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Benedetto XVI ha deciso di devolvere al Vaticano l’eredità del fratello George

Brani, arrangiamenti musicali, una piccola biblioteca e foto di famiglia … tutto devoluto al Vaticano.

Benedetto XVI

Rita Sberna (05.12.2020 13:42, Gaudium Press) Georg Ratzinger, fratello di Benedetto XVI ormai è da qualche mese che è salito al cielo, esattamente l’1 luglio all’età di 96 anni. Il fratello del papa emerito era direttore del coro della cattedrale di Ratisbona, era più grande di 3 anni di Joseph Ratzinger.

L’indiscrezione sull’eredità arriva direttamente dai media tedeschi e viene resa nota in Italia dal Messaggero.

L’eredità e i beni a cui rinuncia Benedetto XVI

Non ci sono ricchezze pecuniarie tra i beni a cui rinuncerebbe Ratzinger ma bensì, brani musicali, arrangiamenti musicali, una piccola biblioteca e foto di famiglia. La casa invece dove abitava il fratello di Ratzinger a Ratisbona, era già di proprietà di una fondazione del monastero.

Perché ha rinunciato?

Monsignor Johannes Hofmann è stato colui che ha lanciato l’indiscrezione ad un quotidiano tedesco, infatti in Germania scrivono: «Il pontefice emerito ha dato disposizioni perché tutto quello che apparteneva al fratello fosse devoluto alla Santa Sede», si legge su Famiglia Cristiana (3 novembre).

Il legame tra i due fratelli era molto profondo al punto di essere stati consacrati insieme nella stessa giornata del 29 giugno 1951.

Nonostante Joseph Ratzinger non brilli di salute, si è recato ugualmente in Baviera per dare l’ultimo saluto al fratello che oramai era in condizioni gravi di salute, proprio a seguito di quel viaggio, le condizioni di Benedetto XVI sono peggiorate una volta rientrato in Italia a causa di un brutto herpes che lo ha debilitato anche se si è riuscito a riprendere.

Uno stralcio dell’ultima lettera scritta dal Papa Emerito a suo fratello George

«Sono grato per il fatto che negli ultimi giorni della sua vita sono stato ancora una volta con lui» ha aggiunto Ratzinger, «non mi aveva chiesto di andare da lui, ma io ho sentito che era il momento di farlo. Sono profondamente grato al Signore per avermi dato questo segno interiore. Quando lunedì 22 giugno di mattina mi sono congedato da lui, sapevamo che era un addio da questo mondo. Ma sapevamo anche che il buon Dio che ci aveva donato la possibilità di stare stare insieme in questo mondo, regna anche nell’altro e ci regalerà un nuovo modo di stare insieme» (Avvenire, 8 luglio)

Concludiamo con una delle frasi del papa Emerito che lasciano nel cuore un grande insegnamento:

“La presunzione, che vuole fare di Dio un oggetto e imporgli le nostre condizioni sperimentali da laboratorio, non può trovare Dio. Infatti si basa già sul presupposto che noi neghiamo Dio in quanto Dio, perché ci poniamo al di sopra di Lui. Perché mettiamo da parte l’intera dimensione dell’amore, dell’ascolto interiore, e riconosciamo come reale solo ciò che è sperimentabile, che ci è stato posto nelle mani. Chi la pensa in questo modo fa di se stesso Dio e degrada così facendo non solo Dio, ma il mondo e se stesso.”

 

 

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