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Papa Leone XIV prende ufficialmente possesso della Cattedra di Vescovo di Roma

Nel pomeriggio di domenica 25 maggio, Leone XIV ha compiuto uno dei gesti più iconici dell’inizio di un pontificato: l’insediamento sulla Cattedra di Roma nella Basilica di San Giovanni in Laterano.

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Foto: Vatican news/ Vatican Media

Redazione (26/05/2025 15:21, Gaudium Press) Nel pomeriggio di domenica 25 maggio, Leone XIV ha concretizzato il carattere diocesano del suo ufficio di Vescovo di Roma. Dopo essere stato omaggiato al Campidoglio dal sindaco della città, il Papa ha presieduto una messa durante la quale ha preso possesso della Cattedra della Basilica Papale, la cattedrale della città, la Basilica di San Giovanni in Laterano. È stata una cerimonia solenne alla quale hanno partecipato il clero diocesano e numerosi fedeli. «Occupare la cattedra significa prendersi cura con amore del gregge di Cristo», ha spiegato il cardinale Baldo Reina, vicario generale del Papa per la diocesi, mentre Leone XIV prendeva posto sulla cattedra decorata con mosaici, della «madre di tutte le chiese», prima dell’inizio della liturgia della parola. Successivamente, il vescovo di Roma ha salutato i membri della diocesi venuti a rendergli omaggio: vescovi ausiliari, vicari e laici.

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La cattedra

La “cattedra” è la sede fissa del vescovo nella chiesa madre di una diocesi, da cui il nome “cattedrale”. La parola significa “sedia”, simbolo dell’autorità e della dottrina evangelica che il vescovo, come successore degli Apostoli, è chiamato a preservare e trasmettere alla comunità cristiana. Roma è considerata la sede della cattedra di Pietro perché è in questa città che egli ha concluso la sua vita terrena con il martirio.

Ed è proprio questo l’aspetto sottolineato da Leone XIV all’inizio della sua omelia: «La Chiesa di Roma è erede di una grande storia, radicata nella testimonianza di Pietro, di Paolo e di innumerevoli martiri, e ha un’unica missione, ben espressa da quanto è scritto sulla facciata di questa Cattedrale: essere Mater omnium Ecclesiarum, Madre di tutte le Chiese».

Leone XIV ha ripreso le parole del suo predecessore Francesco sulla «dimensione materna della Chiesa», invitando i fedeli a riflettere su questo: tenerezza, disponibilità al sacrificio e capacità di ascolto.

«Questi sono tratti che desideriamo crescano in tutto il popolo di Dio, e anche qui, nella nostra grande famiglia diocesana: nei fedeli e nei pastori, a cominciare da me», ha affermato Leone XIV. Commentando le letture del giorno, in particolare gli Atti degli Apostoli, il Papa ha parlato della comunità cristiana primitiva ad Antiochia e della sfida di aprirsi al mondo pagano.

Era una missione difficile, ma che fu definita attraverso il dialogo, attraverso le figure di Paolo e Barnaba, che salirono a Gerusalemme, poi Pietro e gli Apostoli che li ascoltarono. «Non decisero da soli: cercarono la comunione con la Chiesa madre e andarono lì con umiltà», ha ricordato il Papa.

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Annunciare il Vangelo, lasciandoci trasformare

Il Vangelo ci insegna «che non siamo soli nelle scelte che facciamo nella vita», ha continuato Leone XIV. Il dono dello Spirito ci aiuta a crescere. «Siamo ancora più capaci di proclamare il Vangelo se ci lasciamo conquistare e trasformare da esso, permettendo alla potenza dello Spirito di purificarci nel profondo del nostro essere, per rendere semplici le nostre parole, sinceri e chiari i nostri desideri, generose le nostre azioni», ha sottolineato.

Leone XIV ha espresso apprezzamento per il cammino impegnativo che la diocesi di Roma sta percorrendo in questi anni per accogliere le sue sfide, dedicandosi senza riserve a progetti coraggiosi e assumendosi dei rischi, anche di fronte a scenari nuovi e impegnativi. In questo Giubileo, si è sforzata di accogliere i pellegrini come «una casa di fede».

Vi offro «il poco che ho e che sono»

«Da parte mia, esprimo il desiderio e l’impegno di entrare in questo vasto cantiere, mettendomi, per quanto possibile, all’ascolto di tutti, per imparare, comprendere e decidere insieme: “per voi sono vescovo, con voi sono cristiano”, come diceva sant’Agostino. Chiedo che mi aiutiate a farlo in uno sforzo comune di preghiera e carità».

Concludendo, Leone XIV ha manifestato il suo affetto per la sua nuova famiglia diocesana, con il desiderio di condividere con essa gioie e dolori, fatiche e speranze. «Anch’io vi offro “il poco che ho e che sono”», ha affermato, citando le parole del Beato Giovanni Paolo I nella stessa occasione nel 1978. E ha affidato tutti all’intercessione dei Santi Pietro e Paolo e  «di tanti altri fratelli e sorelle, la cui santità ha illuminato la storia di questa Chiesa e le strade di questa città. Che la Vergine Maria ci accompagni e interceda per noi».

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Saluto dalla Loggia della Basilica

Al termine della celebrazione eucaristica, dalla loggia della basilica, il Papa si è rivolto ai fedeli riuniti davanti alla Basilica Lateranense. «La pace sia con voi!», ha esordito il suo discorso, come nel primo giorno della sua elezione, e ha ringraziato i presenti, invitandoli a testimoniare la speranza.

«Cari fratelli e sorelle, comunità di Roma, è con grande gioia che sono qui con voi questa sera, in questo atto liturgico. Celebriamo la mia presa di possesso come vostro nuovo vescovo di Roma. Grazie a tutti voi!».

«Viviamo la nostra fede, specialmente in questo anno giubilare, cercando la speranza, ma anche cercando di essere noi stessi testimonianza di speranza per il mondo, un mondo che soffre tanto: tanto dolore a causa delle guerre, della violenza, della povertà! Ma il Signore chiede a noi cristiani di essere sempre questa testimonianza vivente. Vivere la nostra fede, sentire nel nostro cuore che Gesù Cristo è presente e sapere che ci accompagna sempre nel nostro cammino. Grazie per camminare insieme! Camminiamo tutti insieme! Contate sempre su di me, che sono un cristiano con voi e un vescovo per voi”.

Con informazioni da Vatican news

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