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Fondi USAID anche per promuovere l'”imperialismo ideologico” della rivoluzione sessuale

 Da un’immagine quasi mitica al rilevamento dei suoi piccoli peccati, così si presenta in questi giorni la prestigiosa USAID.

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Redazione (14/02/2025 16:17, Gaudium Press) Da un’immagine quasi mitica al rivelarsi dei suoi peccati, a volte non così infantili: forse si può illustrare così ciò che è accaduto al prestigio della USAID, l’Agenzia statunitense per lo Sviluppo Internazionale, dopo il congelamento dei suoi fondi. La nuova amministrazione americana ha criticato la destinazione di tali risorse e negli ultimi giorni sono state espresse critiche esterne, come quelle che sono qui descritte.

Creata da J.F. Kennedy nel 1961, e con un budget di ben 32 miliardi di dollari per l’anno scorso, budget pagato dagli americani, è chiaro che si poteva fare molto con questo strumento. E se dappertutto c’è gratitudine per i numerosi progetti di sviluppo economico e di aiuto umanitario promossi dalla USAID (la Chiesa stessa ne ha beneficiato non solo negli Stati Uniti), ora si sta vedendo come questi fondi siano stati spesso utilizzati per promuovere un’agenda woke, di rivoluzione sessuale, in luoghi dove le loro società non avevano nulla a che fare con essa, costituendosi così come agente di “imperialismo ideologico”.

È ciò che è stato denunciato in un articolo, ad esempio, da Jennifer Roback Morse, fondatrice e presidente dell’Istituto Ruth, che aiuta le vittime della Rivoluzione Sessuale a riprendersi dalle loro esperienze e a diventare sostenitori di un cambiamento di mentalità in materia.

Tra i progetti finanziati dall’USAID che illustrano questa agenda ideologica, la stessa amministrazione Trump ha denunciato che nel 2024 sono stati dati:

– 1,5 milioni di dollari per promuovere l’equità, la diversità e l’inclusione nel mondo delle imprese in Serbia.

– 70.000 dollari per la produzione di un musical sulla diversità in Irlanda.

– 47.000 dollari per la creazione di un’opera lirica transgender in Colombia.

– 32.000 dollari per la pubblicazione di un fumetto transgender in Perù.

– 2 milioni di dollari per i cambiamenti di sesso e l’attivismo LGBT in Guatemala.

Questi progetti, finanziati in paesi a maggioranza cristiana e con valori conservatori, hanno generato critiche e resistenza nelle loro società. L’intervento dell’USAID su queste questioni non è visto solo come un’imposizione esterna, ma come un affronto alle tradizioni e ai credo di queste nazioni.

Salute e rivoluzione sessuale

Uno degli aspetti più preoccupanti dell’agenda dell’USAID è il suo impatto sulla salute pubblica. Un chiaro esempio è la promozione del contraccettivo iniettabile Depo-Provera, finanziato e distribuito nei paesi in via di sviluppo senza che, in molti casi, le donne siano adeguatamente informate sui suoi effetti collaterali.

A partire dagli anni ’90, USAID ha finanziato l’uso di Depo-Provera nelle donne di paesi africani e di altre regioni in via di sviluppo. I rischi associati a questo farmaco includono:

– Gravi disturbi mestruali.

– Dolore addominale cronico.

– Aumento significativo di peso.

– Diminuzione della libido.

– Possibile legame con lo sviluppo di tumori cerebrali.

Nonostante il produttore del farmaco, Pfizer, sia stato oggetto di numerose cause legali per questi effetti collaterali, USAID ha continuato a promuoverne l’uso senza gli adeguati avvertimenti. Organizzazioni come l’Associazione Medica Cattolica del Kenya hanno denunciato le pressioni esercitate dagli organismi internazionali per promuovere la riduzione della natalità e la legalizzazione dell’aborto, spesso contro la volontà della maggioranza della popolazione locale.

Attentato alla sovranità culturale

L’interferenza dell’USAID negli affari sociali e sanitari dei paesi in via di sviluppo non è solo una questione di salute pubblica o di uso improprio dei fondi. Si tratta anche di un attacco alla sovranità culturale e politica di queste nazioni.

Il concetto di imperialismo ideologico, che definisce la pratica di una nazione di imporre i propri valori e norme ad altre, si adatta perfettamente all’operato dell’USAID. Come definito dal dizionario Merriam-Webster, l’imperialismo è “la politica, la pratica o la difesa di estendere il potere e il dominio di una nazione, sia attraverso acquisizioni territoriali dirette che esercitando un controllo indiretto sulla vita politica o economica di altre aree”.

In quest’ottica, USAID non solo promuoverebbe un’agenda specifica, ma minerebbe l’identità e l’autodeterminazione dei Paesi che rifiutano i valori della rivoluzione sessuale.

Durante un intervento a un evento giovanile in Uganda, la stessa Jennifer Roback Morse ha potuto constatare in prima persona il rifiuto generato da queste politiche. Quando si è scusata a nome del suo Paese per aver cercato di imporre questi valori ad altre nazioni, i presenti hanno reagito con un applauso spontaneo.

Per molte comunità africane, asiatiche e latinoamericane, i valori familiari tradizionali e la difesa della vita rimangono principi fondamentali. Dal loro punto di vista, la promozione della rivoluzione sessuale non è un progresso, ma una minaccia alla loro struttura sociale e morale.

La controversia su USAID rivela un problema molto più profondo della semplice sperpero di fondi pubblici: il tentativo di trasformare la cultura di altri paesi secondo gli interessi delle  élite occidentali.

Sebbene la discussione sulla rivoluzione sessuale sia ancora aperta negli stessi Stati Uniti, ciò che risulta inaccettabile per molte nazioni è che questa agenda venga imposta dall’esterno attraverso fondi governativi e senza rispetto per la volontà delle popolazioni locali.

La messa in discussione dell’USAID non dovrebbe concentrarsi solo sulla sua mancanza di trasparenza finanziaria, ma anche sul suo ruolo come strumento di imposizione ideologica. La domanda che sorge è: fino a che punto la cooperazione internazionale deve rispettare la cultura e la sovranità dei paesi beneficiari?

La crescente opposizione a queste iniziative in diverse parti del mondo indica che la resistenza all’imperialismo ideologico continuerà ad aumentare.

Con informazioni da NCRegister / InfoCatólica

 

 

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