I conti ‘in rosso’ del Vaticano che preoccupano tanto i cardinali
Nel pontificato appena concluso, il deficit annuale era compreso tra i 50 e i 60 milioni di euro.
Foto: Micheile Henderson / Unplash
Redazione (02/05/2025 10:30, Gaudium Press) La situazione economica vaticana non è affatto rosea. Talmente grave che è stata al centro della Congregazione Generale dei Cardinali di mercoledì, in cui si è discusso animatamente dell’argomento.
In questi giorni circolano numerose analisi su tale questione, dopo la prima bocciatura del bilancio 2025 da parte del Consiglio per l’Economia (organo di vigilanza vaticano), per non aver tenuto conto del deficit. Solo ora è stato approvato un bilancio con un deficit minore, notizia che è passata in sordina sui media della Santa Sede.
In altre parole, il tema del prossimo pontificato non sarà solo quello della nuova evangelizzazione, in particolare in un’Europa ormai senza fede, o quello di una Chiesa rinnovata e cristocentrica, come chiedono numerosi cardinali e molti altri, ma anche quello della sostenibilità economica. In fin dei conti, l’uomo non vive di solo pane, però anche di pane.
In definitiva, il bilancio dei dodici anni di pontificato che si conclude non è stato positivo, considerando il deficit annuale tra i 50 e i 60 milioni di euro che grava ogni dicembre sulle spalle della curia vaticana (il deficit del 2024 è stimato in 70 milioni). Solo per fare un confronto che aiuti a calcolare l’entità del buco nelle finanze vaticane, se la questione del danno patrimoniale per la Santa Sede relativo alla proprietà di Sloane Avenue a Londra è stata di circa 130 milioni di euro, con tanto scandalo e tanto disastro da coinvolgere persino un cardinale sub iudice, qui abbiamo più o meno due anni di deficit che sono un’altra Sloane Avenue.
Le questioni critiche in sospeso? Il tema del Fondo Pensione (a cui Francesco ha fatto riferimento, sottolineando l’urgenza di una riforma, pena l’impossibilità di garantire le pensioni future), il brusco calo dell’Obolo di San Pietro, una gestione discutibile del patrimonio immobiliare e quella che alcuni chiamano la ‘valorizzazione incompleta dei fondi non contabilizzati scoperta dal cardinale Pell’, che, come si ricorderà, era prefetto della Segreteria per l’Economia prima di dover andare in Australia per rispondere di accuse rivelatesi infondate, ma per le quali ha dovuto trascorrere più di un anno in carcere.
In sintesi, la Santa Sede ha un patrimonio netto di circa 4 miliardi di dollari, che, come già detto, registra periodicamente importanti perdite operative.
Entrando nei dettagli, l’attuale Prefetto della Segreteria per l’Economia afferma che se il deficit vaticano dovesse essere coperto solo con tagli alla spesa, sarebbe necessario chiudere 43 delle 53 entità della Curia Romana, cosa impensabile, ma che aiuta a misurare l’entità del problema.
Da parte sua, l’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica ha registrato nel 2023 un utile di 45,9 milioni di euro, ma alcuni criticano il fatto che il portafoglio immobiliare internazionale del Vaticano abbia fruttato solo 35 milioni di euro, nonostante comprenda migliaia di immobili. Durante il pontificato di Francesco, l’Obolo di San Pietro è diminuito quasi della metà, nonostante sia stato registrato un aumento delle donazioni volontarie. Per coprire il deficit, sono stati venduti immobili per un valore di diversi milioni.
Per quanto riguarda i fondi non contabilizzati, si tratta di una scoperta del cardinale Pell nel 2014, pari a circa 1,4 miliardi di dollari, non registrati nei bilanci ufficiali vaticani. Il porporato non ha parlato di fondi illegali o illeciti, o mal gestiti, ma solo di fondi non contabilizzati. Questi fondi sono stati successivamente inclusi nel patrimonio netto, portando il totale a 4 miliardi di euro. Il punto è che, nonostante questa grande iniezione di capitale annuale, ogni anno si continua a registrare un deficit significativo, che gli analisti interpretano come un segno dell’inesistenza di riforme strutturali efficaci.
I dati principali sono i seguenti:
Patrimonio netto stimato: circa 4 miliardi di euro, compreso il bilancio del Governatorato, lo IOR, il Fondo Pensione e le Fondazioni
Deficit strutturale annuale: tra 50 e 60 milioni di euro
Bilancio 2019: deficit di 11 milioni di euro, in netto miglioramento rispetto ai 75 milioni del 2018.
Bilancio 2020: deficit di 66,3 milioni di euro, influenzato dalla pandemia di COVID-19.
Bilancio 2021: deficit di 49,7 milioni di euro, mitigato dall’Obolo di San Pietro.
Bilancio 2022: secondo alcune fonti, il deficit operativo è stato di circa 78 milioni di euro.
Bilancio 2023: deficit operativo di 83 milioni di euro, con entrate pari a 1.152 milioni e spese pari a 1.236 milioni.
Bilancio 2025: respinto. Il Consiglio dell’Economia ha respinto la prima versione del bilancio 2025 perché non riusciva a contenere il deficit. Solo di recente è stato approvato un nuovo bilancio con un deficit più contenuto.
Con informazioni tratte dal blog MiL e Il Messaggero.
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