Gaudium news > Papa Leone XIV ha celebrato l’ ordinazione di undici sacerdoti nella Basilica di San Pietro

Papa Leone XIV ha celebrato l’ ordinazione di undici sacerdoti nella Basilica di San Pietro

Lo scorso sabato, 31 maggio, Papa Leone XIV ha proceduto all’ordinazione sacerdotale di undici diaconi per la diocesi di Roma, nella Basilica di San Pietro. Ha sottolineato che l’identità del sacerdote dipende dall’unione con Cristo, Sommo ed Eterno Sacerdote.

cq5dam.thumbnail.cropped.1500.844 40 700x462 1

Foto: Vatican news

Redazione (02/06/2025 15:55, Gaudium Press) «Oggi è un giorno di grande gioia per la Chiesa e per ciascuno di voi che ricevete le ordini sacerdotali, insieme alle vostre famiglie, ai vostri amici e compagni di viaggio durante gli anni della  formazione», così ha esordito Leone XIV nella sua omelia durante l’ordinazione sacerdotale di undici sacerdoti per la diocesi di Roma. Più di 5500 persone si sono raccolte nella Basilica di San Pietro per condividere questa gioia. Sottolineando il legame tra il popolo di Dio e il sacerdote, il Santo Padre ha ricordato che «l’identità del sacerdote dipende dall’unione con Cristo, Sommo ed Eterno Sacerdote».

A questi undici giovani, di età compresa tra i 28 e i 49 anni, il vescovo di Roma ha paragonato l’azione di Dio, che non si stanca mai di riunire i suoi figli, a una «brezza leggera». «La gioia di Dio non è rumorosa, ma cambia davvero la storia e ci avvicina gli uni agli altri», ha continuato, citando come esempio di questa gioia l’episodio evangelico della Visitazione, l’incontro tra Maria ed Elisabetta, celebrato dalla Chiesa nell’ultimo giorno di maggio.

Concepite la vostra vita alla maniera di Gesù

Riferendosi al Vangelo di Giovanni, cantato pochi minuti prima dell’omelia, Leone XIV ha sottolineato i legami tra Gesù e il mondo, che Cristo consegna nelle mani del Padre e che sono rafforzati dalla preghiera.

«Cari ordinandi, immaginatevi quindi voi stessi, alla maniera di Gesù! Essere di Dio – servi di Dio, popolo di Dio – ci lega alla terra: non a un mondo ideale, ma a quello reale. Come Gesù, sono persone in carne e ossa quelle che il Padre mette sul vostro cammino. Consacratevi a loro, senza separarvi, senza isolarvi, senza fare, del dono ricevuto, una sorta di privilegio. Papa Francesco ci ha messo in guardia tante volte contro questo, perché l’autoreferenzialità spegne il fuoco dello spirito missionario”.

L’imposizione delle mani, trasmissione dello Spirito creatore

Durante la celebrazione, il Papa, seguito da diversi sacerdoti, ha imposto le mani sui sette studenti del Pontificio Seminario Romano Maggiore e sui quattro formati nel seminario Redemptoris Mater. Questo gesto, con cui «Gesù accoglieva i bambini e guariva gli ammalati», è il segno della trasmissione dello Spirito creatore. «Il Regno di Dio pone ora in comunione le vostre libertà personali, disposte a uscire da voi stesse, unendo le vostre intelligenze e le vostre forze giovanili alla missione giubilare che Gesù ha trasmesso alla sua Chiesa», ha continuato Leone XIV.

Citando le parole di San Paolo, il Papa ricorda il ruolo dei sacerdoti come «custodi», e non come «maestri», alla sequela di Gesù. «Nessuno di noi è chiamato a sostituirlo. Il giorno dell’Ascensione ci insegna la sua presenza invisibile. Egli ha fiducia in noi, ci dà spazio», sottolinea. Così come i sacerdoti accolgono i loro nuovi fratelli, ormai ordinati, Leone XIV ha chiesto ai giovani sacerdoti di offrire spazio «ai fedeli e a tutte le creature». «Il popolo di Dio è più numeroso di quanto vediamo. Non definiamo i suoi limiti».

Trasparenza di vita e credibilità

Infine, sempre in riferimento alle parole di San Paolo, «Voi sapete come mi sono comportato» (At 20, 18), il Sommo Pontefice ha chiesto «una testimonianza credibile» da parte dei sacerdoti, attraverso la trasparenza delle loro vite. «Vite conosciute, vite leggibili, vite credibili!», ha esortato.

«Insieme, allora, ricostruiremo la credibilità di una Chiesa ferita, inviata a un’umanità ferita, in un creato ferito. Non siamo ancora perfetti, ma è necessario essere credibili».

«Allora la vita di questi fratelli che presto saranno ordinati sacerdoti è di profonda importanza. Ringraziamo loro e ringraziamo Dio che li ha chiamati a servire tutto il popolo sacerdotale. Perché insieme uniamo il cielo e la terra. In Maria, Madre della Chiesa, risplende questo sacerdozio comune, che esalta gli umili, unisce le generazioni e ci rende beati» – ha detto Leone XIV riferendosi all’inno di Maria nel Magnificat.

 

 

lascia il tuo commento

Notizie correlate