Mi prendo cura del Tempio?
Se Nostro Signore entrasse nel mio tempio, troverebbe anche lì venditori ambulanti e cambiavalute che impediscono la comunicazione con Dio?

Basilica di San Giovanni in Laterano, Roma Foto: Gustavo Kralj
Redazione (09/11/2025 13:40, Gaudium Press) Nella festa della dedicazione della Basilica di San Giovanni in Laterano, la Chiesa ci mostra l’attenzione e la cura che Dio ha per i templi, non solo quelli fisici, ma anche e soprattutto quelli spirituali: le nostre anime.
Madre e capo di tutte le Chiese
La Basilica di San Giovanni in Laterano ha il titolo di “Omnibus urbis et orbis ecclesiarum mater et caput”, cioè “Madre e capo di tutte le chiese di Roma e del mondo”. Ciò avviene per due motivi: perché è la Cattedrale del Papa – contrariamente a quanto si pensa di solito data l’importanza della Basilica di San Pietro – e perché è la prima Basilica della Chiesa Cattolica.
Durante gli anni dell’imperatore Nerone, responsabile di una crudele persecuzione nei confronti dei cristiani, un console romano di nome Plaucio Laterano fu accusato di cospirazione contro l’Impero e, per questo motivo, gli furono confiscati i beni – tra cui l’antico palazzo Laterano – e fu poi condannato a morte.
Anni dopo, l’imperatore Costantino donò la proprietà a papa San Melchiade, che la fece restaurare, decorare e consacrare come prima basilica della cristianità e fu poi dichiarata sede dei successori di San Pietro nell’anno 324, dal sommo pontefice San Silvestro.
L’importanza del tempio
Per comprendere meglio l’importanza dell’evento che celebriamo oggi, è necessario ricordare il contesto in cui si verificò. La Chiesa cattolica stava subendo numerose e crudeli persecuzioni, e i fedeli erano costretti a celebrare i sacramenti nelle catacombe (i cimiteri cristiani) con il grande rischio di essere scoperti e giustiziati.
Quando Costantino promulgò l’Editto di Milano, nel 313, concedendo la libertà di culto ai cattolici, diverse chiese cominciarono ad essere costruite in tutto l’impero, dando inizio a una nuova fase del cattolicesimo, in cui non avrebbe più avuto motivo di nascondersi nei sotterranei delle catacombe, ma avrebbe esposto il simbolo del Redentore in cima agli edifici.
La cura del tempio
In questa festa, la Chiesa ci propone delle letture che mostrano l’importanza che deve essere data ai luoghi di culto.
«Era vicina la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. Nel Tempio trovò i venditori di buoi, pecore e colombe e i cambiavalute che erano seduti lì» (Gv 2,13-14).
Secondo la Legge, gli ebrei dovevano offrire in olocausto qualche vittima – buoi, agnelli, piccioni o tortore – e pagare la tassa annuale in moneta ebraica. Come è comprensibile, coloro che venivano da un luogo lontano non portavano con sé l’offerta ma ne possedevano il valore in monete diverse, rendendo necessario il cambio della valuta per pagare la tassa. [1]
Tutte queste esigenze motivarono l’insediamento di cambiavalute e venditori di animali nel Cortile dei Gentili, vicino al Tempio; questo però creava un’atmosfera inadatta al raccoglimento richiesto dal luogo sacro. Quando Gesù entrò e vide il Tempio in tale stato di profanazione, si infiammò di santa ira e agì con forza.
«Allora fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti dal Tempio, insieme alle pecore e ai buoi; sparse le monete e rovesciò i tavoli dei cambiavalute» (Gv 2,15).
Una scena impressionante, in cui vediamo che quelle mani che benedicono, che fanno vedere i ciechi, udire i sordi, parlare i muti, camminare i paralitici, risuscitare i morti, quelle mani anche puniscono. E puniscono per quale motivo? Per aver profanato un luogo sacro, per «aver fatto della casa del Padre una casa di commercio» (cfr. Gv 2,16). Vediamo quanto Dio si prende cura del Tempio.
Anche noi siamo templi
La seconda lettura ci offre l’insegnamento centrale della liturgia di oggi: «Non sapete che siete tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi?» (1Cor 3,16). Anche noi siamo templi dal momento in cui riceviamo il sacramento del Battesimo. Se Gesù aveva tanta cura del tempio fisico, quanto più non dobbiamo noi vegliare su questo tempio vivente che è la nostra anima?
Chiediamo quindi alla Madonna di prendersi cura del nostro tempio, senza permetterci mai di profanarlo, di lasciare che il demonio vi allestisca il suo banco di commercio e che la preoccupazione per il denaro e le cose materiali ci renda sordi alla voce di Dio e ci renda meritevoli del terribile destino di cui ci parla l’Apostolo: «Se qualcuno distrugge il tempio di Dio, Dio lo distruggerà, perché il santuario di Dio è santo, e voi siete quel santuario» (1Cor 3,17).
Di Artur Morais
[1] Cfr. TUYA, OP, Manuel de. Biblia Comentada. Evangelios. Madrid: BAC, 1964, v. V, p. 1015-1016.





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