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Papa al Summit sui diritti dell’infanzia: “Non è accettabile che i bambini vengano sacrificati agli idoli del potere”

 Il Vertice mondiale sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza ha visto la partecipazione, tra le altre personalità, della regina Rania di Giordania.

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Redazione (04/02/2025 17:41, Gaudium Press) Nella Sala Clementina del Palazzo Apostolico Vaticano, Papa Francesco ha aperto lunedì il Vertice Mondiale sui Diritti dell’Infanzia, con la partecipazione, tra le altre personalità, della Regina Rania di Giordania.

Circa 40 relatori di alto livello, tra cui politici, premi Nobel, esponenti del mondo della cultura, dell’economia, della Chiesa e rappresentanti dell’ebraismo e dell’islam, si sono alternati al tavolo ovale allestito nella Sala Clementina per questo Vertice, un evento organizzato dal Pontificio Comitato per la Giornata Mondiale del Bambino, suddiviso in due sessioni e sette gruppi tematici.

Il Pontefice ha tenuto un discorso dal titolo “Amiamoli e proteggiamoli”, in cui ha parlato dei bambini che il mondo, con le sue brutture e la sua violenza, ha ferito, perché le cifre che parlano della condizione dei bambini di oggi sono terrificanti e perché non si può smettere di guardare negli occhi i più fragili, e non ascoltare i loro silenzi, le loro grida e i loro pianti perché sono parole, sono pietre che fanno male.

“Non è accettabile quello che purtroppo abbiamo visto quasi quotidianamente negli ultimi tempi, ovvero bambini che muoiono sotto le bombe, sacrificati agli idoli del potere, dell’ideologia e degli interessi nazionalistici. La vita di un bambino, in realtà, non vale nulla. Uccidere i piccoli significa negare il futuro”.

Nel suo discorso, Francesco ha rivolto lo sguardo alle “periferie difficili, dove i piccoli sono spesso vittime di debolezze e problemi che non possiamo sottovalutare”. Periferie segnate “dalla povertà, dalla guerra, dalla mancanza di scolarizzazione, dall’ingiustizia e dallo sfruttamento. Non si tratta solo delle periferie polverose di una favela o di una baraccopoli, ma anche delle periferie dei Paesi ricchi, il cui mondo non è immune da ingiustizie.

“Le scuole e i servizi sanitari hanno a che fare con bambini che hanno già vissuto tante difficoltà, con giovani ansiosi o depressi, con adolescenti che prendono la strada dell’aggressività o dell’autolesionismo. Inoltre, secondo la cultura dell’efficienza, l’infanzia stessa, come la vecchiaia, è una ‘periferia’ dell’esistenza”.

Uccidere il futuro

Triste e preoccupante è il modo in cui i giovani, “che sono segni di speranza nella società”, guardano al domani, sopraffatti dalla mancanza di lavoro e di opportunità che annientano i sogni. Ma anche “uccidere i piccoli significa negare il futuro” e spesso i giovani sotto l’effetto di droghe, ostaggio di bande criminali, sono costretti a farlo. Attenzione, ha detto il Papa, all’individualismo esagerato dei Paesi sviluppati, che è veleno per i piccoli.” A volte – ha aggiunto Francesco – sono maltrattati o addirittura repressi da coloro che dovrebbero proteggerli e prendersene cura; sono vittime di litigi, di angosce sociali o mentali e delle dipendenze dei loro genitori’.

L’infanzia negata è un urlo silenzioso

Il Papa ha fatto riferimento anche ai bambini che muoiono in mare, nel deserto, nelle traversate, “nelle tante rotte dei disperati viaggi della speranza”. Alcuni muoiono per mancanza di cure o a causa di vari tipi di sfruttamento. Ingiustizie che, per le organizzazioni internazionali, fanno parte della “crisi morale globale”.

“Sono situazioni diverse, ma ci poniamo la stessa domanda: come è possibile che la vita di un bambino possa finire in questo modo? No. Non è accettabile e dobbiamo evitare di abituarci. L’infanzia negata è un grido silenzioso che denuncia l’ingiustizia del sistema economico, la criminalità delle guerre, la mancanza di cure mediche e di istruzione”.

Eventi come questo Summit sono per Francesco un modo per non cedere all’assuefazione a queste tragedie e uno stimolo a recuperare “ciò che c’è di più nobile nel cuore umano: la pietà, la misericordia”. Una preoccupazione, ha aggiunto, che ha spesso condiviso con i rappresentanti di altre comunità religiose.

Le cifre

Con le cifre alla mano, il Papa ha fotografato il dramma dell’infanzia negata, parlando di 40 milioni di bambini sfollati a causa dei conflitti, di circa 100 milioni di senzatetto, di 170 milioni di bambini “vittime del lavoro forzato, della tratta, di abusi e sfruttamenti di ogni genere, compresi i matrimoni forzati”. C’è il fenomeno crescente dei minori non accompagnati.

Sguardi e silenzi che parlano

Ascoltare anche chi non ha diritto di parola, come i bambini vittime dell’aborto, “una pratica assassina che taglia la fonte di speranza per l’intera società”.

“È importante ascoltare: dobbiamo renderci conto che i bambini piccoli osservano, comprendono e ricordano. E con i loro sguardi e i loro silenzi ci parlano: ascoltiamoli!”.

Con informazioni di Vatican News.

 

 

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