San Pietro Crisologo, dalla sua bocca fiumi di latte e miele
È dottore della Chiesa, riconosciuto tale da Benedetto XIII. Sono conservati diversi suoi sermoni, veri e propri capolavori di dottrina
Redazione (30/07/2025 15:39, Gaudium Press) Pietro Crisologo nacque a Imola, in Italia, intorno all’anno 380. Fu formato dal vescovo di quella città, un grande uomo, Cornelio. La festa di questo santo si celebra oggi, perché morì il 30 o il 31 luglio, probabilmente nell’anno 450.
Cornelio, nella formazione, riuscì a instillare nella mente del suo discepolo il principio che per raggiungere la grandezza è necessario dominare le passioni, cosa che si ottiene principalmente con la grazia di Dio e questo esercizio a sua volta ottiene le benedizioni di Dio.
Arcivescovo di Ravenna
Era amico dell’imperatore Valentiniano e di sua madre Placida, e, su raccomandazione di questi, fu eletto arcivescovo di Ravenna quando questa città era la capitale, tanto che vi risiedeva l’imperatore. Questa nomina avvenne tra il 425 e il 429.
Un giorno gli scrisse Eutiche, presbitero di Costantinopoli, che in seguito avrebbe diffuso l’eresia monofisita, che negava le due nature di Cristo, la natura divina e la natura umana del Signore. Eutiche era già stato condannato e si rivolse a San Pietro Crisologo. San Pietro, fedele all’ortodossia, lo invitò a sottomettersi alla decisione del Papa di Roma, Leone, «perché il beato Pietro [cioè il Papa], che vive e presiede nella sua sede, concede la verità della fede a coloro che la cercano».
Era amico di San Leone Magno, Papa.
Già arcivescovo, si impegnò nell’evangelizzazione dei pagani, tanto che alla sua morte a Ravenna, erano pochi quelli che non erano cristiani.
Si distinse come grande oratore sacro. Crisologo significa colui che parla bene.
Riusciva a trasmettere con facilità ai suoi ascoltatori le verità della fede.
Non gli mancava il senso dell’umorismo. Diceva che non predicava in estate perché «in questo periodo di caldo afoso non predico, perché vi stringete troppo per ascoltarmi e con queste temperature così elevate arrivano il soffocamento e i malesseri, e poi date tutta la colpa ai miei sermoni».
Delle sue opere si conservano una lettera, 168 sermoni della Collectio Feliciana e 15 “stravaganti” (scritti non classificati). Il contenuto di questi sermoni è vario, alcuni riguardano testi della Scrittura, altri il Padre Nostro, omelie in commemorazione dei santi, esortazioni alla penitenza. Per la saggezza della sua dottrina fu nominato dottore della Chiesa da Benedetto XIII.
Era anche un grande propagatore della comunione frequente, che definiva il nutrimento essenziale.
Con informazioni di Aciprensa e El Testigo Fiel
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