Assunzione della Madonna in Cielo: un cammino di luce aperto a tutti
Sebbene il suo Divin Figlio fosse già risorto in compagnia degli eletti, il fatto che Nostra Signora si unisse a loro, essendo la più bella, elevata e santa delle pure creature, fu un’ondata di consolazione per tutti coloro che attendevano la risurrezione dei loro corpi.
Redazione (15/08/2025 14:19, Gaudium Press) «Infatti, come per un solo uomo è venuta la morte, così per un solo uomo viene la risurrezione dei morti. Come tutti muoiono in Adamo, così tutti riceveranno la vita in Cristo» (I Cor 15, 21-22).
Tracciando un parallelo tra Cristo e Adamo, l’apostolo San Paolo mostra che non conosceremmo la morte se non fosse stato per il peccato del primo uomo, ed è stato necessario che un altro uomo trionfasse su di essa. Le nostre anime sono già state purificate dalla macchia originale attraverso il Battesimo, ma ci resta ancora da vincere la morte con i nostri corpi risorti.
«Ma ciascuno secondo un ordine determinato: prima Cristo, poi quelli che appartengono a Cristo, poi noi, che siamo la prima semina, alla venuta di Cristo» (I Cor 15, 23). Tra coloro che sono Suoi spicca Nostra Signora, la più eccelsa creatura umana, che acquista un corpo glorioso e occupa un posto speciale in Cielo per essere la Madre di Dio.
Sebbene la Chiesa non abbia definito se Maria sia morta o meno, è dogma di fede che Ella abbia varcato le soglie dell’eternità con il corpo e l’anima, realizzando il piano di Dio. La sua Assunzione ci offre una promessa di speranza, che in un certo senso può essere considerata maggiore di quella della Resurrezione di Nostro Signore Gesù Cristo.
Questa audace affermazione si basa sul fatto che Lei, in quanto creatura pura, è la Figlia primogenita della Chiesa, il membro di massima elevazione del Corpo Mistico di Cristo, e si trova quindi più vicina alla nostra contingenza umana di quanto non lo sia il suo Divin Figlio, che è Uomo ma anche Dio.
Seguendo l’esempio di Maria
Nel passaggio di Maria Santissima da questo mondo all’eternità, intravediamo già ciò che ci accadrà nel Giudizio Universale, se moriremo in stato di grazia.
Tutti noi lasceremo questa vita e questa è una profezia che chiunque può fare senza correre il rischio di sbagliare . E quanto tempo passerà tra la morte e la resurrezione? Non importa, perché per Dio nulla è impossibile. La nostra anima è stata creata da Lui dal nulla e il corpo, sebbene abbia origine umana nei genitori, è stato costituito da Lui.
Essendo onnipotente, Dio può creare e ricreare tutti gli esseri. Così come ha formato ciascuno di noi individualmente e ha infuso l’anima in ogni bambino appena concepito, può ordinare che i resti mortali degli uomini defunti – alcuni da migliaia di anni, come i nostri genitori Adamo ed Eva – siano ricomposti e i loro corpi ricostituiti in uno stato glorioso.
In ultima analisi, la resurrezione certifica l’onnipotenza divina. Con il semplice ricordo che moriremo, saremo sepolti e aspetteremo fino a quando non saremo ricomposti in modo glorioso, al punto da acquisire un corpo spiritualizzato, già pregustiamo quel momento di straordinaria bellezza in cui trionferemo, come Nostra Signora nel giorno dell’Assunzione.
Maria non poteva contenere più grazia
È edificante considerare che, indipendentemente dal fatto che Maria Santissima sia morta o meno, essendo immacolata non ha mai sofferto alcuna malattia, non è invecchiata né ha subito il minimo danno derivante dal peccato, e il suo corpo non è stato soggetto alla decomposizione, essendo questa una delle ragioni della sua Assunzione al Cielo.
Solleviamo, tuttavia, alcune ipotesi su altri motivi che potrebbero aver portato Nostra Signora a passare da questa vita all’eternità con il suo corpo glorioso.
La dottrina cattolica insegna che la carità è una virtù che ha le sue radici nella volontà. Quando è molto forte, l’amore spinge chi ama a unirsi a chi è amato. Ogni cristiano, nel giorno del Giudizio, dovrà presentare i propri progressi nella carità, poiché essa è indispensabile per entrare in Paradiso.
Ora, c’è stato qualcuno che ha lasciato questa vita non con amore, ma per amore: Nostra Signora. Sant’Alberto Magno afferma che «ha più obbligo di amare chi riceve di più. Alla Beata Vergine è stato dato più che a tutte le creature; quindi era obbligata ad amare più di qualsiasi altra».
E così fece, conclude il santo dottore. In Lei, la carità si intensificò a tal punto che il corpo non poté più sostenere l’anima, e il desiderio di contemplare Dio faccia a faccia per unirsi a Lui fece sì che l’anima di Maria Santissima, nell’ascendere, portasse con sé anche il corpo.
