Cardinale Lojudice: approvare il suicidio assistito “non è una conquista, ma una sconfitta”
Il cardinale ha fatto appello a tutti coloro che lavorano negli ospizi affinché “non si arrendano e continuino a essere portatori di speranza e di vita”.
Foto: Wikipedia
Redazione (15/02/2025 15:58, Gaudium Press) L’11 febbraio la Regione Toscana ha approvato una legge che regola le procedure e i termini dell’assistenza sanitaria regionale al suicidio medicalmente assistito, in applicazione e in conseguenza della sentenza della Corte costituzionale 242/2019.
La Toscana è così la prima regione italiana ad approvare una legge sul fine vita. I partiti di centrosinistra hanno votato a favore, quelli di centrodestra contro.
La legge approvata dal Consiglio regionale prevede i requisiti per l’accesso alla pratica, la verifica delle condizioni e delle modalità di accesso al suicidio medicalmente assistito, affinché l’aiuto al suicidio non costituisca un reato.
La legge stabilisce inoltre che possono accedere al suicidio medicalmente assistito le persone che soffrono di una patologia irreversibile, fonte di sofferenza fisica o psicologica che considerano intollerabile; che si mantengono in vita attraverso trattamenti di supporto vitale; che hanno la piena capacità di prendere decisioni libere e informate; e che esprimono un’intenzione di suicidio presa in modo libero e autonomo, chiaro e inequivocabile.
Nel 2019, la Corte Costituzionale aveva chiesto al Parlamento della Repubblica di colmare una lacuna normativa sul fine vita e aveva elencato i requisiti per procedere al suicidio medicalmente assistito.
In merito all’approvazione della legge, il cardinale Augusto Paolo Lojudice, arcivescovo metropolita di Siena e presidente della Conferenza Episcopale Toscana, ha commentato: “Prendiamo atto della scelta fatta dal Consiglio Regionale della Toscana, ma questo non limiterà la nostra azione a favore della vita, sempre e comunque. Ai cappellani degli ospedali, ai religiosi e alle religiose e ai volontari che lavorano negli ospizi e in tutti quei luoghi dove ogni giorno ci confrontiamo con la malattia, il dolore e la morte, dico a tutti di non arrendersi e di continuare a essere portatori di speranza, di vita, nonostante tutto. Approvare il diritto a morire con una legge regionale non è un risultato, ma una sconfitta”.
Con informazioni da Acistampa.
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