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All’udienza generale, il Papa: la speranza cristiana nasce dal silenzio.

 “La speranza cristiana non nasce dal rumore, ma dal silenzio di un’attesa piena d’amore”, ha affermato Papa Leone.

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Foto: Screenshot Youtube Vatican Media

Redazione (18/09/2025 11:44, Gaudium Press) Questa mattina, davanti alla folla riunita in Piazza San Pietro e continuando il suo ciclo di catechesi giubilari, Papa Leone XIV ha parlato della fiducia, che deve cercare di essere sempre in sintonia con i piani di Dio.

“Nel nostro percorso di catechesi su Gesù, nostra speranza, oggi contempliamo il mistero del Sabato Santo. Il Figlio di Dio giace nel sepolcro. Ma la sua ‘assenza’ non è un vuoto: è un’attesa, una pienezza contenuta, una promessa contenuta nell’oscurità. È il giorno del grande silenzio, in cui il cielo sembra silenzioso e la terra immobile; tuttavia, è proprio lì che si compie il mistero più profondo della fede cristiana. È un silenzio carico di significato, come il grembo di una madre che porta in sé il proprio figlio, non ancora nato, ma già vivo”, ha detto il Pontefice.

“Il corpo di Gesù, deposto dalla croce, è avvolto con cura, come si fa con qualcosa di prezioso. L’evangelista Giovanni ci racconta che fu sepolto in un giardino, in «un sepolcro nuovo, nel quale nessuno era ancora stato deposto» (Gv 19,41). Nulla è lasciato al caso. Quel giardino evoca l’Eden perduto, il luogo dove Dio e l’uomo si sono uniti. E quella tomba inutilizzata parla di qualcosa che deve ancora accadere: è una soglia, non una fine. All’inizio della creazione, Dio piantò un giardino; ora anche la nuova creazione inizia in un giardino: con una tomba chiusa che presto si aprirà”.

Riposo pieno della presenza nascosta del Signore

“Il Sabato Santo è anche giorno di riposo. Secondo la legge ebraica, il settimo giorno non si deve lavorare: infatti, dopo sei giorni di creazione, Dio si riposò (cfr. Gn 2,2). Ora anche il Figlio, dopo aver completato la sua opera di salvezza, riposa. Non perché è stanco, ma perché ha terminato la sua opera. Non perché si è arreso, ma perché ha amato fino all’estremo. Non c’è altro da aggiungere. Questo riposo è il sigillo di un’opera compiuta, la conferma che ciò che doveva essere fatto è stato realmente compiuto. È un riposo pieno della presenza nascosta del Signore”.

Da qui il Santo Padre parla della necessità di questi momenti di “sosta”, che finiscono per essere un gesto di fiducia verso il Signore:

“Ci costa fermarci e riposare. Viviamo come se la vita non fosse mai abbastanza. Ci affrettiamo a produrre, a dimostrare, a non perdere terreno. Ma il Vangelo ci insegna che saper fare una pausa è un gesto di fiducia che dobbiamo imparare ad avere. Il Sabato Santo ci invita a scoprire che la vita non dipende sempre da ciò che facciamo, ma anche da come diciamo addio a ciò che abbiamo realizzato”.

Nel silenzio del sepolcro “inizia a fermentare la nuova vita”. “Così anche il nostro tempo ‘inutile’, quello delle pause, del vuoto, dei momenti sterili, può diventare grembo di risurrezione. Ogni silenzio accolto può essere premessa di una nuova Parola. Ogni tempo sospeso può diventare tempo di grazia, se lo offriamo a Dio”.

“A volte cerchiamo risposte rapide, soluzioni immediate. Ma Dio opera nel profondo, nel tempo lento della fiducia. Il sabato della sepoltura diventa così il grembo da cui può scaturire la forza di una luce invincibile, quella della Pasqua”.

Il Pontefice conclude avvertendo che “la speranza cristiana non nasce dal rumore, ma dal silenzio di un’attesa piena d’amore. Non è figlia dell’euforia, ma dell’abbandono fiducioso” nel Signore.

Con informazioni da Vatican.va

 

 

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