Gruppi jihadisti starebbero compiendo una “pulizia religiosa” in Mozambico e in altre regioni africane.
Sono preoccupanti le notizie che arrivano dal Mozambico sulla vita dei cristiani.
Foto: Vatican News
Redazione (09/08/2025 11:36, Gaudium Press) Sono preoccupanti le notizie che arrivano dal Mozambico sulla vita stessa dei cristiani.
Due mesi fa, quattro suore Mercedarie del Santissimo Sacramento hanno vissuto scene di terrore, dopo l’irruzione di un gruppo armato nella diocesi di Pemba, nel nord del Paese. Diciotto uomini armati di machete e altre armi hanno fatto irruzione nella missione dove le suore si prendono cura di trenta bambine. Gli assalitori hanno portato via computer, cellulari, denaro, hanno condotto le suore nella cappella, hanno fatto inginocchiare suor Esperanza e hanno minacciato di decapitarla.
In questi giorni, i notiziari internazionali riportano che miliziani identificati come appartenenti allo Stato Islamico (ISIS) hanno attaccato diversi villaggi cristiani del Paese, decapitando diverse persone, in quella che sembra essere un’operazione di “pulizia religiosa”.
Uno degli attacchi più crudeli è avvenuto nel villaggio di Natocua, nel distretto di Ancuabe, nella zona settentrionale del Mozambico, dove miliziani islamici avrebbero catturato e decapitato sei cristiani lo scorso 22 luglio. Secondo il MEMRI, un’organizzazione specializzata nel monitoraggio dell’estremismo, ciò che sta accadendo in varie parti dell’Africa è un “genocidio silenzioso” contro le comunità cristiane.
Un altro dei territori più devastati è la provincia di Cabo Delgado, nel nord del Mozambico. Solo tra il 20 e il 28 luglio, 46.000 persone sono state costrette a fuggire da questa provincia a causa della violenza jihadista. Qui opera il cosiddetto Stato Islamico Provincia del Mozambico, che ha recentemente diffuso venti fotografie in cui vantava l’incendio di chiese, abitazioni e l’uccisione di decine di civili, in attacchi a catena nel distretto di Chiure. Le immagini mostrano corpi decapitati e edifici in fiamme; viene anche mostrata l’esecuzione di quello che definiscono un membro delle “milizie infedeli”.
Un altro gruppo legato all’ISIS, chiamato Provincia Centrale Africana dello Stato Islamico, ha diffuso le foto dell’incursione compiuta il 27 luglio nel villaggio di Komanda, nella Repubblica Democratica del Congo. Lì i miliziani hanno aperto il fuoco contro una chiesa cattolica, oltre che contro case, negozi e veicoli. Si stima che in quell’attacco siano state uccise quarantacinque persone.
Diverse fonti assicurano che l’avanzata di questi gruppi jihadisti in alcune regioni dell’Africa è più di una minaccia crescente, quasi del tutto ignorata a livello internazionale.
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