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I medici hanno dovuto decidere se lasciare morire il Papa o continuare le cure
Per salvare la vita del Santo Padre sono stati utilizzati tutti i farmaci e le terapie possibili, con il rischio di danneggiargli altri organi.
Redazione (26/03/2025 16:27, Gaudium Press) Il quotidiano Corriere della Sera ha pubblicato martedì 25 marzo un’intervista al dottor Sergio Alfieri, direttore dell’équipe che ha accompagnato il Papa durante il suo ricovero, nel corso della quale ha assicurato che la fase più pericolosa della malattia è stata superata e le infezioni più importanti sono state debellate.
Il momento peggiore del ricovero di Papa Francesco
Il medico ha raccontato che a causa di due crisi il Santo Padre ha rischiato la vita e che il momento peggiore è arrivato nel pomeriggio del 28 febbraio, quando le condizioni di Francesco si sono aggravate a causa di una crisi di broncospasmo. È stata la prima volta che Alfieri ha visto le lacrime negli occhi di alcune persone intorno al Papa.
“Persone che, mi sono reso conto durante questo periodo di degenza, gli vogliono un bene sincero, come a un padre. Sapevamo tutti che la situazione era ulteriormente peggiorata e che c’era il rischio che non sopravvivesse”, ha ricordato.
Una scelta difficile e ad alto rischio
Alfieri ha anche spiegato che dovevano “scegliere tra fermarsi e lasciarlo andare o forzare e provare tutti i farmaci e le terapie possibili, con il rischio elevatissimo di danneggiare altri organi. Alla fine abbiamo scelto questa strada”. Il medico ha sottolineato che la decisione è stata in ultima analisi presa dal Papa.
Il medico ha detto che “fin dal primo giorno, lui [Papa Francesco] ci ha chiesto di dire la verità e voleva che dicessimo la verità sulle sue condizioni. Abbiamo comunicato la parte medica ai segretari e loro hanno aggiunto le altre informazioni che il Papa ha approvato, nulla è stato cambiato o omesso. Ha persone che sono come membri della famiglia, sono sempre con lui”, ha concluso. (EPC)
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