Gaudium news > La Stanza delle Lacrime: dove il Cardinale diventa Papa

La Stanza delle Lacrime: dove il Cardinale diventa Papa

Monsignor Marco Agostini, Cerimoniere Pontificio, riflette su uno dei momenti più delicati del Conclave e sul suo significato spirituale.

cq5dam.thumbnail.cropped.1500.844 10 700x394 1

La “sala delle lacrime” durante il conclave del 2013. Foto: Vatican news

Redazione (07/05/2025 17:44, Gaudium Press) Sulla parete del Giudizio Universale, nella Cappella Sistina, su entrambi i lati dell’altare, ci sono due piccole porte chiuse. Quella di sinistra conduce alla cosiddetta “sala delle lacrime o del pianto”. Subito dopo l’elezione, per raccogliersi in preghiera per alcuni minuti, il papa neoeletto entra in questa sala e trova tre tonache bianche, una piccola, una media e una grande, preparate in precedenza per vestire il prescelto come Successore di Pietro.

Monsignor Marco Agostini, Cerimoniere Pontificio, spiega: “lì il papa prende coscienza di ciò che è diventato, di ciò che sarà da quel momento in poi.”

Su una delle pareti della Sala delle Lacrime o del Pianto, c’è una lapide datata 31 maggio 2013 che recita:

“In questa sala, chiamata ‘delle lacrime’ da quando Gregorio XIV, qui, il 5 dicembre 1590, appena eletto Papa, versò lacrime di commozione, il nuovo Pontefice, dopo aver accettato l’elezione, indossa l’abito appropriato”.

La sala delle lacrime è il luogo dove il Papa neoeletto si ritira in preghiera e cambia i suoi paramenti. Quali sono le caratteristiche formali di questa piccola sala?

“È una sala molto piccola, persino stretta, composta da due scale – una per salire e una per scendere – e una finestra. Si trova proprio dietro la grande opera di Michelangelo sul Giudizio Universale, sulla parete dove è stato dipinto anche l’affresco del Perugino dell’Assunzione, che non vediamo più, ma che possiamo immaginare e che conosciamo grazie a un disegno. È quindi in questo luogo che il Papa cambia i suoi abiti con uno sguardo trascendentale.

Ciò che accade in questo luogo è importante dal punto di vista simbolico. In quel momento, il Papa prende coscienza di ciò che è diventato, di ciò che è da quel momento in poi. Il cambio di abiti esprime il profondo cambiamento che avviene nella sua esistenza. In quel luogo, capisce che il ministero è più grande della persona. Forse da qui deriva il nome ‘sala delle lacrime’: perché nel momento in cui il nuovo Pontefice si rende conto che la figura del Papa è molto più grande della persona che la incarna, capisce anche che, in questo ruolo, dovrà morire ogni giorno, affinché non sia la sua persona, ma il suo ufficio a prevalere; affinché il Vicario di Cristo, il successore di Pietro, possa emergere oggi, dopo più di duecento Papi.”

Il papa appena eletto rimane solo o qualcuno lo assiste?

“Di solito è assistito dal maestro di cerimonie. Non posso dire altro perché non sono mai stato presente e non ho visto direttamente la scena. Sappiamo che il cardinale eletto viene scortato fino a quella porta, sotto il Giudizio Universale, a sinistra dell’altare, e scompare con il maestro di cerimonie; e da lì esce con le vesti pontificali.”

Stiamo vivendo l’Anno Giubilare, stiamo attraversando la Porta Santa. Attraversare la soglia della Sala delle Lacrime segna anche un cambiamento profondo?

“È un cambiamento molto profondo, si attraversa una soglia molto speciale, perché tocca l’intimità della persona che diventa Papa. Potremmo dire che questo tocca il cuore del ministero petrino: un uomo che diventa Papa, un cardinale che diventa Papa. Noi lo chiamiamo Papa, ma quando usiamo la terminologia con cui i Pontefici sono stati storicamente designati, diciamo Vicario di Cristo, Successore di Pietro e, come lo definiva Santa Caterina da Siena, il «dolce Cristo in terra». È splendido! Ma, ripeto, per contemplare questa visione, abbiamo bisogno di uno sguardo soprannaturale, abbiamo bisogno dello sguardo della fede.”

Con informazioni da Vatican News

 

 

lascia il tuo commento

Notizie correlate