A Gaza il parroco ha celebrato la prima domenica senza bombardamenti
Padre Romanelli ha celebrato l’inizio del processo di attuazione dell’accordo di pace e ha ringraziato la solidarietà internazionale, sottolineando nel contempo la fede dei cristiani locali.
Padre Romanelli – Foto: ADN Celam
Redazione (21/10/2025 16:46, Gaudium Press) Padre Gabriel Romanelli, parroco della Chiesa della Sacra Famiglia a Gaza, ha parlato dell’inizio dell’ accordo di pace, esprimendo le sue speranze:
«È arrivato il giorno tanto atteso per l’avvio dell’attuazione del processo di pace o dell’accordo di pace… Che Dio, nella sua bontà, conceda alla Terra Santa, e in particolare a questa parte della Terra Santa, che è la Palestina, Israele, di iniziare a vivere nella pace, nella giustizia, nella riconciliazione».
Padre Romanelli ha espresso la sua profonda gratitudine e speranza dopo la prima domenica senza bombardamenti, una giornata segnata dal cessate il fuoco e dalla perseveranza della comunità cristiana locale.
“Questo cessate il fuoco, che Dio voglia, diventerà la fine di questa guerra atroce”, ha detto il sacerdote, facendo eco al sollievo e alla gioia dei rifugiati che rimangono nella parrocchia e di quelli che sono riusciti a tornare parzialmente nelle loro case, anche se molti edifici sono gravemente danneggiati.
Durante la messa domenicale, padre Romanelli ha invitato i presenti a rendere grazie a Dio per aver mantenuto la loro fede e a partecipare a un atto di riconciliazione e perdono, ispirato agli insegnamenti di San Giovanni Paolo II. “Perdonare tutti coloro che volontariamente o involontariamente hanno sbagliato e chiedere perdono per i nostri errori”, ha ricordato, riconoscendo le difficoltà di convivere per così tanto tempo in condizioni di estrema sofferenza e difficoltà.
Preghiera per i defunti
La comunità cristiana di Gaza ha pianto la perdita di almeno 57 fedeli durante la guerra, compresi quelli morti mentre cercavano rifugio nel complesso cattolico e nella vicina parrocchia ortodossa. Ogni defunto è stato ricordato nominalmente durante l’Eucaristia, in uno spirito di preghiera e riflessione.
Padre Romanelli ha sottolineato la generosità della comunità e di tutti coloro che hanno collaborato, spiritualmente e materialmente, durante questi due anni. Tra questi, ha menzionato padre Yusuf Asad, un sacerdote egiziano dell’Istituto del Verbo Incarnato (IVE), che ha servito eroicamente durante tutta la crisi. Ha inoltre espresso un ringraziamento speciale a padre Carlos Ferrero, superiore provinciale dell’IVE per Palestina, Giordania, Israele, Cipro e Siria, alle Suore del Rosario, alle Missionarie della Carità, alle Serve del Signore e alla Vergine di Matará, nonché al personale parrocchiale, ai bambini, ai giovani e ai volontari organizzati in comitati di emergenza, cucina, salute, elettricità e sicurezza.
«La guerra distrugge tutto, ma abbiamo anche sperimentato cose buone: solidarietà e generosità, anche nelle condizioni più avverse», ha dichiarato padre Romanelli, evocando le parole di padre Werenfried van Straaten, fondatore di Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACN): «Gli esseri umani sono più buoni di quanto pensiamo».
Grazie al Patriarcato Latino
Il sacerdote ha anche ringraziato il Patriarcato Latino di Gerusalemme, guidato dal cardinale Pierbattista Pizzaballa, per il suo costante sostegno, nonché i due ultimi papi per le loro preghiere e il loro appoggio.
Ha inoltre sottolineato l’importanza di continuare a pregare e ad operare affinché questa pace possa radicarsi in tutta la regione: «Speriamo che sia davvero una pace giusta e duratura per tutti gli abitanti della Terra Santa».
Con informazioni fornite da ACN
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