Francesco ora giace nella sua tomba
Dal 1903, nessun Papa era stato sepolto fuori dal Vaticano.
Foto: Vatican Media
Redazione (27/04/2025 08:52, Gaudium Press) Dopo la messa funebre in Piazza San Pietro, cerimonia presieduta dal Cardinale Decano Re, concelebrata da 980 ministri e alla quale hanno partecipato numerosi capi di Stato – dal presidente Trump al re di Spagna, passando per il presidente dell’Ucraina – Papa Francesco riposa ora nella sua tomba nella Basilica di Santa Maria Maggiore, luogo che egli stesso aveva indicato nel suo testamento per la sepoltura delle sue spoglie.
In un incontro con Francesco nel 2022, il coadiutore della Basilica mariana, il cardinale Makrickas, gli aveva suggerito di essere sepolto lì. «In quel momento disse di no, perché i papi sono sepolti nella Basilica di San Pietro», ha raccontato ieri il cardinale lituano. Ma una settimana dopo, Francesco lo chiamò dalla Casa Santa Marta e gli chiese di iniziare a preparare la sua tomba lì, perché aveva ricevuto un’ispirazione in tal senso.
Prima di arrivare alla Basilica mariana situata sulla collina dell’Esquilino, il corteo con la bara di Papa Bergoglio è passato davanti a luoghi emblematici di Roma, come il Colosseo, il Corso Vittorio Emanuele e Piazza Venezia, in un percorso di 6 chilometri su una “papamobile” adattata per l’occasione, per le strade affollate da numerosi pellegrini. Era la prima volta che il corpo di un Papa defunto non veniva deposto in Vaticano dalla morte di Leone XIII nel 1903, che fu sepolto nella Basilica di San Giovanni in Laterano, sede della diocesi di Roma. L’ultimo Papa sepolto in Santa Maria Maggiore era stato Clemente IX nel 1669.
Alla cerimonia di sepoltura del corpo di Francesco, privata e intima, erano presenti, tra gli altri, il cardinale camerlengo Kevin Farrell, il cardinale vicario della diocesi di Roma, il prefetto della Casa Pontificia mons. Sapienza, il maestro di cerimonie mons. Ravelli e i familiari del Papa argentino. I sigilli del Camerlengo, della Prefettura della Casa Pontificia, dell’Ufficio delle cerimonie liturgiche e del Capitolo Liberiano sono stati impressi sulla bara. Un notaio ha registrato in un atto il resoconto della cerimonia di sepoltura.
Omelia del cardinale Re
Nell’omelia della cerimonia funebre, il cardinale decano ha ringraziato a nome di tutti i cardinali, i presenti alla cerimonia, in particolare i capi di Stato e di governo e le delegazioni ufficiali giunte da ogni parte del mondo.
Dopo aver affidato a Dio l’anima del pontefice defunto, il cardinale Re ha ripercorso alcuni dei momenti salienti del pontificato che si conclude, dalla sua elezione il 13 marzo 2013, quando Francesco è stato scelto per succedere a Papa Ratzinger, pontificato in cui « ha conservato il suo temperamento e il suo modo di guidare pastoralmente, e ha immediatamente impresso la sua forte personalità nel governo della Chiesa, stabilendo un contatto diretto con le persone e con i popoli”, sottolineando tra i molti altri punti i suoi ‘47 estenuanti viaggi apostolici’.
Al termine dell’omelia, il cardinale Re, davanti a tanti leader mondiali, ha sottolineato gli sforzi e gli appelli alla pace del pontefice defunto, «invitando alla ragionevolezza, alla negoziazione onesta per trovare soluzioni possibili, perché la guerra – diceva – non è altro che morte di persone, distruzione di case, ospedali e scuole. La guerra lascia sempre il mondo peggiore di come era prima: è per tutti una sconfitta dolorosa e tragica”.
Multiculturalità nella liturgia
La liturgia è stata un esempio vivente dell’universalità della Chiesa.
