Lo ‘zar’ cattolico americano risponde al Papa: anche il Vaticano ha un muro
Tom Homan ha commentato su Newxmax la Lettera di Francesco sulle questioni migratorie.
Foto: Screenshot X
Redazione (13/02/2025 11:48, Gaudium Press) Non poco scalpore ha suscitato la lettera del Papa ai vescovi americani, datata 10 febbraio, sulla politica migratoria dell’amministrazione Trump. Ma ora, per bocca del responsabile delle politiche di confine, la nuova amministrazione ha risposto al Papa in modo deciso.
Forse la storia è iniziata con le dichiarazioni del nuovo vicepresidente, cattolico, J.D. Vance, che stava già replicando ad alcune critiche dei vescovi americani.
Il vicepresidente, in un’intervista a Fox News, aveva dichiarato – in quanto cattolico – che il desiderio del nuovo presidente americano era quello di dare priorità al benessere dei suoi connazionali rispetto agli immigrati: “Esiste questo concetto tradizionale, che credo sia molto cristiano, che prima ami la tua famiglia, poi il tuo prossimo, poi la tua comunità, poi i tuoi concittadini nel tuo paese, e solo dopo puoi concentrarti e dare priorità al resto del mondo”. A questo proposito, Vance aveva ricordato un insegnamento espresso nella Bibbia: “Infatti, se uno non si prende cura dei suoi, e soprattutto di quelli della sua casa, ha rinnegato la fede ed è peggiore di un infedele” (1 Tim 5,8)
Ora, nel suo messaggio, il Pontefice ha sottolineato la necessità di riconoscere la “dignità infinita e trascendente” di ogni persona umana e ha invitato i fedeli cristiani e tutti gli uomini di buona volontà a respingere qualsiasi misura che identifichi, tacitamente o esplicitamente, la condizione illegale di alcuni migranti con la criminalità. In poche parole, obiezioni franche e aperte a ciò che Trump sta facendo con gli immigrati.
Nella sua lettera, il Papa ha ricordato il percorso dalla schiavitù alla libertà che il popolo di Israele ha compiuto, come narrato nel libro dell’Esodo, stabilendo un parallelo con l’attuale situazione migratoria. Francesco sottolinea che Gesù Cristo stesso era un migrante e un rifugiato, il che invita la comunità cristiana ad affrontare questo fenomeno con una visione morale e spirituale. In questo senso, citando Papa Pio XII, il Pontefice ha ricordato che “la famiglia di Nazaret in esilio, Gesù, Maria e Giuseppe, emigranti in Egitto e lì rifugiati per sottrarsi all’ira di un re empio, sono il modello, l’esempio e il conforto degli emigranti e dei pellegrini di ogni epoca e paese”.
In una dichiarazione, che sembra una risposta implicita alle affermazioni di J.D. Vance, il Pontefice ha affermato che “il vero ordo amoris [ordine dell’amore] che deve essere promosso è quello che scopriamo meditando costantemente sulla parabola del ‘buon samaritano’, cioè l’amore che costruisce una fratellanza aperta a tutti, senza eccezioni”. È chiaro che la carità cristiana si estende all’universo, ma il Papa non ha affrontato la questione della proporzionalità.
La Lettera del Pontefice – che alcuni hanno definito come un’eccessiva violazione dei limiti dell’insegnamento in materia di fede e morale per entrare invece in questioni politiche concrete – ha ricevuto una risposta, tra gli altri, da Tom Homan, il nuovo “zar delle frontiere” degli Stati Uniti.
Uno zar di famiglia cattolica
“Attenetevi alla Chiesa cattolica. [E] Lasciate l’applicazione della legge di frontiera nelle nostre mani”, ha affermato lo ‘zar’, che è anche cattolico:
“Sapete – ha affermato Homan in un’intervista a Newxmax – come cattolico da tutta la vita, sono stato battezzato come cattolico. Ho fatto la prima comunione come cattolico. Sono stato cresimato come cattolico. Sono cattolico da sempre. La mia famiglia è cattolica da sempre. Che si occupi di questioni che non riguardano la nostra sicurezza nazionale e l’applicazione della legge di frontiera e si concentri sulla Chiesa cattolica. Ha già abbastanza problemi all’interno della Chiesa cattolica. Ha già abbastanza lavoro. Ha abbastanza da sistemare a casa sua”.
Homan ha anche detto che “sappiamo cosa stiamo facendo. E questo è ciò che lui [il Papa] non capisce. E poi il Vaticano ha un muro di confine tutto intorno. Va bene. Ma noi non possiamo avere un confine? Non possiamo avere un muro negli Stati Uniti? Ecco, in definitiva, questo è ciò che deve capire: il presidente Trump ha ridotto l’immigrazione illegale e gli attraversamenti di frontiera del 90%. Il 90%. Ciò significa che il 90% in meno di persone attraversa il confine. Quanti bambini non muoiono più ogni giorno al confine? Quante donne e bambini non sono più vittime della tratta sessuale attraverso il confine? Quante donne non vengono più aggredite sessualmente dai membri dei cartelli?
“Quanti sospetti terroristi noti hanno smesso di attraversare il confine? – ha continuato a chiedere Homan. Sotto il mandato di Joe Biden, più di 4.000 immigrati clandestini sono morti attraversando il confine. Ora è al minimo storico. Stiamo salvando vite. Ed è questo a cui il Papa dovrebbe prestare attenzione se vuole occuparsi dei nostri affari. Salviamo vite ogni giorno. Un confine sicuro salva vite. Quando meno fentanyl entra attraverso il confine, meno americani muoiono per overdose di droga. Si attenga alla Chiesa cattolica. Lasci l’applicazione della legge di confine nelle nostre mani”, ha concluso lo’ zar’ della frontiera.
Con informazioni da InfoCatólica
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