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Stati Uniti: il senatore Durbin ha rifiutato il premio dell’arcidiocesi di Chicago

La forte reazione negativa dei vescovi statunitensi e la portata globale della polemica hanno finito per indurre il politico a rinunciare al riconoscimento.

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Redazione (03/10/2025 14:17, Gaudium Press) La decisione del cardinale Blase Cupich, arcivescovo di Chicago, di conferire il premio “Lifetime Achievement” (un riconoscimento per i successi ottenuti durante la vita pubblica di un cittadino) al senatore democratico Dick Durbin, in riconoscimento del suo lavoro a favore degli immigrati, ha provocato una reazione intensa e polarizzata tra vescovi, teologi e gruppi pro-vita.

Il senatore Durbin ha una lunga storia di difesa pubblica dell’aborto, motivo per cui molti prelati, tra cui Mons. Thomas Paprocki, di Springfield – dove Durbin risiede ufficialmente – lo considerano “inadatto a ricevere qualsiasi onorificenza cattolica”. Monsignor Paprocki ha ricordato che Durbin è impossibilitato a ricevere l’Eucaristia in quella diocesi dal 2004, proprio a causa del suo costante sostegno all’aborto. E ha sostenuto che il conferimento di un premio a una persona con questo passato ferisce la coerenza della dottrina cattolica e può scandalizzare i fedeli.

Da parte sua, l’arcivescovo Salvatore Cordileone di San Francisco ha espresso solidarietà a Paprocki e ha avvertito che la chiarezza e l’unità della Chiesa sono a rischio, poiché tale onorificenza indebolisce il messaggio centrale della fede sulla dignità umana e sulla vita fin dal suo concepimento.

Secondo il sito The Pillar, applaudire pubblicamente qualcuno che difende una legislazione contraria alla dottrina cattolica sulla vita, suscita una crisi di credibilità e di confusione tra i fedeli.

Ma il Cardinale Cupich ha giustificato la sua azione dicendo che è in linea con le linee guida della Congregazione per la Dottrina della Fede del maggio 2021, che raccomandano ai vescovi di “avvicinarsi e dialogare” con i politici cattolici nella loro giurisdizione, per capire le loro posizioni e sottolineare l’insegnamento della Chiesa. Ha sottolineato che Durbin è registrato in una parrocchia di Chicago, che lo considera sotto la sua responsabilità pastorale. Cupich ha sostenuto che il premio non è un’approvazione incondizionata del parlamentare, ma un riconoscimento specifico dell’azione di Durbin in difesa degli immigrati, della cura dei poveri e della promozione della giustizia sociale, dimensioni contemplate anche dalla dottrina cattolica.

Cupich ha insistito sul fatto che non si trattava di relativizzare la questione dell’aborto, ma di valorizzare ciò che il senatore ha fatto di positivo. Per il cardinale, la condanna totale chiude solo le porte al dialogo, mentre lo stimolo può aprire orizzonti e persino favorire future conversioni.

Peraltro, le critiche non si sono limitate al territorio nordamericano: anche Roma è stata interrogata sul caso e lo stesso Papa Leone XIV, in risposta ai giornalisti, ha rilasciato dichiarazioni interpretate come un invito a considerare la totalità della vita pubblica di un politico. Il Santo Padre ha ricordato che ci sono molti ambiti in cui la dottrina cattolica deve essere difesa, senza escludere la centralità della vita nascente, ma suggerendo che l’analisi non debba ridursi a un unico tema.

La polemica, tuttavia, non si è placata. Diversi vescovi hanno continuato a manifestare preoccupazione per la confusione che tale gesto avrebbe potuto generare tra i fedeli, trasmettendo l’idea che la difesa della vita possa essere relativizzata di fronte ad altri impegni politici. La tensione interna è cresciuta a tal punto che la stessa Arcidiocesi rischiava di vedere l’omaggio trasformarsi in uno scandalo pubblico, mettendo in discussione la chiarezza della testimonianza cattolica nella sfera sociale.

È stato allora che lo stesso Durbin, forse per evitare un imbarazzo maggiore, ha comunicato al cardinale Cupich la sua decisione di rifiutare il premio. Così, quello che era iniziato come un tentativo di sottolineare la solidarietà verso gli immigrati si è concluso con un episodio di polemica e divisione. Il rifiuto del senatore chiude, almeno per ora, una controversia che ha posto vescovi, fedeli e persino il Papa al centro di un acceso dibattito.

L’episodio mette in luce la difficoltà di conciliare, nell’attuale scenario politico, la coerenza integrale della dottrina cattolica con le alleanze pragmatiche che si stabiliscono attorno ad altre questioni sociali. Mentre alcuni sostengono che la vita nascente sia il criterio assoluto per la partecipazione politica, altri insistono sulla necessità di una visione più ampia. Tuttavia, la realtà è che, dopo tante parole, comunicati e dichiarazioni, a porre fine alla disputa non è stato un sinodo dei vescovi né una decisione collegiale della Chiesa, ma un semplice gesto di un laico.

Di Rafael Tavares

 

 

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