La prima lettura, tratta dagli Atti degli Apostoli (10, 34-43), in inglese, è stata recitata da Kielce Gussie. Il salmo 22 è stato cantato dal coro in latino. La seconda lettura, dalla Lettera dell’apostolo San Paolo ai Filippesi (3, 20 – 4, 1), è stata recitata in spagnolo da Edgar Pineda. A loro volta, le preghiere dei fedeli sono state lette in francese, arabo, portoghese, polacco, tedesco e cinese.
Dopo la comunione, officiata da 200 ministri della comunione e più di 4.000 sacerdoti, la Messa funebre si è conclusa con una triplice preghiera che la Chiesa recita solo ai funerali dei Papi. Subito dopo la benedizione finale, si è svolto il rito dell’ultima lode e dell’addio (ultima commendatio et valedictio).
Delegazioni presenti
Alla cerimonia erano presenti delegazioni di paesi di tutto il mondo.
Delegazioni provenienti da Argentina, Italia e Stati Uniti, dai sovrani regnanti di Andorra, Belgio, Danimarca, Emirati Arabi Uniti, Spagna, Giordania, Lesotho, Liechtenstein, Lussemburgo, Monaco, Ordine di Malta, Svezia, 12 in totale. Seguono le delegazioni con i capi di Stato di Albania, Germania, Angola, Armenia, Australia, Austria, Belize, Bosnia-Erzegovina, Brasile, Canada, Capo Verde, Cipro, Africa Centrale, Repubblica Democratica del Congo, Croazia, Ecuador, Estonia, Stati Uniti d’America, Finlandia, Francia, Gabon, Georgia, Honduras, Ungheria, India, Indonesia, Irlanda, Islanda, Kenya, Lettonia, Libano, Lituania, Macedonia del Nord, Madagascar, Malta, Moldavia, Mozambico, Montenegro, Filippine, Polonia, Portogallo, Repubblica Dominicana, Romania, San Marino, Seychelles, Sierra Leone, Slovacchia, Slovenia, Svizzera, Timor Est, Togo, Ucraina e Unione Europea, per un totale di 53.
Hanno partecipato anche le delegazioni con i Principi Ereditari di Norvegia e del Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord, e quelle dei Capi di Governo di Andorra, Bangladesh, Belgio, Bulgaria, Grecia, Lussemburgo, Marocco, Nuova Zelanda, Palestina, Paesi Bassi, Qatar, Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord, Serbia, Svizzera e Repubblica Ceca, per un totale di 15.
Foto: Vatican Media
È poi arrivata la delegazione con la moglie del capo di Stato della Colombia; 6 delegazioni con i vice capi di Stato di Burundi, Cuba, El Salvador, Guinea Equatoriale, Tanzania e Zimbabwe; 3 delegazioni con i vice primi ministri di Spagna, Eswatini e Messico; 7 delegazioni con i presidenti dei parlamenti di Azerbaigian, Bielorussia, Cile, Nigeria, Uganda, Paraguay e Turchia; 14 delegazioni con i ministri degli Affari esteri di Algeria, Burkina Faso, Giappone, Mali, Mongolia, Namibia, Norvegia, Perù, Sudan del Sud, Tunisia, Sri Lanka, Uruguay, Venezuela e Zambia.
Sono presenti 9 delegazioni di organizzazioni internazionali, tra cui l’ONU, il Consiglio d’Europa, l’IFAD, il PAM, l’OIT, l’OMS, l’UNHCR, l’OIM e l’OSCE. Sono presenti anche ministri di Bahrein, Camerun, Costa d’Avorio, Egitto, Guatemala, Iran, Kirghizistan, Malesia, Pakistan, Federazione Russa, Arabia Saudita, Senegal, Singapore, Siria, Ciad, Thailandia ed Emirati Arabi Uniti.
Sono giunti a Roma anche alti funzionari di Cina, Iraq, Mauritius, Uzbekistan e gli ambasciatori di Bahamas, Bolivia, Costa Rica, Haiti, Israele, Giamaica, Kuwait, Malawi, Nicaragua, Myanmar, Papua Nuova Guinea, Vanuatu, Oman, Ruanda e Saint Vincent e Grenadine. Infine, altre personalità provenienti da Gambia, Sudan e Saint Kitts e Nevis, nonché delegazioni aggiuntive dal Kosovo e dal Vietnam.
Con informazioni da Vatican News
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