Inoltre, è certo che in Lei la grazia, sebbene piena fin dal suo concepimento, aumentò incessantemente nel corso della sua vita al punto da non poterla più contenere quando avvenne l’Assunzione.
Ecco la meraviglia di una creatura umana che, di pienezza in pienezza, di perfezione in perfezione, era giunta al limite estremo di ogni misura, fino a che non c’era quasi più differenza tra la sua comprensione dell’universo e la visione stessa di Dio.
Cosa le mancava? Solo l’Assunzione. La sua anima raggiunse una tale sublimità, elevazione e splendore che il velo di separazione tra la natura umana e la visione beatifica divenne sottile, si dissolse e, senza bisogno di passare attraverso alcun giudizio, Ella vide Dio. Di conseguenza, il suo corpo divenne glorioso ed Ella ascese al Cielo.
L’umanità divinizzata entra nella gloria
Un altro motivo che rende opportuno questo magnifico evento è la restituzione a Dio di tutti i benefici concessi al genere umano. Poiché la Seconda Persona della Santissima Trinità è discesa dal Cielo per incarnarsi, portando nel mondo la divinità umanizzata, era giusto che una persona umana facesse un’offerta armoniosamente contraria e portasse in Cielo il meglio della santità, il più bello, eccellente e straordinario che potesse esistere sulla terra: l’umanità divinizzata. Tale missione fu riservata a Maria. D’altra parte, Ella fu il tabernacolo del Figlio di Dio durante i nove mesi in cui generò la santissima umanità di Cristo. Era comprensibile che, avendolo accolto come tabernacolo sulla terra, anche Lui La accogliesse nel suo Santuario Celeste.
Gioia nell’eternità
Che gioia incomparabile provarono tutte le anime beate quando Nostra Signora entrò lì con il corpo e l’anima! Sebbene il suo Divin Figlio fosse già risorto in compagnia degli eletti, il fatto di unirsi a loro, essendo la più bella, elevata e santa delle creature pure, fu un’esplosione di consolazione per tutti coloro che attendevano la risurrezione dei loro corpi. Per quanto riguarda gli Angeli, essi aspettavano da molto tempo un tale evento, poiché Maria era stata la pietra dello scandalo, il segno di contraddizione che aveva diviso il mondo angelico, e la fedeltà a Lei, in quanto protagonista del piano divino, era stata la causa della beatitudine dei buoni.
È possibile che Dio abbia lasciato gli angeli in una sorta di suspense, senza rivelare dettagli sulla sua natività, affinché potessero formulare ipotesi nel corso della storia della salvezza, rimanendo sempre attenti a discernere quando la prevaricazione del popolo eletto Lo avrebbe portato a suscitare quella Figlia perfetta. Desiderosi di vederla seduta sul trono che le era stato destinato, volevano venerarla, rendere onore e omaggio a una Regina che, pur essendo solo una creatura umana, avrebbe avuto più grazia di tutti loro messi insieme. È nel momento della sua ascensione al Cielo che finalmente vedono realizzarsi questo desiderio, e con quale gioia!
L’incoronazione della Santissima Vergine
Dopo che Nostra Signora ebbe compiuto la sua missione, possiamo ben immaginare quale fu il suo trionfo in Cielo: le tre Persone della Santissima Trinità La ricevettero e La glorificarono. Incoronata dal Padre, che le conferiva il potere di intercedere e le affidava il governo del creato, Maria Santissima divenne amministratrice dei tesori divini; un suo sospiro è in grado di muovere la volontà del Creatore. Il Figlio, la Sapienza Eterna e Incarnata, le ha dato tutta la sapienza, e lo Spirito Santo, come suo Sposo, le ha concesso la facoltà di santificare le anime.
Di fronte al pegno della nostra risurrezione, che ci è dato dal mistero dell’Assunzione di Maria Santissima, dovremmo considerarci reciprocamente secondo questo ideale, come se fossimo già risorti, poiché al di sopra dello sconforto e delle prove di questa vita risplende la speranza della glorificazione verso cui tendiamo.
Viviamo cercando i beni dell’alto, e che il nostro pensiero segua il cammino percorso dalla Vergine Maria. Ella è entrata in Cielo con il corpo e l’anima ed è stata esaltata; noi, nel momento presente, poiché non possiamo entrarvi fisicamente, facciamolo almeno con il desiderio. Rivolgiamo lo sguardo al trono di Maria Assunta, e così riceveremo grazie su grazie per essere sempre posti su questa via che ci condurrà alla risurrezione felice ed eterna, quando recupereremo i nostri corpi in stato glorioso.
Mons. João Scognamiglio Clá Dias, EP
Testo tratto, con adattamenti, dalla rivista Arautos do Evangelho n. 188, agosto 2017.
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