Leone XIV: la liturgia culmine dell’azione della Chiesa.
«La cura posta nella celebrazione della liturgia, nella sede di Pietro, deve essere tale da poter servire da esempio per tutto il popolo di Dio, nel rispetto delle norme, nell’attenzione alle diverse sensibilità di quanti vi partecipano».
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Foto: Vatican news/ Vatican Media
Redazione (10/11/2025 09:28, Gaudium Press) Leone XIV ha celebrato la Messa nella Basilica di San Giovanni in Laterano – madre di tutte le Chiese – nella mattinata di ieri, domenica, per commemorare la sua dedicazione nel IV secolo, «un fatto storico di grande rilevanza per la vita della Chiesa». Questa chiesa, una delle più antiche di Roma, rappresenta soprattutto “il segno della Chiesa viva”, che ci ricorda che “anche noi, come ‘pietre vive’, costituiamo sulla terra un tempio spirituale”, da cui “l’uso di applicare il nome di ‘Chiesa’, che significa assemblea dei fedeli, al tempio che li riunisce”, ha ricordato Leone XIV.
Per costruire questa basilica, «coloro che ci hanno preceduto hanno dato alla nostra cattedrale solide fondamenta, scavando in profondità, con fatica, prima di iniziare a erigere le mura che ci accolgono, e questo ci fa sentire molto più tranquilli», ha spiegato il Papa. Allo stesso modo, «anche noi, operai della Chiesa viva, prima di poter erigere strutture imponenti, dobbiamo scavare in noi stessi e intorno a noi per eliminare qualsiasi materiale instabile che possa impedirci di raggiungere la vera roccia di Cristo».
Costruire una vera comunità di fede
Senza queste fondamenta in Gesù Cristo – il che significa tornare costantemente a Lui e al suo Vangelo, docili all’azione dello Spirito Santo – «il rischio sarebbe quello di sovraccaricare con una struttura pesante un edificio dalle fondamenta fragili», ha avvertito il Sommo Pontefice. Per evitare questo scandalo, «non dobbiamo essere frettolosi né superficiali: approfondiamo, liberi dai criteri del mondo che spesso esige risultati immediati, perché non conosce la saggezza dell’attesa», ha consigliato Leone XIV ai 2.700 fedeli presenti tra i banchi della basilica. Il Pontefice ha insistito, affermando che «solo con umiltà e pazienza è possibile costruire, con l’aiuto di Dio, una vera comunità di fede, capace di diffondere la carità, promuovere la missione, annunciare, celebrare e servire il Magistero apostolico».
Attraverso l’immagine del «lavorare nel grande cantiere di Dio, spesso utilizzata per descrivere il nostro cammino ecclesiale», il Santo Padre ha riconosciuto che essa evoca «attività, creatività, impegno, ma anche fatica, problemi – a volte complessi – da affrontare», quelli che esprimono «lo sforzo reale e tangibile» delle «nostre comunità». La Chiesa di Roma ne è testimone, specialmente «in questa fase di attuazione del Sinodo», ha riconosciuto. Nonostante «un cammino difficile», che comporta «confronto e verifica», «non dobbiamo scoraggiarci», ma, al contrario, «continuare a lavorare con fiducia per crescere insieme». E ha aggiunto: «Per alimentare e rinnovare il nostro entusiasmo, non permettiamo quindi che la stanchezza ci impedisca di riconoscerlo e celebrarlo».
Il rispetto per la liturgia
Leone XIV ha concluso la sua omelia sottolineando la fedeltà alla «solenne sobrietà» della liturgia, «tipica della tradizione romana, che può fare tanto bene alle anime di coloro che vi partecipano attivamente». Ha espresso il desiderio che la liturgia nella Sede di Pietro serva da esempio per tutto il popolo di Dio, «nel rispetto delle norme, nell’attenzione alle diverse sensibilità di coloro che vi partecipano, secondo il principio di una saggia inculturazione». Ha chiesto che «sia curata la semplice bellezza dei riti» affinché «essa possa esprimere il valore del culto a favore della crescita armoniosa di tutto il Corpo del Signore», e cita Sant’Agostino, per il quale «la bellezza non è altro che amore, e l’amore è vita». «La liturgia è un ambito in cui questa verità si realizza in modo eminente; e desidero che coloro che si avvicinano all’altare della Cattedrale di Roma possano poi ripartire ricolmi di quella grazia con cui il Signore desidera inondare il mondo», ha sottolineato.





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