Andreoni, infettivologo, sul Papa: “Nelle prossime ore sapremo se la terapia antibiotica funziona”
Il famoso infettivologo italiano ha esaminato diversi aspetti della salute del Pontefice.
Redazione (19/02/2025 16:51, Gaudium Press) Nella prima comunicazione di oggi sulla salute di Papa Francesco, la Sala Stampa ha riferito che “il Papa ha trascorso una notte tranquilla, si è svegliato e ha fatto colazione”. Questa comunicazione segue quella di ieri pomeriggio, in cui si indicava che dopo una TAC toracica era stato “rivelato l’insorgere di una polmonite bilaterale che ha richiesto una nuova terapia farmacologica”.
Non si forniscono informazioni sugli effetti di questa nuova terapia volta a combattere la polmonite polimicrobica di Francesco.
Il Messaggero ha contattato il professor Massimo Andreoni, direttore scientifico della Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali (SIMIT), che è stato spesso consultato e le cui opinioni si sono dimostrate corrette nel corso di questi giorni.
—Che cosa significa “polmonite bilaterale?”, chiede Mauro Evangelisti, in un’intervista pubblicata oggi.
“In generale, quando la polmonite è bilaterale, colpisce entrambi i polmoni. È una forma polimicrobica dovuta a più germi in una situazione di patologia polmonare cronica, la bronchite asmatica. È certamente un quadro complesso”.
Riguardo al fatto che il Papa abbia 88 anni e dati clinici particolari, Andreoni fa notare che “è un paziente che è stato curato con cortisone per affrontare la bronchite asmatica. Il cortisone è un farmaco che comporta anche un certo grado di immunodepressione [diminuisce le difese], riduce il recupero del nostro organismo. Per questo è necessario trovare un punto di equilibrio”.
Che tipo di equilibrio? L’equilibrio tra una dose di cortisone che permetta una migliore ossigenazione dei polmoni e che non comprometta la capacità di risposta dell’organismo. Intanto ci sono elementi favorevoli. Il Santo Padre mantiene una buona lucidità e una buona attività. Nel bollettino [vaticano] non si fa riferimento a possibili problemi cardiocircolatori: la parte cardiovascolare sembra essere ancora molto efficiente. L’assenza di febbre, infine, è un dato positivo”.
Quale terapia è prevista? ”È necessario ricorrere agli antibiotici. Dato che si tratta di una forma batterica e che è polimicrobica, sono necessari più antibiotici contemporaneamente. Le analisi microbiologiche hanno isolato i germi responsabili dell’infezione respiratoria e questo rende più efficace una terapia farmacologica endovenosa [terapia comunemente più lenta]. Questo, tuttavia, è un elemento che rende più pesante la condizione del paziente, soprattutto se anziano, che ha una ridotta funzione metabolica. Probabilmente nelle prossime ore si capirà meglio l’evoluzione: se la terapia antibiotica funziona, se questa polmonite può essere controllata. (…) Non è la gravità del problema respiratorio a preoccupare, ma i possibili scompensi che porta agli altri organi”.
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