Papa Leone XIV: «L’ottimismo può deludere, ma la speranza promette e mantiene».
Il Pontefice ha ricordato nell’Udienza Generale, che siamo stati creati per la pienezza, per vivere la vita in abbondanza e che questo desiderio profondo del nostro cuore può essere pienamente soddisfatto solo in Cristo.
Redazione (16/10/2025 14:49, Gaudium Press) Durante l’udienza generale di mercoledì 15 ottobre, Papa Leone XIV ha analizzato la differenza tra ottimismo e speranza.
Il Santo Padre ha invitato i 60.000 fedeli riuniti in Piazza San Pietro a riscoprire nella Resurrezione la fonte viva che disseta la sete più profonda del cuore umano.
Non siamo stati creati per la mancanza, ma per la pienezza
Trattando del paradosso della vita umana, il Pontefice ha sottolineato che ”la nostra vita è segnata da innumerevoli eventi, ricchi di sfumature ed esperienze diverse. A volte ci sentiamo felici, altre volte tristi… Viviamo vite frenetiche, raggiungiamo obiettivi elevati e prestigiosi, ma continuiamo a rimanere sospesi, insicuri, in attesa di successi e riconoscimenti che tardano ad arrivare o non arrivano mai. Vorremmo essere felici, ma è molto difficile riuscirci in un modo continuativo e senza ombre… Sentiamo, nel profondo, che ci manca sempre qualcosa”.
Di fronte a questo contesto, Leone XIV ha ricordato che “non siamo stati creati per la mancanza, ma per la pienezza, per vivere la vita e la vita in abbondanza”. Secondo il Papa, questo desiderio profondo del nostro cuore può essere pienamente soddisfatto solo in Cristo “non nelle cariche, né nel potere, né nei beni, ma nella certezza che c’è Qualcuno che garantisce questo impulso costitutivo della nostra umanità; nella certezza che questa aspettativa non sarà delusa né frustrata. Questa certezza coincide con la speranza. Ciò non significa pensare con ottimismo: l’ottimismo spesso ci delude, quando vediamo crollare le nostre aspettative, mentre la speranza promette e mantiene”.
Nostro Signore Gesù Cristo è la fonte viva che non si esaurisce mai
Il Santo Padre ha inoltre affermato che “il Risorto è la fonte viva che non si esaurisce mai né subisce alterazioni. Rimane sempre pura e pronta per chi ha sete”. Ha poi riflettuto sulle caratteristiche di una fonte d’acqua “Essa disseta e rinfresca le creature, irriga la terra e le piante e rende fertile e vivo ciò che altrimenti rimarrebbe arido. Rinfresca il viaggiatore stanco, offrendogli la gioia di un’oasi di freschezza. Senza acqua non possiamo vivere”.
Subito dopo, ha usato questa analogia per parlare di Nostro Signore Gesù Cristo Risorto “Egli è la fonte che disseta la nostra sete ardente, la sete infinita di pienezza che lo Spirito Santo infonde nei nostri cuori. La Resurrezione di Cristo, infatti, non è un semplice evento nella storia umana, ma l’evento che l’ha trasformata dal suo interno”.
La speranza che scaturisce dalla Resurrezione di Cristo
Il Pontefice ha inoltre sottolineato che “Gesù Risorto non dà una risposta ‘dall’alto’, ma diventa nostro compagno in questo viaggio, spesso faticoso, doloroso e misterioso. Solo Lui può riempire d’acqua la nostra bottiglia vuota quando la sete diventa insopportabile. Senza il suo amore, il viaggio della vita diventerebbe un pellegrinaggio senza meta. Il Risorto garantisce il nostro arrivo, ci conduce a casa, dove siamo attesi, amati e salvati”.
Infine, Leone XIV ha esortato i fedeli a lasciarsi trasformare dalla speranza pasquale, perché camminare con Gesù al nostro fianco “significa sperimentare di essere sorretti nonostante tutto, saziati e rafforzati nelle prove e nelle difficoltà che, come pesanti pietre, minacciano di bloccare o far deragliare la nostra storia”. Concludendo, il Pontefice ha espresso il desiderio che “dalla Resurrezione di Cristo sgorga la speranza che ci fa gustare, nonostante le fatiche della vita, una profonda e gioiosa serenità, quella pace che solo Lui potrà darci alla fine, senza fine”. (EPC)
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