La farsa dei resti di bambini indigeni nei collegi cattolici: il governo canadese non ne ha trovato nemmeno uno
La presunta esistenza di questi resti a provocato ondate di vandalismo. Molti nella Chiesa l’avevano accettata come verità. Oggi il governo ha concluso le indagini.
Resti di una chiesa a Morinville
Redazione (03/03/2025 21:27, Gaudium Press) InfoCatólica riferisce che dopo tre anni di indagini e un investimento di 216,5 milioni di dollari, il governo canadese ha deciso di porre fine alla Commissione consultiva nazionale sui collegi residenziali, i bambini scomparsi e le sepolture non contrassegnate. Nonostante le denunce che assicuravano l’esistenza di fosse comuni negli ex collegi gestiti da chiese cristiane, non è stato trovato nemmeno un corpo.
L’indagine, avviata dopo le accuse di abusi e omicidi di centinaia di bambini indigeni in questi centri, aveva provocato un’ondata di indignazione nazionale, atti vandalici e la distruzione di circa 120 chiese in tutto il paese. Persino il Papa ha pubblicamente lamentato quello che all’epoca è stato descritto come “l’incredibile ritrovamento dei resti di 215 bambini” nel collegio di Kamloops. E il suo viaggio in Canada era stato presentato come penitenziale.
Tuttavia, le ricerche effettuate con il radar penetrante nel terreno non hanno prodotto prove fisiche a sostegno di queste affermazioni. Nonostante ciò, il primo ministro Justin Trudeau ha insistito fino allo scorso anno sul fatto che in questi centri, che hanno operato dalla fine del XIX secolo fino agli anni ’90 con finanziamenti governativi e gestiti principalmente dalla Chiesa cattolica e anglicana, si siano verificati dei crimini.
Deceduti per malattie tipiche dell’epoca
Alcuni minori sono morti nei collegi, ma i registri storici indicano che la principale causa di morte erano malattie come la tubercolosi. Tuttavia, il dibattito è ancora vivo e molte voci in Canada continuano a sostenere la versione delle fosse comuni.
Crystal Gail Fraser, membro della commissione d’inchiesta, ha definito la decisione del governo un “tradimento” e ha deplorato la perdita dei “valori di verità e riconciliazione”. Nel frattempo, la controversia continua a interessare il mondo accademico: la cancellazione di una conferenza dello storico e sacerdote anglicano britannico Lord Biggar al Regent College di Vancouver, dopo essere stato accusato di negare l’esistenza di fosse comuni, ha riacceso il dibattito sulla libertà di espressione su questo tema.
Lord Biggar ha denunciato che in Canada prevale “una cultura aggressivamente repressiva” che distorce il lavoro delle missioni cristiane e giustifica l’incendio delle chiese.
Con informazioni da CH / InfoCatólica
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