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I vescovi di Washington denunciano una legge che obbliga a violare il sigillo confessionale

I vescovi prendono posizione per difendere l’inviolabilità del segreto confessionale. Ribadiscono comunque l’impegno della Chiesa nella protezione dei minori.

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Redazione (31/05/2025 11:57, Gaudium Press) Aciprensa riferisce che i vescovi dello Stato di Washington, negli Stati Uniti, hanno presentato giovedì una denuncia contro una nuova legge che obbliga i sacerdoti a denunciare gli abusi sui minori, di cui vengono a conoscenza durante il sacramento della confessione, sotto pena di reclusione e multe.

L’azione legale, presentata dall’arcidiocesi di Seattle e dalle diocesi di Spokane e Yakima, sostiene che la legge viola la libertà di religione protetta dal Primo Emendamento, in quanto infrange il segreto sacro della confessione. L’azione legale sostiene inoltre che la legge viola la clausola di uguale protezione del Quattordicesimo Emendamento, nonché la Costituzione dello Stato di Washington.

Firmata dal governatore Bob Ferguson il 2 maggio, la legge entrerà in vigore il 27 luglio e aggiunge il clero all’elenco delle persone obbligate a denunciare gli abusi sui minori nello Stato di Washington, ma nega loro esplicitamente l’esenzione dalla “comunicazione privilegiata” concessa ad altre figure professionali, come infermieri e terapeuti.

I sacerdoti che non denunciano gli abusi, di cui vengono a conoscenza durante la confessione, potrebbero rischiare fino a 364 giorni di carcere e una multa di 5.000 dollari. Ferguson, che è cattolico, ha difeso la misura all’inizio di questo mese, affermando di avere “grande familiarità” con la confessione, ma ha considerato la legge come una “legislazione importante” per proteggere i bambini

Nella causa, depositata presso un tribunale federale distrettuale, i vescovi sottolineano l’impegno della Chiesa cattolica per la protezione dei bambini, ma difendono, al contempo, l’inviolabilità del segreto confessionale.

“In linea con gli sforzi della Chiesa cattolica romana per sradicare il flagello sociale dell’abuso sui minori, l’Arcidiocesi cattolica romana di Seattle e le diocesi di Yakima e Spokane hanno adottato e implementato politiche, nelle rispettive diocesi, che vanno ben oltre gli attuali requisiti della legge dello Stato di Washington in materia di segnalazione di abusi e negligenza sui minori”, si legge nell’azione legale.

Si sottolinea che tali politiche esigono la segnalazione di sospetti abusi da parte del personale della Chiesa, compreso il clero, tranne quando le informazioni sono note solo in confessione, il che è protetto da “oltre 2.000 anni di dottrina della Chiesa”.

“Impegnati a mantenere il segreto confessionale, anche a costo di andare in prigione”

Il vescovo di Spokane, monsignor Thomas Daly, in una dichiarazione rilasciata all’inizio di questo mese, ha promesso che il clero non avrebbe violato il segreto confessionale, anche se ciò avesse significato andare in prigione. «Voglio assicurarvi che i vostri pastori, vescovi e sacerdoti, sono impegnati a mantenere il segreto confessionale, anche a costo di andare in prigione», ha detto Daly nel suo messaggio ai fedeli. «Il sacramento della penitenza è sacro e tale rimarrà nella diocesi di Spokane».

L’arcivescovo di Seattle, monsignor Paul D. Etienne, ha fatto eco a questa posizione, citando il diritto canonico, che proibisce ai sacerdoti di tradire la confessione di un penitente, pena la scomunica. Mons. Etienne ha citato le parole di San Pietro in Atti 5, 29: «Bisogna obbedire a Dio piuttosto che agli uomini», per sottolineare la posizione della Chiesa.

La Conferenza Cattolica dello Stato di Washington ha ribadito il proprio impegno per la sicurezza dei minori, difendendo al contempo la sacralità della confessione e invitando i cattolici a confidare che «le loro confessioni rimangono sacre, sicure, riservate e protette dalla legge della Chiesa».

«Attacco legislativo contro la Chiesa cattolica e il sacramento della confessione»

Il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti, sotto l’amministrazione del presidente Donald Trump, ha avviato un’indagine sulla legge, il 6 maggio, definendola una misura “anticattolica”. Il viceprocuratore generale degli Stati Uniti, Harmeet Dhillon, l’ha descritta come un “attacco legislativo contro la Chiesa cattolica e al suo sacramento della confessione”, sostenendo che discrimina il clero negando loro privilegi concessi ad altri professionisti.

Il Becket Fund for Religious Liberty, l’organizzazione no profit First Liberty Institute e lo studio legale WilmerHale rappresentano i vescovi di Washington.

Al momento della stampa, l’ufficio di Ferguson non aveva risposto alla richiesta di commento da parte di CNA, l’agenzia in lingua inglese di EWTN News.

Con informazioni da Aciprensa.

 

 

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