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Corpus Domini, proclamando che questo Pane è il Corpo e il Sangue di Cristo

La solennità del Corpo e del Sangue del Signore era un gioiello che mancava nella corona della Chiesa. Storia della sua evoluzione.

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Redazione (23/06/2025 16:29, Gaudium Press) Il Corpus Domini – o Solennità del Corpo di Cristo – è una festività che commemora l’istituzione dell’Eucaristia nella notte del Giovedì Santo, destinata a rendere al Pane del Cielo un culto pubblico e solenne di adorazione e riparazione.

La storia di questa solennità risale al XIII secolo e alla sua istituzione contribuirono due eventi straordinari: le visioni di Santa Giuliana di Cornillon a Liegi, in Belgio, e il miracolo eucaristico di Bolsena, nei pressi della città italiana di Orvieto.

Santa Giuliana di Cornillon (1193-1258) era una religiosa cistercense che riceveva frequenti rivelazioni mistiche. Alcune delle sue visioni soprannaturali, ricche di simboli suggestivi, la portarono alla convinzione che nel calendario liturgico mancasse una festa che ravvivasse nei fedeli la fede nel Santissimo e riparasse le colpe commesse contro questo adorabile Sacramento. Si impegnò con tutte le sue forze per raggiungere questo obiettivo, contando sul sostegno di personalità cattoliche del suo tempo, come l’arciprete di Liegi, Jacques Pantaleón, confidente della santa, che in seguito sarebbe divenuto papa con il nome di Urbano IV.

A questo papa spettò la gloria di istituire la celebrazione del Corpus. Nel 1264 pubblicò la bolla “Transiturus de hoc mundo” che la istituiva, condannando nella stessa bolla l’eresia di Berengario di Tours che metteva in dubbio la transustanziazione. Magistrale pedagogia della Chiesa che, mentre esalta il mistero eucaristico, denuncia l’errore che gli si oppone.

San Tommaso aggiunse il suo ingegno

Per la liturgia del Corpus Domini, San Tommaso d’Aquino compose bellissimi inni che ancora oggi si recitano nella Messa e nella Liturgia delle Ore di quel giorno.

Vediamo in breve sintesi come era avvenuto il miracolo di Bolsena. Era l’anno 1263. Un ecclesiastico di Boemia, che sarebbe diventato noto come Pietro da Praga, era in pellegrinaggio a Roma. Durante il viaggio, si fermò a Bolsena, località della regione del Lazio, in Italia, per celebrare la Messa, anche se dentro di sé nutriva dubbi sulla presenza reale di Gesù nell’Eucaristia. Accadde che quando elevò l’Ostia consacrata, questa cominciò a trasudare abbondanti gocce di sangue, che bagnarono il corporale e caddero a terra, sotto gli occhi di numerosi fedeli, in preda all’emozione, che erano lì per assistere alla Messa. Il celebrante fu preso dal timore e si dissiparono i suoi dubbi sulla transustanziazione.

Immediatamente ne fu informato Urbano IV che si trovava nella vicina città di Orvieto, il quale mandò il vescovo del luogo a verificare la veridicità dell’accaduto. Una volta accertato il prodigio, fu organizzata una processione che recò il corporale alla presenza del Pontefice, il quale uscì andandogli incontro e, inginocchiandosi, esclamò: Corpus Christi! Quindi portò la reliquia nella cattedrale di Orvieto e ordinò che fosse costruita a Bolsena una chiesa in onore del Preziosissimo Sangue.

Nel XVI secolo, l’artista Raffaello Sanzio realizzò un enorme affresco, oggi visibile nei Musei Vaticani, “La Messa di Bolsena”, una glorificazione del miracolo, considerato il capolavoro di Raffaello come pittore di affreschi.

La morte di Urbano IV nel 1264 rese piuttosto difficile l’istituzione della festa nella Chiesa. Ma l’eterno Dio ha i suoi “tempi”. Più tardi, Clemente V prese in mano la questione e nel Concilio di Vienna (1311) ordinò l’adozione della festa con un nuovo decreto. Anche il suo successore, Giovanni XXII, ne sollecitò l’osservanza. E la solennità fece il suo corso.

Successivamente, le processioni eucaristiche furono incoraggiate dai papi Martino V ed Eugenio IV. Più tardi, il Concilio di Trento le rese ufficiali per le strade, da svolgersi in pompa magna e canti appropriati, affinché il Santissimo ricevesse l’omaggio dei fedeli, dei cittadini in generale e delle autorità, sia ecclesiastiche che dello Stato e delle forze vive della società.

Fino a non molto tempo fa, in diversi luoghi era del tutto normale vedere civili e militari con le loro insegne caratteristiche, durante il Corpus, il che contribuiva allo splendore della celebrazione, anche se il governo locale era laico. Questo perché non si professava ancora quella laicità che implica ostilità verso il cattolicesimo; perché una cosa è l’indifferenza o l’equidistanza, un’altra molto diversa è la discriminazione e l’opposizione… Ancora oggi, in città come la storica Toledo in Spagna, la processione del Corpus si svolge sempre con rappresentanti dello Stato, delle forze armate e degli organismi della società civile, senza violare le leggi vigenti né recare disturbo a nessuno.

In conclusione, riportiamo la parte del documento della Congregazione Romana per il Culto Divino “Direttorio sulla Pietà Popolare e la Liturgia” del 2002 che tratta della celebrazione del Corpus:

  1. La processione della solennità del Corpo e del Sangue di Cristo è, per così dire, la «forma tipo» delle processioni eucaristiche. Prolunga la celebrazione dell’Eucaristia: subito dopo la Messa, l’Ostia consacrata in quella Messa viene portata fuori dalla chiesa affinché il popolo cristiano dia pubblica testimonianza di fede e di venerazione al Santissimo Sacramento. I fedeli comprendono e amano i valori contenuti nella processione del Corpus: si sentono «Popolo di Dio» che cammina con il suo Signore, proclamando la fede in Lui, che si è fatto veramente «Dio con noi».

Tuttavia, è necessario che nelle processioni eucaristiche siano osservate le norme che ne regolano lo svolgimento, in particolare quelle che garantiscono la dignità e il rispetto dovuti al Santissimo Sacramento; ed è anche necessario che gli elementi tipici della pietà popolare, come l’addobbo delle strade e delle finestre, l’offerta di fiori, gli altari dove sarà collocato il Santissimo nelle stazioni del percorso, i canti e le preghiere muovano tutti a manifestare la loro fede in Cristo, prestando attenzione solo alla lode del Signore (…).

Negli ultimi anni, le strade delle nostre città e dei nostri paesi non hanno visto la processione del Corpus; per motivi sanitari la gente doveva mantenere il distanziamento sociale e rimanere chiusa in casa, mentre anche il Signore rimaneva “recluso” nei tabernacoli, solo, senza adoratori.

La persona umana è un’unità di anima e di corpo. Preoccuparsi solo del corpo e trascurare la salute dell’anima è un’altra forma assurda di “laicismo”…

Di P. Rafael Ibarguren, EP

(Apparso originariamente su www.opera-eucharistica.org)

 

 

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