«La vera morte è quella dell’anima: di questa dobbiamo avere paura!», ammonisce Leone XIV
Nella sua ultima udienza generale prima della pausa estiva, il Papa ha proseguito il ciclo di catechesi sulle guarigioni di Nostro Signore Gesù Cristo come segno di speranza.
Redazione (26/06/2025 17:30, Gaudium Press) Mercoledì 25 giugno, nella sua ultima udienza generale prima della pausa estiva, Papa Leone XIV ha proseguito il ciclo di catechesi sulle guarigioni operate da Nostro Signore Gesù Cristo, come segno di speranza. Il Santo Padre ha riflettuto sull’episodio riportato nel Vangelo di San Marco, in cui Gesù guarisce due donne: una bambina di 12 anni in fin di vita e una donna che da 12 anni soffriva di emorragie.
Una malattia molto comune ai nostri giorni: la stanchezza di vivere
Giarreo, il padre della bambina, esce di casa per chiedere aiuto, ma gli viene detto che sua figlia è morta. Gesù lo rassicura e lo incoraggia a conservare la fede. In quel frangente, la donna affetta da emorragie tocca il mantello di Gesù e viene guarita. Non lo tocca in modo superficiale, ma mossa dalla fede, poiché crede fermamente in Lui. Arrivato a casa di Giairo, Gesù ordina: «Ragazzina, alzati!», richiesta accolta subito dalla giovane.
Commentando queste due guarigioni, Leone XIV ha detto che esse rimandano a una malattia molto comune nel nostro tempo: la stanchezza di vivere. La realtà ci sembra troppo complessa, pesante, difficile da affrontare. Allora ci spegniamo, ci addormentiamo, nell’illusione che, al risveglio, le cose saranno diverse. «Ma la realtà va affrontata e, con Gesù, possiamo farlo», assicurò.
Molte persone si avvicinano a Gesù in modo superficiale
Il Santo Padre ha spiegato che ogni volta che compiamo un atto di fede rivolto a Gesù, si stabilisce un contatto con Lui e immediatamente da Lui sgorga la sua grazia. «A volte non ce ne rendiamo conto, ma in modo segreto e reale la grazia ci raggiunge e dall’interno, poco a poco, trasforma la vita», ha sottolineato. Ha anche precisato che oggi molte persone si avvicinano a Gesù in modo superficiale, senza credere veramente nella sua potenza. «Camminiamo sulla superficie delle nostre chiese, ma forse il nostro cuore è altrove!», ha ammonito.
Secondo il Pontefice, questo episodio ci mostra che Egli non solo ci guarisce da ogni malattia, ma ci risveglia dalla morte. «Per Dio, che è Vita eterna, la morte del corpo è come un sonno. La vera morte è quella dell’anima: questa sì dobbiamo temere!», ha assicurato.
Impariamo a cercare Gesù, Lui può guarirci
Leone XIV ha richiamato l’attenzione su un dettaglio importante: dopo aver resuscitato la bambina, Gesù chiede che le diano da mangiare. «Questo ci porta a chiederci: quando i nostri giovani sono in crisi e hanno bisogno di nutrimento spirituale, sappiamo offrirglielo? E come possiamo farlo se noi stessi non ci nutriamo del Vangelo?», ha chiesto.
Concludendo, il Papa ha lasciato un messaggio di speranza ai fedeli, ricordando che «nella vita ci sono momenti di delusione e di scoraggiamento, e c’è anche l’esperienza della morte. Impariamo da quella donna, da quel padre, a cercare Gesù. Lui può guarirci, può farci rinascere. Lui è la nostra speranza!». (EPC)
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