“Aspirare a cose grandi”
Nella società materialista in cui viviamo, sono soprattutto i giovani a subire l’influenza deleteria delle forze del male.
Foto: Screenshot YouTube Vatican News
Redazione (01/09/2025 17:03, Gaudium Press) Le notizie di inizio agosto ci hanno riferito di oltre un milione di giovani, provenienti da 146 Paesi, che hanno partecipato al Giubileo della Gioventù. Durante la veglia di preghiera a Tor Vergata, Papa Leone XIV ha risposto alle domande dei giovani su temi cruciali, tra cui non poteva mancare il tema dell’Adorazione Eucaristica.
Ha detto loro, tra le altre cose: “Aspirate a cose grandi, alla santità, ovunque vi troviate. Non accontentatevi di meno”; “Adorate l’Eucaristia, fonte di vita eterna! Studiate, lavorate, amate come Gesù, il buon Maestro che cammina sempre al nostro fianco”.
“Rimaniamo uniti a Lui, rimaniamo sempre nella sua amicizia, coltivandola con la preghiera, l’Adorazione, la Comunione Eucaristica, la Confessione frequente e la carità generosa, come ci hanno insegnato i beati Piergiorgio Frassati e Carlo Acutis, che presto saranno proclamati santi”; “Vi affido a Maria, la Vergine della Speranza…”.
Da buon pastore che pascola le sue pecore, il Papa ha dimostrato quindi una speciale sollecitudine per quelli che sono, forse, la parte più fragile del gregge, i giovani. Saranno loro a forgiare il mondo di domani… artefici, sì, ma non esclusivi o determinanti. Perché è Dio che, attraverso cause seconde – tra cui figurano anche, non dimentichiamolo, gli angeli –, traccia i provvidenziali destini umani, anche se a volte ci sembra che il progetto divino sia disegnato con linee tortuose. È degno di nota anche ciò che il Papa ha detto a un gruppo di chierichetti francesi, nel corso di un’udienza, lo scorso 25 agosto.
“La Messa è l’evento più importante della vita del cristiano e della vita della Chiesa, perché è l’incontro in cui Dio si dona a noi per amore, ancora e ancora. Il cristiano non va a Messa per obbligo, ma perché ne ha assolutamente bisogno (…) Come non provare gioia nel cuore alla presenza di Gesù? Ma la Messa è, allo stesso tempo, un momento serio, solenne, intriso di gravità. Che il vostro atteggiamento, il vostro silenzio, la dignità del vostro servizio, la bellezza liturgica, l’ordine e la maestosità dei gesti introducano i fedeli nella sacra grandezza del Mistero”.
Nella società paganizzata in cui viviamo, sono soprattutto i giovani a subire l’influenza deleteria delle forze del male, ciò che nella saggia catechesi di un tempo veniva chiamato “il demonio, il mondo e la carne”. Negli smarrimenti che spesso attraversano i giovani di oggi, essi sono molte volte più vittime che colpevoli. E per affrontare il naufragio che si propaga, il Papa indica i «salvagenti» che non falliscono: la Messa, la preghiera, l’adorazione, la Comunione, la Confessione, la carità generosa, Maria.
Nessuno, giovane o anziano che sia, può praticare stabilmente i Comandamenti senza l’aiuto della grazia soprannaturale. Questo è un tema che, sebbene siamo in grado di comprenderlo e accettarlo, raramente ne assumiamo tutte le conseguenze. Purtroppo, tra i fedeli prevale il disinteresse per la cura della Parola di Dio, della liturgia, dei sacramenti, della devozione mariana. “Io sono la via, la verità e la vita” (Gv 14, 6) disse Gesù ai suoi apostoli nel Cenacolo, dopo aver istituito l’Eucaristia. Quando dice ai giovani “Aspirate a cose grandi”, Leone XIV si riferisce proprio alla Verità e alla Vita, a Gesù Cristo, che è la meta; la via è anche Lui e i mezzi che ci offre la Sua Chiesa.
Esortando i giovani con consigli così appropriati, il Papa non ha rivelato segreti né proposto novità; è ciò che è sempre stato e che rimane valido. Nel nostro cammino, torniamo all’essenziale per arrivare alla Vita. Come si ravvivano le braci nascoste sotto la cenere ancora calda, una pastorale ben condotta deve portare le anime a riaccendere la fiamma della fede nelle famiglie, nelle parrocchie, nei movimenti.
Per favorire questa rinascita spirituale, poche cose sono così appropriate come il sacramento eucaristico. Se si deve aspirare alla grandezza, ecco la cosa più grande: l’Eucaristia.
In una delle sue conferenze, il professor Plinio Corrêa de Oliveira, adoratore e apostolo dell’Eucaristia, affermava: “Immaginiamo ciascuno di noi ai piedi del Crocifisso.
Pensando al Sangue che versa, questa sarebbe una bella preghiera: ‘Signore mio, fa’ che una goccia del tuo sangue cada su di me e mi trasformi’. Ora, una comunione è molto più di questo! Perché attraverso di essa tutti i meriti di Nostro Signore Gesù Cristo sono offerti per me per redimere i miei peccati”.
“Devo quindi accostarmi alla Comunione pieno di fiducia, sapendo che ricevendola sto acquisendo il rimedio per tutti i mali e la soluzione per tutti i problemi. Devo anche dire a Nostra Signora: ‘O Madre mia, fa’ che i meriti di tuo Figlio si manifestino in me come si sono manifestati in te ‘.
“In questo modo possiamo essere certi di diventare ‘milionari’ di meriti per una semplice Comunione. Se una persona trascorresse tutta la vita da sola in una grotta, pregando e facendo penitenza, non acquisirebbe tanti meriti quanti quelli ottenuti con una sola comunione. Vediamo quindi di quale dono inestimabile disponiamo. (Rivista “Dr. Plinio”, n. 136, San Paolo, luglio 2009).
Qualcosa di così semplice, profondo e accessibile come queste affermazioni incoraggerebbe molte persone che non conoscono il valore della Comunione e sono demotivate ad avvicinarsi alla Santa Mensa. Caro lettore, cara lettrice, questi sono argomenti da affrontare eventualmente con familiari, amici o colleghi. Così facendo, offrirete “milioni di meriti” a persone che, essendo state battezzate, hanno sicuramente una sete inconfessata di Dio.
Preghiamo quindi per i nostri giovani, per la Chiesa e per il Papa.
Di P. Rafael Ibarguren, EP
(Pubblicato originariamente su www.opera-eucharistica.org)
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