Santa Chiara d’Assisi mise in fuga i musulmani
L’11 agosto la Chiesa celebra la memoria di Santa Chiara, nata da una nobile famiglia, che affrontò l’opposizione dei suoi e seguì San Francesco, fondando il primo ramo femminile dell’Ordine Francescano, noto come Clarisse. Tenendo nelle sue mani vergini un ciborio con ostie consacrate, Santa Chiara mise in fuga i musulmani che stavano attaccando il monastero di cui era badessa.
Redazione (11/08/2025 14:21, Gaudium Press) Proveniente da una famiglia nobile e molto ricca, Chiara nacque ad Assisi, nel centro dell’Italia, nel 1194. Suo padre era conte e cavaliere.
Poco prima della sua nascita, sua madre implorò l’aiuto di Dio e udì una voce che diceva: «Non temere! Darai al mondo una luce che lo illuminerà. Per questo chiamerai la bambina Chiara».[1]
Giovane di grande bellezza, consacrò la sua verginità al Divin Redentore. All’età di sedici anni, assistette a un’omelia di San Francesco d’Assisi e ne rimase così affascinata che decise di diventare sua discepola.
Una notte, raggiunta la maggiore età, lasciò furtivamente la casa paterna e, accompagnata da una parente, prese la strada per la chiesa di Santa Maria degli Angeli. San Francesco e alcuni frati andarono loro incontro con delle torce in mano e le introdussero nel santuario mariano.
Il Santo le tagliò i capelli, le diede l’abito, il velo e il cordone. Dopo aver pronunciato i voti di obbedienza, castità e povertà, andò a vivere in un convento femminile nelle vicinanze.
Adirato, il padre, accompagnato da alcuni parenti, si recò al convento e voleva costringerla a tornare a casa. Quando Chiara si tolse il velo che le copriva il capo, tutti videro che i suoi capelli erano stati rasati e, indignati, se ne andarono.
Commentando questo fatto, il dottor Plinio Corrêa de Oliveira affermò:
«Sottolineo la necessità di misurare il valore autentico delle cose sante e cattoliche, come quella della scena sopra descritta, per confrontarlo con la profonda decadenza in cui sta sprofondando il mondo, che sta diventando indifferente a queste cose meravigliose» [2]
La sorella, la nipote e la madre ricevono l’abito
La rabbia del padre aumentò quando seppe che anche l’altra figlia, Agnese, che aveva già fissato la data del matrimonio, si era trasferita in convento.
Mandò dodici uomini armati, guidati da uno zio di Agnese, per riportarla a casa. Irruppero nella casa religiosa, ma lei reagì con fermezza. Fu quindi trascinata per i capelli e picchiata. La giovane gridava chiedendo aiuto a Chiara, che pregava implorando l’intervento di Nostro Signore.
All’improvviso, il corpo della ragazza divenne così pesante che i dodici robusti uomini non riuscivano a trascinarla. Preso dalla rabbia, lo zio, con i suoi guanti di ferro, cercò di ferirla al viso, ma il suo braccio rimase paralizzato in aria.
Chiara allora sollevò sua sorella, che era diventata leggera come una piuma, tutta graffiata, e la ricondusse al convento. Confusi, i suoi aggressori si ritirarono.
Le trame dei nemici non servirono a nulla, poiché entrambe divennero suore esemplari e ottennero l’onore degli altari.
Molte altre giovani nobili di Assisi vollero abbracciare la vita religiosa e San Francesco fondò un monastero per loro, di cui Chiara divenne badessa.
Un giorno, sua nipote di nome Amata andò a trovarla. Ricevette una tale grazia da Dio che decise di diventare religiosa in quel convento. Condusse una vita perfetta e fu beatificata dalla Chiesa.
Anche sua madre, rimasta vedova, prese i voti e iniziò a obbedire a sua figlia.
Scena di straordinaria bellezza
A quel tempo, il Sacro Romano Impero Germanico era governato da Federico II, nipote di Federico Barbarossa. Uomo empio, aveva stretto accordi con i maomettani, ammesso nel suo esercito una truppa di questi pagani e aveva un harem. Persecutore dei papi, fu scomunicato più volte.
