Sant’Antonio da Padova, dalla lingua incorrotta, un santo amato in tutto il mondo
Inizialmente era agostiniano, ma Dio lo rese francescano. È chiamato “santo universale” grazie alla sua fama e al suo grande amore.
Redazione (13/06/2025 17:51, Gaudium Press) Oggi si celebra Sant’Antonio da Padova, uno dei santi più popolari della Chiesa.
Sant’Antonio è anche uno dei Beati la cui devozione è stata deformata da una certa religiosità sentimentale. Dio voglia che conoscere i fatti della sua vita ci permettano di onorarlo come merita veramente.
Nasce ricco ma sceglie la povertà e la vita religiosa
Nasce a Lisbona, intorno al 1195, da una famiglia benestante. Entra nell’ordine degli Agostiniani, ma dopo aver visto i corpi martirizzati in Marocco di alcuni francescani, i primi martiri di quella comunità, decide di voler versare il proprio sangue e seguire quella via, per cui viene accolto nell’Ordine di San Francesco. Lì cambia il proprio nome di battesimo da Fernando ad Antonio.
Ma già francescano e inviato in Marocco, soffrì di idropisia (accumulo anomalo di liquidi) e dovette tornare in Europa. Nel frattempo, le condizioni atmosferiche del viaggio lo spinsero in Italia, più precisamente in Sicilia. Era ciò che Dio voleva. Dio è il nostro padrone e dobbiamo obbedire ai suoi ordini, che Egli si incarica di manifestare in molti modi.
In Italia partecipò al primo Capitolo Generale dell’Ordine, dove conobbe il grande San Francesco, che lo chiamava “mio vescovo”.
Cuoco – Grande predicatore
Assegnato alla provincia romana della Emilia Romagna, vi condusse una vita da eremita, ma fu anche cuoco, con grande serenità e umiltà, lui che a soli quindici anni era uno dei maggiori conoscitori delle Sacre Scritture del suo tempo.
Tuttavia, non passò molto tempo prima che i superiori si accorgessero dei suoi doni naturali e soprannaturali, eccellenti, e lo mandassero a predicare, non solo in Italia ma anche in Francia. Dal 1221 al 1223 percorre la Romagna, dove non solo espone la dottrina di Cristo e della sua Chiesa, ma combatte con grande successo contro i catari e i patarini, tanto che si diceva che gli eretici avessero un vero e proprio terrore delle discussioni con il Santo di Padova.
San Francesco d’Assisi voleva che la sua comunità non fosse solo santa ma anche dotta, e nominò Sant’Antonio primo lettore o professore di Teologia del nascente Ordine francescano, inviandolo a Bologna.
Tuttavia, questa esperienza di Sant’Antonio come professore fu breve, poiché, rispondendo alla chiamata di Papa Onorio, si trasferì a Montpellier per combattere l’eresia valdese. Lì predicava, polemizzava e svolgeva anche l’attività di professore di teologia, non solo a Montpellier ma in tutto il sud della Francia.
Va detto che non era solo la luce della sua scienza a portarlo al successo, ma che in molti casi comprovati compì veri e propri miracoli, che lo circondavano dell’aura di prestigio di taumaturgo.
Ritorno in Romagna
Nel 1227 si trasferì nuovamente in Romagna, poiché era stato eletto ministro provinciale.
Ma le sue forze fisiche cominciavano già a declinare, e per questo fu destinato al convento di Arcella, nei pressi di Padova, da dove usciva per predicare, ovunque gli fosse ordinato.
Morì nel 1231, quindi molto giovane, all’età di 36 anni. Fu canonizzato l’anno successivo: tanto era evidente la sua virtù.
Egli non era morto a Padova. Quando il suo corpo fu trasferito in questa città, 32 anni dopo la sua morte, si accorsero che la sua lingua era rimasta intatta: un miracolo con cui Dio voleva confermare che era Lui stesso a parlare attraverso la sua bocca.
La grande quantità di grazie che la Provvidenza ha concesso per sua intercessione, gli valgono il titolo di “santo universale”. È anche Dottore della Chiesa.
Con informazioni tratte da Catholic.net
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