“Non perdete la capacità di ammirare e di stupirvi”, esorta il Cardinale Arciprete di Santa Maria Maggiore
Il cardinale Rolandas Makrickas ha presieduto la Santa Messa solenne per l’anniversario della dedicazione della Basilica Papale di Santa Maria Maggiore e per la solennità di Nostra Signora delle Neve
Redazione (06/08/2025 13:28, Gaudium Press) Martedì mattina, 5 agosto, il Cardinale Arciprete Rolandas Makrickas ha presieduto la Santa Messa solenne per l’anniversario della dedicazione della Basilica Papale di Santa Maria Maggiore e per la solennità di Santa Maria della Neve.
Nella sua omelia, il cardinale ha invitato i fedeli ad essere “testimoni” delle “grandi opere” di Dio nel mondo, con “fede rinnovata e cuore puro come la neve”. Subito dopo, ha ricordato la storia del primo Santuario Mariano dell’Occidente, costruito su richiesta della Madonna.
Secondo la tradizione, nella notte tra il 4 e il 5 agosto dell’anno 358, una miracolosa nevicata cadde nel centro di Roma, sul Monte Esquilino, in piena estate.
Nostra Signora apparve in sogno a Papa Liberio chiedendogli di erigere una Basilica sul luogo dove aveva nevicato. Il mattino seguente, il Pontefice tracciò il perimetro del luogo dove sarebbe stata costruita la prima Basilica dell’Occidente dedicata a Maria della Neve, che oggi è una delle quattro Basiliche Papali di Roma: Santa Maria Maggiore.
La nevicata simbolo della grazia
Spiegando l’evento della nevicata di petali, ripetuto oggi in memoria della “nevicata miracolosa” avvenuta nell’anno 358, Dom Makrickas ha detto che “ogni anno migliaia di fedeli rimangono meravigliati e ispirati dalla nevicata di petali di rose bianche che cadono dal soffitto della nostra Basilica. Oggi anche noi siamo testimoni di questo segno”. La rappresentazione è stata poi ripetuta nel pomeriggio, durante i secondi vespri presieduti dall’arcivescovo Edgar Peña Parra, sostituto della Segreteria di Stato.
Il Cardinale Arciprete ha ricordato le parole di Papa Francesco durante sua partecipazione alle celebrazioni dello scorso anno. Il Pontefice, che oggi riposa nella Basilica, parlò di «un duplice sentimento che il fenomeno naturale della neve bianca suscita sempre nell’animo umano, ovvero ammirazione e stupore». Egli ha inoltre aggiunto che la nevicata può essere intesa come “simbolo di grazia”, cioè di una realtà che unisce “bellezza e gratuità”, essendo qualcosa che non si può “meritare, tanto meno comprare, ma solo ricevere come dono”.
La gioia non nasce dall’assenza di problemi
Sottolineando come sia qualcosa di totalmente “imprevedibile”, proprio come una nevicata a Roma in piena estate, il Card. Makrickas ha invitato i fedeli a non perdere la “capacità di ammirare e meravigliarsi”, poiché questi sentimenti fanno parte dell’esperienza stessa della fede.
Il Cardinale ha anche spiegato che la neve evoca “il candore, la purezza”, segni di appartenenza al mondo celeste. Inoltre, lo stupore, l’ammirazione e il candore, come purezza, grazia e manifestazione della vicinanza di Dio, sono realtà riunite nella Vergine Maria.
Infine, l’arciprete di Santa Maria Maggiore ha affermato che la Vergine “ esalta le grandi le opere del Signore”, non le proprie difficoltà e preoccupazioni, ma il Signore. E se c’è sempre la tentazione di lasciarsi dominare dalle paure, la Madonna ci mostra che «questa non è la strada giusta per noi», ponendo Dio come «la prima grandezza della vita: da qui sgorga il Magnificat, da qui nasce la gioia di credere e di vivere». La gioia non nasce dall’assenza di problemi, ma dalla «fede nella presenza di Dio che ci aiuta, che è vicino a noi». Seguendo le orme di Maria, che si riconosce piccola per ricordare le «grandi cose che il Signore compie nella nostra vita, nella vita della Chiesa e nel mondo». (EPC)
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