A proposito di Federico II, il dottor Plinio scrisse:
Egli «contagiava l’Italia con i costumi musulmani, la inondava di libri empî. Le sue cancellerie erano piene di scribi che sapevano adulare ogni passione, avvelenare ogni verità. Li spingeva a diffamare ciò che voleva far morire. Si alleava con tutti i perversi; intorpidiva, ingannava o intimidiva i fedeli».[3]
Una volta i suoi soldati musulmani tentarono di invadere il monastero di Santa Chiara. L’eroica badessa, tenendo nelle sue mani verginali un ciborio con ostie consacrate, avanzò contro i nemici che, terrorizzati, fuggirono.
È «un’altra scena di straordinaria bellezza: questa vergine consacrata a Dio che non indietreggia davanti all’invasore e lo affronta. (…) Davanti a lei, ostensorio vivente che porta il Santissimo Sacramento nelle mani, gli aggressori indietreggiano e fuggono».[4]
Santa Agnese di Praga e Beata Isabella di Francia
Tra le dame della nobiltà che divennero discepole di Santa Chiara, spiccava Agnese, figlia del re di Boemia – l’attuale Repubblica Ceca –, nata nella capitale, Praga, nel 1205, che fin da bambina desiderava diventare religiosa.
Alcuni tentativi di darla in sposa fallirono. Tuttavia, quando raggiunse i 28 anni, l’imperatore Federico II, rimasto vedovo, volle sposarla.
Agnese pregò Papa Gregorio IX di intervenire per impedire il matrimonio, poiché desiderava diventare clarissa, cioè discepola di Santa Chiara. Informato del desiderio di Agnese, l’imperatore acconsentì all’annullamento delle nozze.
Con l’aiuto di suo fratello, che era diventato re di Boemia, costruì due monasteri, uno per i francescani e l’altro per le clarisse, e un ospedale. Su raccomandazione di Agnese, la direzione di quest’ultimo fu affidata a un ordine militare che in seguito prese il nome di Canonici Regolari della Santa Croce della Stella Rossa.
E del convento femminile, per volontà di papa Gregorio IX, fu nominata badessa, carica che ricoprì per 40 anni fino alla sua morte, avvenuta nel 1282.
Sebbene non avesse conosciuto personalmente santa Chiara, Agnese ricevette dalla fondatrice delle clarisse una lettera che iniziava così: «A colei che è metà della mia anima e scrigno unico del mio affetto».[5]
Quando Santa Chiara si ammalò gravemente, Papa Innocenzo IV andò a trovarla e approvò la Regola da lei redatta. Poco dopo, la fondatrice delle clarisse consegnò la sua anima a Dio. Era l’11 agosto 1253. Due anni dopo, ricevette la gloria degli altari.
Agnese di Praga morì nel 1282 e fu canonizzata da Giovanni Paolo II.
C’era un’altra nobilissima dama che, in quel periodo, divenne clarissa: Isabella di Francia, sorella del re San Luigi IX. Fondò un convento nel Bois de Boulogne, nei pressi di Parigi, dove San Bonaventura si recò alcune volte per fornire orientamento alle religiose.
Morta nel 1270, fu beatificata da Leone X nel XVI secolo.
Di Paulo Francisco Martos
Nozioni di Storia della Chiesa
[1] ROHRBACHER, René-François. Vida dos Santos. São Paulo: Editora das Américas. 1959, v. 14, p. 346.
[2] CORRÊA DE OLIVEIRA, Plinio. Santa Chiara d’Assisi, modello di consacrazione a Dio. In Dr. Plinio. Anno X, n. 113 (agosto 2007), p. 26.
[3] Idem. O Legionário. San Paolo, 4-6-1944.
[4] Idem. Santa Chiara d’Assisi, modello di consacrazione a Dio. In Dr. Plinio. Anno X, n. 113 (agosto 2007), p. 28.
[5] SANTA CLARA DE ASSIS. In Fontes Franciscanas. 2a ed. Braga: Editorial Franciscana, 1996, v. II, p.107.
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