Un esorcismo è sempre una buona cosa, anche nella Basilica Vaticana.
Il cardinale albanese Troshani lo ha fatto il 25 ottobre scorso, in occasione del pellegrinaggio Summorum Pontificum.

Redazione (31/10/2025 13:14, Gaudium Press) Non è mai superfluo compiere un esorcismo, secondo le norme e le pratiche della Chiesa, quando l’occasione lo richiede, cosa che oggi avviene molto spesso.
Negli ultimi anni diverse profanazioni della Basilica di San Pietro sono avvenute, alcune in modo volgare e persino osceno. L’ultima, quella di un uomo sull’altare della cattedra, il più emblematico della Chiesa, con conseguente ordine dello stesso Papa al cardinale Gambetti, arciprete della basilica, dato secondo alcuni media in un clima piuttosto “tempestoso”. Il porporato ha dovuto presiedere a un atto di riparazione formale, ordine che è stato eseguito prontamente come era necessario.
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Ma per il cardinale albanese Troshani, venerabile anziano di 97 anni, che ha subito 18 anni di prigionia sotto il regime comunista nel suo Paese, la navata vaticana meritava anche un esorcismo. È quello che ha fatto, in occasione della messa tradizionale in latino celebrata lo scorso 25, recitata in occasione del pellegrinaggio “Summorum Pontificum”.
Il cardinale Troshani ha recitato il classico esorcismo composto da Leone XIII, che si dice sia stato ispirato da una terribile visione, di comprovata efficacia: “Esorcismo contro Satana e gli angeli apostati”. Sia questo un motivo per riprendere l’usanza. (CCM)
 
                            
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