Leone XIV:«La teologia ha il compito di ammirare, riflettere e diffondere la luce perenne di Cristo»
Il Papa ha ricevuto ieri in udienza i membri della Commissione Teologica Internazionale, organismo nato dall’«appello al rinnovamento formulato dal Concilio Ecumenico Vaticano II».

Redazione (27/11/2025 15:21, Gaudium Press) Mercoledì mattina, 26 novembre, Papa Leone XIV ha ricevuto in udienza, nella Sala del Concistoro in Vaticano, i membri della Commissione Teologica Internazionale, organismo nato dall’«appello al rinnovamento formulato dal Concilio Ecumenico Vaticano II».
L’incontro è avvenuto in occasione della sessione plenaria annuale.
Nel suo discorso, Leone XIV ha ringraziato i membri della commissione per la pubblicazione del documento “Gesù Cristo, Figlio di Dio, Salvatore”, offerto alla Chiesa in occasione del 1700° anniversario del Primo Concilio Ecumenico di Nicea. Il Santo Padre si è detto convinto che questo testo “sarà fonte di ispirazione per nuovi studi e per il progresso del dialogo ecumenico”.

Missione della Commissione Teologica Internazionale
Il Pontefice ha incoraggiato i presenti a proseguire, “con piena fiducia nel loro generoso impegno”, la missione loro affidata dalla Sede Apostolica. Ha inoltre affermato che la Commissione Teologica Internazionale «ha il compito di offrire approfondimenti, ermeneutica e orientamento al Dicastero per la Dottrina della Fede e al Collegio dei Vescovi, collaborando alla comune comprensione della verità salvifica rivelata in Cristo Gesù».
Esortando i membri della commissione «a valorizzare non solo l’indispensabile rigore del metodo teologico», Leone XIV ha affermato che «i loro contributi possono orientare la missione della Chiesa nella fedeltà al deposito della fede» e ha indicato tre risorse specifiche: la cattolicità, il dialogo e la saggezza appassionata. Ha poi spiegato ciascuna di esse.

Cattolicità, dialogo e saggezza appassionata
Citando San Giovanni Paolo II, ha sottolineato che, provenendo da «nazioni diverse e avendo a che fare con culture di popoli diversi, essi conoscono meglio i nuovi problemi, che sono come il volto nuovo dei vecchi problemi, e quindi possono anche comprendere meglio le aspirazioni e le mentalità degli uomini di oggi».
Per quanto riguarda il “dialogo” inter e transdisciplinare con le diverse conoscenze e competenze, ha sottolineato che esso contribuisce a promuovere “l’integrazione e il fiorire di tutti i campi del sapere, nel contesto della Luce e della Vita, offerte dalla Sapienza che scaturisce dalla Rivelazione di Dio”. A questo proposito, ha sottolineato che «il vostro impegno in questo senso non è solo utile, ma necessario per procedere in modo autentico ed efficace nell’evangelizzazione dei popoli e delle culture».
Infine, ha rivolto loro un invito a imitare la «sapienza appassionata» dei Dottori della Chiesa, «come Sant’Agostino, San Bonaventura, San Tommaso d’Aquino, Santa Teresa di Lisieux e San John Henry Newman», capaci di conciliare «lo studio teologico con la preghiera e l’esperienza spirituale, condizioni indispensabili per coltivare l’intelligenza della Rivelazione, che non può essere ridotta a un commento delle formule della fede. Solo in una vita conforme al Vangelo si realizza l’adesione alla verità divina che professiamo, rendendo credibile la nostra testimonianza e la missione della Chiesa».

Non c’è scienza che la Teologia possa ignorare
Citando le parole di Papa Francesco, che aveva detto che quando pensava alla Teologia gli veniva in mente la luce, poiché «la Teologia compie un lavoro nascosto e umile, affinché la luce di Cristo e del suo Vangelo possa risplendere», Leone XIV ha sottolineato che «come “Scientia Fidei” (Scienza della Fede), la Teologia ha, prima di tutto, il compito di ammirare, riflettere e diffondere la luce perenne ed efficace di Cristo nell’incalzare mutevole della nostra storia”.
Il Pontefice ha anche ricordato le parole di Benedetto XVI, che aveva messo in guardia dal pericolo di ostacolare lo sviluppo dei popoli attraverso un’eccessiva settorialità della conoscenza, impedendo così il bene dell’umanità. Infine, il Papa ha incoraggiato la Commissione Teologica Internazionale a proseguire nel suo cammino, insegnando che «così come non c’è facoltà che la fede non illumini, non c’è nemmeno scienza che la teologia possa ignorare. Attraverso uno studio approfondito, siete quindi chiamati ad offrire il vostro prezioso contributo al discernimento e alla soluzione delle sfide che interpellano sia la Chiesa che l’umanità intera». (EPC)
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