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Da sacerdote satanico a eminente servitore di Maria: Bartolo Longo il nuovo santo italiano

Domani, 19 ottobre, sarà canonizzato Bartolo Longo, laico italiano che passò dall’occultismo alla santità. La sua fede nella Madonna del Rosario cambiò il suo destino e quello di altre migliaia, a Pompei.Bartolo Longo

Redazione (18/10/2025 17:01, Gaudium Press) Il prossimo 19 ottobre 2025, la Chiesa cattolica celebrerà la canonizzazione di Bartolo Longo, un uomo la cui vita è stata una delle più sorprendenti storie di conversione del XIX secolo. Da sacerdote satanico, finì per diventare un fervente devoto della Vergine Maria e un instancabile promotore della recita del Rosario.

La sua vita e la sua eredità ci ricordano che il potere dell’amore di Dio e l’intercessione della Vergine possono trasformare ogni cuore.

Dalla fede familiare allo smarrimento

Bartolo Longo nacque nel 1841 a Latiano, in provincia di Napoli, da una famiglia cattolica che era solita riunirsi ogni sera per recitare il Rosario.

Ma quando si trasferì a Napoli per studiare giurisprudenza, si lasciò influenzare dai movimenti anticattolici e spiritisti, molto diffusi tra gli universitari dell’epoca. Quella curiosità giovanile si trasformò presto in una percorso oscuro, si lasciò coinvolgere in pratiche occulte tanto da essere persino ordinato sacerdote satanico.

Le conseguenze spirituali e psicologiche di questa vita non tardarono a manifestarsi. Bartolo cadde vittima della depressione, con visioni terrificanti ed episodi di paranoia. Nel mezzo di quella tempesta interiore, un amico credente, Vincenzo Pepe, gli presentò un domenicano, padre Alberto Radente. Grazie al suo accompagnamento e a un nuovo incontro con i sacramenti, Bartolo visse una radicale conversione.

«La mia unica salvezza fu la Vergine Maria»

Anni dopo, ricordando quel percorso, Bartolo Longo avrebbe detto: «La mia unica salvezza fu la Vergine Maria, che mi strappò dalle grinfie di Satana». Quell’esperienza lo portò a consacrarsi alla Vergine e ad entrare nel Terzo Ordine Domenicano. Da allora, dedicò tutta la sua vita a riparare il male commesso, promuovendo la devozione mariana e la recita del Rosario come mezzo di salvezza.

Nel 1872 giunse nella Valle di Pompei, un luogo allora immerso nella povertà e nell’abbandono spirituale. Lì, spinto da un ardente amore per Maria, iniziò a costruire il Santuario di Nostra Signora del Rosario di Pompei, oggi uno dei centri di pellegrinaggio più importanti d’Italia. La sua opera non si limitò all’ambito religioso: fondò orfanotrofi, scuole e opere di carità per i poveri e i bambini abbandonati.

Morì nel 1926 con queste parole: «Il mio unico desiderio è vedere Maria, che mi ha salvato e mi salverà dalle grinfie di Satana». Fu beatificato da San Giovanni Paolo II nel 1980, che lo definì l’apostolo del Rosario per il suo zelo e il suo amore verso la Vergine. Ora, nel 2025, sotto il pontificato di Papa Leone XIV, sarà proclamato santo insieme ad altri sei nuovi beati.

Una preghiera nata dall’amore e dal desiderio di riparazione

Tra le tante eredità spirituali che ha lasciato, spicca una delle più belle preghiere mariane della storia recente: la Supplica alla Regina del Santo Rosario, scritta dallo stesso Bartolo Longo. In essa si percepisce la sua gratitudine verso Maria e il suo desiderio di rimanere unito a Lei fino alla fine. È una preghiera profondamente simbolica, in cui il Rosario appare come una catena d’amore che ci unisce a Dio e ci protegge dal male.

Supplica alla Regina del Santo Rosario

O Rosario benedetto di Maria,

 * Catena dolce che ci rannodi a Dio,

 * vincolo di amore che ci unisci agli Angeli,

 * torre di salvezza negli assalti dell’inferno,

 * porto sicuro nel comune naufragio,

 * noi non ti lasceremo mai più.

 Tu ci sarai conforto nell’ora di agonia,

 * a te l’ultimo bacio della vita che si spegne.

E l’ultimo accento delle nostre labbra *

sarà il nome tuo soave,

 * o Regina del Rosario di Pompei,

* o Madre nostra cara,

 * o Rifugio dei peccatori,

 * o Sovrana consolatrice dei mesti.

 Sii ovunque benedetta,

 * oggi e sempre,

* in terra e in cielo. *

L’eredità spirituale di Pompei

Il santuario fondato da Bartolo Longo è ancora oggi un punto di riferimento per le migliaia di persone che cercano di rafforzare la loro fede. Ogni anno, migliaia di fedeli si recano in pellegrinaggio a Pompei per ringraziare la Vergine dei favori ricevuti e per unirsi alla grande supplica pubblica del Rosario, che si recita due volte l’anno, a maggio e a ottobre.

La sua storia dimostra che non c’è peccato che non possa essere redento e che la grazia può sgorgare anche dal terreno più arido. Bartolo Longo, avvocato, laico, convertito e servitore, ci lascia una certezza: quando si prega con fede, il Rosario diventa una vera catena che unisce il cielo alla terra.

Con informazioni da ChurchPop

 

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