile, alla Santa Chiesa.
Luminare della Santa Chiesa
Nel considerare un uomo di tale statura e la sua influenza sulla storia della Chiesa, corriamo il rischio di discostarci molto dalla realtà… Infatti, le possibilità di analizzare superficialmente un personaggio sono proporzionali alla grandezza della figura in esame.
Basta guardare il modo in cui la vita e l’opera dell’Aquinate sono state considerate dai Pontefici che si sono succeduti, per rendersi conto che non siamo di fronte a un uomo qualsiasi.
“Egli [solo]”, ci assicura Giovanni XXII, ‘ha illuminato la Chiesa più di tutti gli altri Dottori; in un anno si trae più beneficio dalla lettura dei suoi scritti che dallo studio della dottrina degli altri, durante tutta la vita’. Innocenzo IV, da parte sua, arriverà a dire della dottrina del Dottore Angelico: “Chi la segue non sarà mai visto allontanarsi dalla via della verità, e chi la contesta sarà sempre sospettato di errore”.
Con Leone XIII e la sua enciclica Æterni Patris, l’Aquinate riceverà il massimo elogio. Il documento presenta le ragioni per cui l’insegnamento tomista è in stretta armonia con il Magistero della Chiesa e dovrebbe essere adottato come guida ufficiale per gli studi filosofici e teologici. Per questo motivo, San Tommaso è stato dichiarato patrono delle scuole e delle università cattoliche.
Per questo Pontefice, gli insegnamenti del Dottore Angelico non sono assolutamente limitati alla famiglia domenicana: “È un fatto costante che quasi tutti i fondatori e legislatori degli Ordini religiosi ordinarono ai loro compagni di studiare le dottrine di San Tommaso e di aderirvi religiosamente, disponendo che a nessuno fosse permesso di separarsi impunemente, per quanto poco, dalle orme di un così grande maestro”. Leone XIII si spinse oltre e trovò nell’insegnamento di San Tommaso la soluzione ai mali della società civile e familiare, che “vivrebbe certamente più serena e più sicura se nelle accademie e nelle scuole si insegnasse una dottrina più solida e più conforme all’insegnamento del Magistero della Chiesa, quale è contenuto nelle opere di Tommaso d’Aquino”.
Anche i papi del XX secolo si sono prodigati nell’elogiare la saggezza dell’Aquinate. Per Paolo VI, San Tommaso “possedeva, in sommo grado, il coraggio della verità, la libertà di spirito nell’affrontare nuovi problemi, l’onestà intellettuale di chi non ammette la contaminazione del cristianesimo da parte della filosofia profana, ma non ne propugna neppure il rifiuto aprioristico”. Per questo motivo, il Dottore Angelico ha saputo conciliare la secolarità del mondo con la radicalità del Vangelo di Nostro Signore Gesù Cristo, “evitando così l’innaturale tendenza a negare il mondo e i suoi valori, senza per questo venir meno alle supreme e incrollabili esigenze dell’ordine soprannaturale”.
Giovanni Paolo II, da parte sua, ha sottolineato l’attualità del pensiero tomistico nell’enciclica Fides et Ratio del 14 settembre 1998, ricordando che l’Aquinate “è sempre stato proposto dalla Chiesa come maestro di pensiero e modello del modo giusto di fare teologia”. In questo documento, il Papa polacco dà al santo il bel titolo di “Apostolo della Verità”.
Oltre ai singoli Pontefici, anche diversi concili ecumenici presero la sua dottrina come altamente sicura, un vero baluardo dell’ortodossia: “Nei concili di Lione, Vienna, Firenze e Vaticano [I], si può dire che San Tommaso sia intervenuto nelle deliberazioni e nei decreti dei padri, e ne sia stato quasi il presidente”. Al Concilio di Trento, accanto ai libri che presiedevano le celebrazioni sull’altare – le Sacre Scritture e i decreti dei Sommi Pontefici – c’era la famosa Summa Theologica del Santo. Quale migliore testimonianza di approvazione potrebbe essere data al suo magnum opus? Più recentemente, il Concilio Vaticano II ha raccomandato con forza il pensiero tomista in due documenti: Optatam totius e Gravissimum educationis. E Benedetto XVI ha sottolineato l’importanza data dalla Chiesa al Dottore Angelico, citandolo sessantuno volte nel suo catechismo.
Infine, vale la pena ricordare che la dottrina teologica di San Tommaso d’Aquino è diventata “legge della Chiesa” quando il nuovo Codice di Diritto Canonico ha mostrato una preferenza categorica per gli insegnamenti di questo dottore nella formazione dei chierici.
Per chi cerca la verità
Una delle note caratteristiche e addirittura essenziali nello sviluppo del pensiero di San Tommaso è la sua convinzione sull’unicità della verità: Dio è la Verità assoluta e tutte le altre verità che esistono sparse nell’universo derivano da questa prima ed essenziale.
Dalla morte del Dottore Angelico sono passati molti secoli, durante i quali il mondo è cambiato. Nella società odierna, dove regna il relativismo, diventa sempre più frequente la famosa domanda di Ponzio Pilato: “Che cos’è la verità?” (Gv 18,38). Piuttosto che ignorarla, ci si è rifiutati di cercarla dove si trova veramente.
Quante nuove filosofie sono sorte come “pietre d’inciampo”! Quanti modi di vivere si sono allontanati dal Vangelo! Quanti pensatori che, in nome di un presuntuoso e falso progresso della ragione, hanno distorto l’unica e immutabile verità! Consentendo alla confusione delle menti di penetrare anche nei sacri recinti, quanti maestri colpevoli hanno deturpato e continuano a deturpare l’immacolata dottrina della Chiesa, turbando e scandalizzando i più piccoli!
Ora, di fronte a tanto riconoscimento dato dalla Mistica Sposa di Cristo alla dottrina che San Tommaso le ha lasciato in eredità, al punto da considerarla un riferimento sicuro in materia teologica e da proporre, più di una volta, che venga insegnata con tutto il rigore, sorge una domanda: coloro che cercano di combattere e sminuire l’autentico insegnamento tomista non stanno forse combattendo contro la dottrina stessa e, inoltre, contro la stessa “mentalità” della Chiesa?
Siamo a sette secoli dalla canonizzazione di uno dei più grandi luminari del cristianesimo e non abbiamo mai avuto tanto bisogno dei suoi insegnamenti!
Se siamo coloro che vogliono davvero che la verità regni, la verità cattolica, l’unica e immutabile verità, perché non ricorriamo all’insegnamento e alla preziosa intercessione di San Tommaso? Per tutti gli autentici amici della saggezza, quelli che vivono della verità e per la verità, questo grande santo è stato e sarà sempre un incomparabile punto di riferimento.
Testo tratto, con adattamenti, dalla rivista Araldi del Vangelo n. 259, luglio 2023. Di Eduardo José Ribeiro Matos.
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