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Il Generale dei Gesuiti: “Non esiste una regola unica” su cosa fare con le opere di Rupnik

  1. P.Sosa ha partecipato alla conferenza stampa presso l’Associazione della Stampa Estera di Roma.

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Sosa – Foto: ADN Celam

Redazione (11/04/2025 13:31, Gaudium Press) Non esiste “una regola unica” per decidere cosa fare delle opere dell’ex gesuita Marko Rupnik, ha detto P. Arturo Sosa, generale della Compagnia di Gesù, nel corso di una conferenza stampa presso l’Associazione della Stampa Estera a Roma. P. Rupnik, attualmente incardinato nella diocesi di Capodistria, è stato accusato di abusi sessuali, spirituali e psicologici, per lo più su ex religiose.

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“Credo che non ci sia una regola unica per tutti, ma che dipenda da quanto fa davvero male a qualcuno”, ha assicurato, per poi alludere a quanto fatto da Mons. Jean Marc Micas, vescovo di Lourdes, che nel novembre 2023 ha creato un gruppo di consultori per decidere cosa fare dei mosaici di Rupnik nel santuario. Questo gruppo comprendeva vittime di abusi sessuali provenienti dalla Francia e da altri paesi, insieme a esperti, perché il vescovo non fosse solo a decidere sul da farsi.

“Mi sembra giusto quello che ha fatto il vescovo di Lourdes. È stato un lungo processo di discernimento con le persone, con la comunità locale, con le vittime, per arrivare a una decisione che non riflettesse solo la sua opinione, ma una posizione frutto di un processo collettivo. Perché i contesti sono diversi”, ha aggiunto padre Sosa.

Riguardo a nuove possibili denunce in questo caso, il Generale ha assicurato che “la possibilità di ricevere altre denunce è sempre aperta”, ha assicurato. “Ma bisogna tenere presente che Marko Rupnik non è più membro della Compagnia di Gesù. È stato espulso proprio perché non ha collaborato al processo di guarigione. Ora, se si ricevono nuove denunce, devono essere presentate direttamente al Dicastero” della Dottrina della Fede, dove è attualmente in corso un procedimento preliminare contro l’ex gesuita Rupnik, per il quale procedimento non è ancora stata fissata la data di inizio del processo.

Interrogato sulla questione dell’abuso spirituale, attualmente in discussione presso il Dicastero per la Dottrina della Fede (DDF), che non è ancora tipizzato nel Diritto Canonico, P. Sosa ha riconosciuto la complessità del caso Rupnik.

“La prima cosa che devo dire è che questo non è un caso facile da trattare, perché ha causato molto dolore, sia alle vittime che a noi, i suoi compagni. Parlare di questo è sempre difficile, perché quando si parla di qualcosa di così doloroso non è facile esprimere tutto ciò che si prova”, ha detto.

Ha aggiunto che tutti, comprese le vittime, sono in attesa di una risoluzione del processo, anche se ha riconosciuto che non è un processo semplice. Fin dall’inizio, ha detto, la Compagnia ha cercato di trovare percorsi di guarigione di comune accordo con le vittime, riconoscendo che ogni ferita è diversa e richiede una risposta personalizzata.

Con informazioni da Aciprensa.

 

 

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