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Il Papa alle suore: la forza della fedeltà viene da Cristo

Ieri, lunedì 22 settembre, Leone XIV ha ricevuto in udienza una delegazione delle Carmelitane Scalze della Terra Santa, delle Suore di Santa Caterina Vergine e Martire, delle Missionarie Salesiane di Maria Immacolata e delle Suore di San Paolo di Chartres, in occasione dei loro Capitoli Generali e delle Assemblee Generali.

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Foto: Vatican news/ Vatican Media

Redazione (23/09/2025 15:08, Gaudium Press) Una donna forte, chi la troverà? Il suo valore è ben superiore a quello delle perle”. Partendo da questa riflessione, il Sommo Pontefice ha affermato di aver trovato una risposta nelle storie di queste quattro fondazioni religiose. «Una caratteristica comune agli Istituti a cui appartenete è il coraggio che ha contraddistinto i vostri inizi», ha indicato il Papa, spiegando che Dio ha trovato in queste costruzioni «non una, ma molte donne forti e coraggiose, che non hanno esitato a correre rischi e ad affrontare problemi per abbracciare i loro progetti e rispondere “sì” alla sua chiamata».

Ha anche elogiato la longevità di queste opere, sottolineando il fatto che le prime di queste istituzioni non hanno agito soltanto nel loro passato, ma «hanno aperto la strada a molte altre che, come voi, seguendo Cristo povero, casto e obbediente, hanno continuato l’opera, a volte fino al martirio».

Contemplazione e impegno apostolico, radici della vita consacrata

Leone XIV ha definito le fondatrici di questi quattro istituti religiosi «donne straordinarie», elogiando il loro lavoro missionario, svolto in «tempi difficili». Esse «si sono chinate sulla miseria morale e materiale delle zone più abbandonate della società; per stare vicine ai bisognosi,  disposte a rischiare la vita, persino a perderla, vittime di una violenza brutale in tempo di guerra», ha affermato il Papa, richiamando le parole dell’Hymnus Fortem virili pectore, un antico inno della Liturgia delle Ore che «canta le lodi di donne come loro, rivelando il loro segreto»: «Hanno domato la carne con il digiuno, nutrito lo spirito con il dolce cibo della preghiera, placato la sete con le gioie del cielo». Leone XIV ha sottolineato che queste parole «sagge e profonde» ricordano «le radici della vostra vita consacrata, sia nella contemplazione che nell’impegno apostolico».

Il Sommo Pontefice ha anche ricordato alle religiose che «la forza della fedeltà», sia nella contemplazione che nell’impegno apostolico, «proviene dalla stessa fonte, Cristo», e che i mezzi per raggiungere la sua ricchezza sono, come insegna la millenaria esperienza della Chiesa, «l’ascesi, la preghiera, i Sacramenti, l’intimità con Dio, con la sua Parola, con le cose del Cielo».

Il Santo Padre ha anche utilizzato la testimonianza millenaria di questi istituti religiosi per opporsi ai discorsi che cercano di dimostrare che le virtù religiose sono irraggiungibili. «Alcuni, nel nostro mondo immanentista, potrebbero pensare che si tratti di “spiritualismo”, ma sarebbero facilmente confutati dalla testimonianza di ciò che le vostre congregazioni hanno fatto e continuano a fare nel corso dei secoli».

Inoltre, il Santo Padre ha insistito sul fatto che «tutto questo è stato possibile solo grazie alla forza che viene da Dio», ricordando l’esperienza apostolica quotidiana. «La nostra opera è nelle mani del Signore, e noi siamo solo piccoli strumenti inadeguati, “servi inutili”, come dice il Vangelo», ha sottolineato Leone XIV. «Se ci affidiamo a Lui, se restiamo uniti a Lui, grandi cose accadono, proprio attraverso la nostra povertà», ricordando a questo proposito Sant’Agostino che, nel De sancta virginitate, raccomanda alle vergini: «Salite in alto con il piede dell’umiltà. [Dio] eleva coloro che Lo seguono con umiltà […]. Affidategli i doni che vi ha concesso, affinché li conservi; riponete in Lui la vostra forza» (cfr. Sal 58, 10). Ma per questo è necessario «intraprendere coraggiosamente il cammino della croce».

Con informazioni da Vatican.va

 

 

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