Suor Maria del Cielo: a Gaza aiutiamo a ricostruire le anime ferite dalla guerra.
La provinciale delle Serve del Signore e della Vergine di Matarà (Famiglia del Verbo Incarnato), Madre Maria del Cielo, ha parlato della sua esperienza a Gaza.
Messa a Gaza – Foto: Vatican News
Redazione (18/10/2025 16:29, Gaudium Press) La provinciale delle Serve del Signore e della Vergine di Matarà (Famiglia del Verbo Incarnato), Madre Maria del Cielo, ha riferito ai media vaticani, in occasione della consegna del Premio Internazionale Achille Silvestrini per la Pace e il Dialogo: «Ascoltiamo sempre le nostre sorelle della parrocchia della Striscia di Gaza. L’accordo è un grande passo avanti, ma ora abbiamo ancora più lavoro da fare».
Con le lacrime agli occhi, Madre Maria del Cielo, Provinciale delle Serve del Signore e della Vergine di Matarà (Famiglia del Verbo Incarnato), ha parlato con Vatican News della sua esperienza a Gaza. Queste religiose, insieme alle Missionarie della Carità di Madre Teresa, assistono la comunità della parrocchia della Sacra Famiglia, l’unica della Striscia, guidata dal parroco, padre Gabriel Romanelli. Lui e le religiose della parrocchia hanno recentemente ricevuto il Premio Silvestrini per il Dialogo e la Pace, consegnato presso il Collegio di Merito dell’Università Villa Nazareth.
Buono l’accordo, ora lavoriamo ancora più duramente
Maria del Cielo Leyes ha commentato la situazione attuale: «L’esordio di questo accordo di pace è un grande passo avanti; ci riempie di speranza. Questo è ciò che ci dicono la parrocchia e la comunità della Sacra Famiglia». Certo, ci sono ancora feriti, malati e altre persone nella zona «che hanno davvero bisogno di tutto», quindi l’accordo è un punto di partenza, ha continuato, «ma ora ci sarà molto lavoro da fare: dovremo lavorare ancora più duramente, perché dobbiamo ricostruire Gaza, ricostruire la speranza perduta e ricostruire le anime che sono ferite in tutti i sensi, non solo fisicamente, ma anche spiritualmente».
Il Signore è la nostra unica speranza per andare avanti
Incredibilmente, le suore di Gaza non si sentono sole: «Perché confidiamo sempre nel Signore, Lui ci dà la forza di andare avanti, e lo fa miracolosamente: senza il suo aiuto, non potremmo davvero fare nulla». Poi ci racconta che «è stata a Gaza a dicembre con il cardinale Pizzaballa».
L’ultima visita a Gaza: la sensazione di entrare in un altro mondo
Sebbene in quell’occasione sia potuta rimanere solo due giorni, aggiunge: «Quello che abbiamo visto era drammatico. Avevo visitato la comunità molte volte, ma quest’ultima volta è stata terribile. Ti senti davvero come se fossi entrato in un altro mondo: tutto è distrutto, bambini per le strade in cerca di cibo, edifici in rovina e irriconoscibili. È un’immagine di immenso dolore, ma l’amore di Dio può prevalere, e vi chiediamo di continuare a pregare».
Come «La Pietà» di Michelangelo
A microfoni spenti, ci lascia un’immagine impressionante: «Un padre con il figlio insanguinato tra le braccia, non so se fosse vivo o morto, che camminava con la speranza di portarlo in ospedale. Mi è subito venuta in mente la “Pietà” di Michelangelo: è un momento che conserverò nel mio cuore e nelle mie preghiere, non lo dimenticherò mai».
Con informazioni da Vatican News.
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