La Chiesa riconosce un miracolo eucaristico in India
La Chiesa cattolica ha ufficialmente riconosciuto un miracolo eucaristico avvenuto in Kerala, in India, dove nel 2013 il volto di Gesù era apparso su un’ostia consacrata durante una celebrazione eucaristica. L’annuncio è stato dato dopo uno studio durato 12 anni.
Redazione (23/05/2025 16:01, Gaudium Press) Dopo oltre un decennio da uno straordinario fenomeno avvenuto durante una messa mattutina in una piccola chiesa rurale situata sulle colline del Kerala, nel sud dell’India, il Vaticano ha ufficialmente riconosciuto il miracolo eucaristico registrato nella chiesa di Cristo Re a Vilakkannur, il 15 novembre 2013.
Era un venerdì come tanti altri, finché non accadde qualcosa di profondamente inaspettato. Quando padre Thomas Pathickal sollevò l’ostia consacrata durante la consacrazione, cominciò ad apparire un’immagine misteriosa. Quella che era iniziata come una macchia, divenne radiosa, formando lentamente quello che sembrava inequivocabilmente un volto umano. Il sacerdote si fermò. I fedeli si inginocchiarono. Ora, undici anni e mezzo dopo, l’arcivescovo di Tellicherry, monsignor Joseph Pamplany, è apparso nella stessa chiesa per annunciare ciò che molti nella regione credevano da tempo: la Santa Sede ha ufficialmente riconosciuto il fenomeno come un autentico miracolo eucaristico.
La dichiarazione è stata trasmessa dall’arcivescovo Leopoldo Girelli, nunzio apostolico in India, e sarà solennemente proclamata durante una speciale celebrazione eucaristica il 31 maggio, presieduta dallo stesso nunzio.
Il riconoscimento del Vaticano aggiunge il miracolo di Vilakkannur a un elenco eccezionale e sacro di fenomeni nella storia della Chiesa che sfidano la spiegazione naturale, ma che approfondiscono le convinzioni spirituali. Nella maggior parte dei miracoli eucaristici documentati, è stato segnalato lo spargimento di sangue dall’ostia, e i test scientifici hanno spesso rivelato la presenza di tessuto cardiaco umano e del gruppo sanguigno AB, in accordo con le rilevazioni della Sacra Sindone di Torino.
Il caso di Vilakkannur è diverso: non c’è sangue o tessuto, solo un volto, radioso e inequivocabilmente umano, che apparve sull’ostia stessa. Questo volto, identificato dai testimoni come quello di Cristo, ha attirato migliaia di persone nel corso degli anni. Nei giorni successivi alla messa del 2013, il piccolo villaggio fu invaso dai pellegrini. Le strade erano congestionate e la polizia era dovuta intervenire per controllare la folla. Il fenomeno suscitò una fervida devozione, mentre le autorità ecclesiastiche custodivano discretamente l’ostia e avviavano un’indagine rigorosa, sia teologica che scientifica, secondo i protocolli vaticani per il discernimento delle affermazioni soprannaturali.
Tra il 2018 e il 2020, l’ostia è stata restituita alla Chiesa di Cristo Re per la venerazione pubblica. Successivamente è stata affidata all’allora nunzio apostolico, l’arcivescovo Giambattista Diquattro.
La decisione di riconoscere il fenomeno come miracoloso è arrivata solo dopo anni di analisi, preghiere e paziente discernimento. Ma il miracolo, ha sottolineato l’arcivescovo Pamplany, non è un requisito per la fede. “La presenza reale di Cristo nell’Eucaristia è un dogma, non una deduzione basata su segni”, ha detto durante l’annuncio.
“Il miracolo può aiutare a risvegliare o ravvivare la fede, ma la verità dell’Eucaristia si basa sulle parole stesse di Cristo”. Infatti, il Catechismo della Chiesa Cattolica ribadisce che nell’Eucaristia Cristo è «veramente, realmente e sostanzialmente» presente: Corpo, Sangue, Anima e Divinità. Ogni messa è, in sostanza, un miracolo, anche quando i nostri sensi rimangono inalterati. Tuttavia, la storia dimostra che a volte Dio decide di toccare i sensi.
Il miracolo di Vilakkannur si aggiunge ad altri come quello di Lanciano dell’VIII secolo, quello di Bolsena del 1263 e casi più recenti come quelli di Buenos Aires (anni ’90), Tixtla, Messico (2006) e delle città polacche di Sokólka e Legnica (2008 e 2013). In ogni caso, il miracolo non ha cambiato la teologia, ma l’ha illuminata. Ciò che distingue Vilakkannur è la sorprendente delicatezza del segno. Nessun sangue, nessun clamore scientifico, solo una rivelazione silenziosa. Nel volto visto nell’ostia, molti hanno visto lo sguardo di Cristo rivolto verso di loro.
Con informazioni di Aica
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