Il comunismo cinese arresta di nuovo il vescovo di Wenzhou
L’arresto è in relazione alla messa di apertura dell’Anno Santo che il prelato aveva celebrato pubblicamente il 27 dicembre.
Redazione (10/03/2025 16:07, Gaudium Press) InfoCatólica riporta che Mons. Pietro Shao Zhumin, vescovo di Wenzhou, nella provincia di Zhejiang, è stato arrestato ancora una volta dalle autorità dell’Ufficio per la sicurezza nazionale. L’arresto è dovuto alla messa di apertura dell’Anno Santo, celebrata pubblicamente dal prelato il 27 dicembre e alla quale avevano partecipato 200 fedeli.
Come riportato da AsiaNews alcune settimane fa, le autorità sostengono che questa messa fosse “illegale” perché avrebbe violato l’articolo 71 delle Norme sulle questioni religiose, e ciò costituirebbe “un reato grave”.
Le autorità gli hanno quindi inflitto una multa di 200mila yuan (pari a oltre 26mila euro), provvedimento che mons. Shao ha contestato, affermando che le attività della chiesa non violano la legge. Per questo motivo è stato ora arrestato e l’Ufficio per la sicurezza nazionale, con un evidente cinismo, ha dichiarato che la misura servirebbe a garantire la “sicurezza” del vescovo. Non si sa dove lo abbiano portato e non è chiaro quanto tempo durerà la restrizione della sua libertà o la sua detenzione. I fedeli sono molto preoccupati per la sua sicurezza e la sua salute.
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È stato anche reso noto che recentemente tale ufficio e il Dipartimento per gli Affari Religiosi hanno ostacolato un pellegrinaggio di diverse centinaia di persone organizzato dalla parrocchia di Cangnan, sotto la giurisdizione della Chiesa di Wenzhou, e ne hanno impedito la partenza.
Negli ultimi anni, agenti in borghese entrano ogni domenica nelle chiese della diocesi di Wenzhou e impediscono l’ingresso a bambini e adolescenti, anche se pochi mesi fa l’Ufficio per la sicurezza nazionale ha iniziato a delegare la sorveglianza alle autorità locali dei quartieri. Le autorità controllano le chiese di solito dalle 7 del mattino fino a mezzogiorno e non solo impediscono l’accesso a bambini e adolescenti, ma non permettono nemmeno ai sacerdoti di celebrare la messa.
Mons. Shao aveva rifiutato di aderire agli organismi cattolici ufficiali controllati dal Partito Comunista Cinese e, pertanto, non è riconosciuto dalle autorità. Il prelato, che oggi ha 61 anni, era stato nominato vescovo coadiutore nel 2007 da Benedetto XVI, per succedere a mons. Vincenzo Zhu Wei-Fang, deceduto nel settembre 2016. Allora egli si rifiutò di aderire all’Associazione Patriottica e le autorità quindi considerano il posto “vacante” e sostengono padre Ma Xianshi, un sacerdote “patriottico”. Il vescovo Shao è stato arrestato più volte negli ultimi anni e la Chiesa di Wenzhou ha avviato una campagna di preghiera per lui.
Va aggiunto che il 25 febbraio Mons. Shao aveva inviato una lettera a tutta la diocesi invitando i fedeli a pregare per Papa Francesco, accompagnandolo con la Messa e la recita del Rosario e chiedendo a Dio di sostenerlo con la sua grazia nella malattia.
Con informazioni da Asia News / InfoCatólica
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