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Leone XIV ai vescovi: il dono ricevuto è quello di servire la causa del Vangelo

Oggi, giovedì 11 settembre, nella Sala del Sinodo in Vaticano, il Papa ha ricevuto in udienza i 192 vescovi ordinati nell’ultimo anno. Nel suo discorso, il Pontefice ha chiesto loro di «essere sempre vigili e di camminare con umiltà e preghiera» di fronte alle sfide attuali.

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Foto: Vatican News/ Vatican Media

Redazione (11/09/2025 16:22, Gaudium Press) È iniziata il 3 settembre e si conclude oggi, giovedì 11 settembre, la formazione per i vescovi di recente nomina, organizzata dal Dicastero per l’Evangelizzazione e dal Dicastero per i Vescovi, dal titolo “Testimoni e annunciatori della speranza fondata in Cristo”.

Nella sala del Sinodo, in Vaticano, i vescovi nominati nel corso dell’ultimo anno hanno avuto una serie di incontri, su temi che possono essere utili per l’attività pastorale, amministrativa e per la riflessione personale e comunitaria nelle loro diocesi di provenienza.

Al termine di questi incontri, tenuti da alcuni superiori della Curia Romana e da personalità ecclesiastiche e non, comunque esperti nei loro settori di competenza, il Santo Padre ha ricevuto in udienza i 192 partecipanti.

Servire la fede del popolo

”Il dono che avete ricevuto non è per voi stessi, ma per servire la causa del Vangelo”, ha ricordato loro il Papa. E ha continuato: “Siete stati scelti e chiamati per essere inviati, come apostoli del Signore e come servitori della fede” perché “il vescovo è un servitore” ed è chiamato “a servire la fede del popolo”.

Per il Sommo Pontefice, il servizio non è una caratteristica esteriore o un modo di esercitare il proprio ruolo. Al contrario, coloro che Gesù chiama ad essere suoi discepoli e ad annunciare il Vangelo, in particolare i Dodici “devono dare prova di una libertà interiore, di una povertà di spirito e di una disponibilità al servizio che nascono dall’amore, al fine di incarnare la scelta stessa di Gesù, che si è fatto povero per arricchirci” (cfr. 2 Cor 8, 9). Così, ha continuato, Gesù “ha manifestato lo stile di Dio, che non si rivela a noi nella potenza, ma nell’amore di un Padre che ci chiama alla comunione con Lui”.

La vicinanza al popolo

Il Sommo Pontefice ha inoltre chiesto ai nuovi vescovi di “essere sempre vigili e di camminare con umiltà e preghiera”, per essere “servitori del popolo al quale il Signore li invia”. Questo servizio, ha insistito, ricordando le parole del suo predecessore, è un “segno della vicinanza di Dio”. “La vicinanza al popolo che ci è affidato non è una strategia opportunistica, ma la nostra condizione essenziale. A Gesù piace avvicinarsi ai suoi fratelli attraverso di noi, attraverso le nostre mani aperte che accarezzano e consolano; attraverso le nostre parole, pronunciate per ungere il mondo con il Vangelo e non con noi stessi; attraverso il nostro cuore, quando si fa carico delle angosce e delle gioie dei nostri fratelli” come aveva detto Papa Francesco nel suo discorso ai vescovi che partecipavano allo stesso corso di formazione il 12 settembre 2019.

I vescovi di fronte alle sfide attuali

Il Papa ha invitato i partecipanti a riflettere su cosa significhi essere servitori della fede del popolo nel contesto attuale. Per quanto sia importante e necessaria “la semplice consapevolezza che il nostro ministero è radicato nello spirito di servizio, a immagine di Cristo, non è sufficiente”, ha affermato. Infatti, il servizio in nome della fede del popolo deve tradursi anche “nello stile dell’apostolato, nelle diverse forme di cura e governo pastorale, nell’aspirazione all’annuncio, nel modo più diversificato e creativo possibile, secondo le situazioni concrete che incontrerete”, ha sostenuto il Successore di Pietro.

Per Leone XIV, la crisi della fede e della sua trasmissione, così come le difficoltà legate all’appartenenza e alla pratica ecclesiale “ci invitano a ritrovare la passione e il coraggio necessari per un nuovo annuncio del Vangelo”. Infatti, molte persone che sembrano lontane dalla fede “spesso tornano a bussare alla porta della Chiesa o si aprono a una nuova ricerca di spiritualità, che a volte non trova linguaggio né forme adeguate nelle consuete proposte pastorali”. Per questo il Papa ha invitato a non dimenticare le “altre sfide, di natura più culturale e sociale”, che “riguardano tutti noi e interessano in modo particolare alcune regioni”, come il “dramma della guerra e della violenza, la sofferenza dei poveri, l’aspirazione di molti a un mondo più fraterno e solidale”, o anche le “sfide etiche” relative al valore della vita e della libertà.

In questo contesto, la Chiesa “vi invia come pastori attenti, premurosi, che sanno condividere il cammino, le domande, le angosce e le speranze delle persone”; ma anche “pastori che desiderano essere guide, padri e fratelli per i sacerdoti e per le sorelle e i fratelli nella fede”, ha esortato Leone XIV. “Che il soffio dello Spirito non venga mai a mancarvi e che la gioia della vostra ordinazione, come un profumo soave, possa diffondersi anche su coloro che andrete a servire”, ha concluso il Sommo Pontefice.

Con informazioni da Vatican news

 

 

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