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San Benedetto: il Padre dell’Europa cristiana

Attraverso i suoi monaci, San Benedetto convertì un continente e gettò le radici di una nuova civiltà. Lo stile di vita da lui creato con cura è ancora oggi una luce per il nostro mondo travagliato. La Chiesa celebra la memoria di San Benedetto l’11 luglio.

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Redazione (11/07/2025 11:55, Gaudium Press) Quando pensiamo ai primi tempi dell’evangelizzazione dell’Europa, ci viene subito in mente la figura del grande Patriarca del Monachesimo occidentale, San Benedetto da Norcia, e dei suoi monaci.

Tra il silenzio, la disciplina e il lavoro, la preghiera, lo studio e il cerimoniale liturgico, l’Ordine Benedettino “ esercitò un’enorme influenza sull’espansione del Cristianesimo in tutto il continente” e ha segnato millecinquecento anni di storia.

Tuttavia, all’inizio della sua missione, probabilmente nemmeno San Benedetto stesso aveva chiara l’enorme chiamata che la Provvidenza gli aveva riservato: forgiare un nuovo tipo umano, suscitato da Dio per rinnovare la società del suo tempo.

Dalla fedeltà di un giovane nasce una nuova civiltà

Il giovane Benedetto, nato intorno all’anno 480, fu mandato dalla sua famiglia nella Città Eterna per compiere i suoi studi. La sua anima cristiana, tuttavia, non poteva sopportare la società romana decadente, sconvolta dalle invasioni barbariche e, soprattutto, dal degrado dei costumi. Sentendo il dissidio tra la sua integrità e l’ambiente che lo circondava, si ritirò nella solitudine del Monte Subiaco, per vivere lì come eremita. Chi avrebbe mai immaginato che il futuro dell’Europa cristiana stava per germogliare in una grotta sconosciuta, nascosta agli occhi degli uomini…

Nel 529 passò da Subiaco a Montecassino, dove dette inizio con alcuni discepoli a un’esperienza di vita comunitaria sotto la sua guida. La regola insegnata dal santo fondatore ai monaci mirava, nella sua essenza, a “costituire una scuola di servizio al Signore”.

Nella loro opera evangelizzatrice, i benedettini – come vennero chiamati i suoi figli spirituali – si diffusero in tutta Europa, fondando monasteri che determinarono con il segno della fede l’origine di diverse nazioni, come l’Inghilterra, la Germania, l’Austria e la Svezia. E lo fecero servendosi solo della loro influenza religiosa. Attraverso i canti, lo zelo per la maestà liturgica, il modo eccellente di coltivare la terra e la carità verso i poveri, segnarono l’ambiente con l’«ora et labora» e il buon odore delle loro virtù.

Lentamente la voce di San Benedetto si diffuse su tutta quella terra (cfr. Sal 18, 5), e lui divenne il padre di una civiltà nata dalla contemplazione, dall’amore per Dio, dall’ascolto della Parola, in sintesi, dal “sì” generoso di un giovane alla sua grande chiamata.

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Cammino sicuro verso Dio e verso il progresso

Con la nascita di Cluny, i monasteri benedettini costituirono una sorta di confederazione di abbazie che permise di irradiare più lontano e con maggiore penetrazione la mistica e l’ideale di vita dell’Ordine. Animati da questi, l’età medievale produsse i suoi frutti più maturi in campo spirituale, culturale e artistico.

Cluny si distinse tra gli uomini del suo tempo per «il suo “decoro” (decor) e il suo “splendore” (nitor) […], che si ammirano soprattutto nella bellezza della Liturgia, via privilegiata per raggiungere Dio».

Proclamando San Benedetto «patrono principale di tutta l’Europa», Paolo VI aveva riconosciuto le meraviglie di quest’opera, realizzata dal Santo e dai suoi monaci per la formazione della civiltà e della cultura europee. Ma non solo: con questo gesto, il Pontefice indicò al mondo moderno una via sicura in mezzo alle trasformazioni culturali e religiose che sta subendo.

Allo stesso modo, Benedetto XVI aveva ammonito che, per superare i problemi che affliggono l’Europa – e, mutatis mutandis, il mondo intero – non bastano le misure politiche, economiche e sociali. È necessario, soprattutto, «suscitare un rinnovamento etico e spirituale che si ispiri alle radici cristiane del continente. […] Alla ricerca del vero progresso, anche oggi ascoltiamo la Regola di San Benedetto come una luce per il nostro cammino».

Espansione dei frutti della Redenzione

La Santa Chiesa pone il massimo impegno nella promozione della salvezza delle anime. Tuttavia, come corollario di questa missione fondamentale, essa cerca di favorire ogni forma di bene, di bellezza e di dignità nell’esistenza degli uomini, al fine di glorificare Dio e facilitare la pratica della virtù.

Qualcosa di analogo è accaduto con San Benedetto, che «alla fine dell’età antica creò uno stile di vita che portò il cristianesimo a superare l’epoca dell’invasione barbarica». La sua elevata virtù agì come un salutare «fermento spirituale», che permise all’ Europa cristiana di nascere dalle rovine dell’Impero Romano.

Il «fenomeno San Benedetto» dimostra che, a partire dalla vita ecclesiale, monastica e religiosa, è possibile influenzare la società temporale in modo notevole, positivo e santo. Questa buona influenza non è altro che l’espansione dei frutti della Redenzione a tutti gli ambiti dell’attività umana.

Testo tratto dalla rivista Arautos do Evangelho n. 223, luglio 2020. Di P. Fernando Néstor Gioia Otero, EP.

 

 

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