Il cardinale Fernandez dice ora che il titolo di “corredentrice” può essere utilizzato in ambito privato.
Ha fatto il giro del mondo la conversazione tra il cardinale argentino e la giornalista Diane Montagna. Restano i dubbi sul fatto che siano stati consultati i mariologi.

Redazione (01/12/2025 15:53, Gaudium Press) Dopo quasi un mese dalla pubblicazione della nota “Mater Populi Fidelis”, nota dottrinale sui titoli di Nostra Signora Vergine Maria, in cui si dichiarava che era “sempre inopportuno” usare il titolo di corredentrice per riferirsi alla Madre di Dio, arrivano altre dichiarazioni. Il cardinale Víctor Manuel Fernández ha fatto altre precisazioni al riguardo, in alcuni commenti dopo la conferenza stampa in Vaticano su Una Caro, la nota dottrinale sulla monogamia.
Rispondendo alle domande della giornalista Diane Montagna, in sintesi, il porporato ha affermato che il titolo non sarà utilizzato nei documenti ufficiali della Chiesa, ma che potrà essere utilizzato in ambito privato.
Alla domanda posta dalla giornalista americana sul “sempre inopportuno”, il cardinale ha precisato che “sempre” significa “d’ora in poi” senza “assolutamente giudicare il passato”.
“Significa soprattutto che questa espressione non sarà utilizzata né nella liturgia, cioè nei testi liturgici, né nei documenti ufficiali della Santa Sede”, ha aggiunto.
Tuttavia, il cardinale ha detto che, se il termine viene utilizzato capendo appieno il suo significato, può essere usato in un ambito privato.
“Se lei ritiene di aver compreso bene il vero significato di questa espressione, se ha letto il documento e vede che in esso vengono affermati anche i suoi aspetti positivi, può usarla, ma non sarà utilizzata ufficialmente”, ha detto a Montagna.
Di seguito si riporta la sintesi che la giornalista Montagna ha fatto di questo colloquio con il cardinale, nel suo blog su Substack, versione spagnola di Infocatólica:
Tre settimane dopo che Mater Populi Fidelis ha scatenato il dibattito con la sua affermazione che il titolo mariano di Corredentrice è «sempre inappropriato», il prefetto del Dicastero per la Dottrina della Fede ha chiarito che la frase non implica un rifiuto categorico del titolo in sé. Il cardinale ha affermato che il termine «sempre» si applica solo all’uso ufficiale della Chiesa d’ora in poi, non a tutti i contesti in cui il titolo può essere utilizzato.
Nelle dichiarazioni rilasciate dopo la conferenza stampa in Vaticano su Una Caro, la nuova nota dottrinale del DDF (Dottrina della Fede) sulla monogamia, il cardinale Víctor Manuel Fernández ha detto che l’affermazione contenuta nel MPF (Mater Populi Fidelis) n. 22 – secondo cui «è sempre inappropriato» utilizzare il titolo di Corredentrice per definire la cooperazione di Maria – «non intende giudicare» le affermazioni passate di santi, dottori e papi, ma che «d’ora in poi» non sarà utilizzato «né nella liturgia, cioè nei testi liturgici, né nei documenti ufficiali della Santa Sede».
Fernández ha spiegato che, dopo decenni di studi teologici – inizialmente richiesti da Giovanni Paolo II e proseguiti dal cardinale Ratzinger – il Dicastero per la Dottrina della Fede ha concluso che il titolo non deve più apparire nei testi magisteriali o liturgici, non perché sia stata respinta la dottrina di fondo, ma perché il termine stesso oggi rischia di dare adito a malintesi pastorali. Ha sostenuto che Mater Populi Fidelis «preserva e rende espliciti gli aspetti positivi» contenuti nel titolo, vale a dire «la cooperazione esclusiva di Maria nell’opera della redenzione», precisando che tale espressione compare «200 volte» nel testo.
In realtà, la locuzione «cooperazione unica» compare solo una volta in MPF; la parola «unica» compare 29 volte, mentre il termine analogo «singolare» compare sei volte, comprese le note a piè di pagina [ndt: non 200 come afferma il Cardinale]. Inoltre, i teologi mariani hanno sostenuto che il problema fondamentale di Mater Populi Fidelis è che minimizza e oscura la cooperazione attiva di Maria nell’opera della Redenzione. In altre parole, la questione non è se il testo parli della cooperazione unica di Maria, ma come articola la natura di tale cooperazione.
È fondamentale sottolineare che il cardinale Fernández ha anche sottolineato che la nuova restrizione relativa al titolo di Corredentrice si applica solo al linguaggio ufficiale della Chiesa. Ai fedeli che comprendono il significato tradizionale e adeguatamente subordinato del termine non viene chiesto di abbandonarlo nella devozione privata o nel dibattito informato. La decisione stabilisce una norma per i testi magisteriali e liturgici, non per la pietà personale.
Sono stati consultati i mariologi?
Al termine del nostro colloquio, il cardinale prefetto ha anche affermato che il Dicastero ha consultato «molti, molti» mariologi e cristologi per la preparazione di Mater Populi Fidelis.
Questo però sembra contraddire le recenti dichiarazioni di padre Maurizio Gronchi, cristologo e consultore del DDF, che ha presentato il nuovo documento il 4 novembre insieme al cardinale Fernández. In una dichiarazione rilasciata ad ACI Prensa il 19 novembre, Gronchi ha affermato che «non è stato possibile trovare alcun mariologo disposto a collaborare». Ha sottolineato che né i membri del corpo docente della Pontificia Facoltà Teologica Marianum né i membri della Pontificia Accademia Mariana Internazionale (PAMI) hanno partecipato alla presentazione presso la Curia Gesuita, un «silenzio» che, a suo parere, «può essere interpretato come dissenso».
Secondo quanto riferisce ACI Prensa, padre Gronchi aveva ricordato che la PAMI ha una tradizione di partecipazione attiva ai dibattiti sulle possibili definizioni dogmatiche.
Il giorno dopo, padre Salvatore Maria Perrella, OSM, già professore di Dogmatica e Mariologia al Marianum, molto stimato da papa Benedetto XVI e che ha avuto un ruolo chiave nei precedenti dibattiti sul titolo di Corredentrice, ha dichiarato ai media svizzeri che Mater Populi Fidelis avrebbe dovuto essere studiata e perfezionata con maggiore attenzione, e ha sottolineato in particolare che «avrebbe dovuto essere redatta da persone competenti in materia».
Dibattito teologico in corso
Pur sottolineando la legittimità del titolo di Corredentrice per la devozione personale, il cardinale Fernández non ha affrontato il suo utilizzo nel dibattito teologico in corso. Comunque, nel presentare la nuova nota dottrinale, il cardinale ha sottolineato che il suo scopo non è quello di «porre limiti».
Se la Chiesa cattolica segue la tradizione dei precedenti dogmi mariani – in particolare l’Immacolata Concezione – è naturale che la ricerca teologica, il dialogo e il dibattito continuino. Come ha sottolineato padre Salvatore Perrella nella sua recente intervista, anche un documento «controverso» come Mater Populi Fidelis può essere prezioso, «perché suscita e alimenta il dibattito». In questo caso, la nota dottrinale apre il dibattito in campo teologico e mariologico, in particolare per quanto riguarda le diverse dimensioni della cooperazione unica di Maria nell’opera della Redenzione.
Colloquio Diane Montagna – Cardinale Fernández
Di seguito riporto il mio colloquio con il cardinale Víctor Manuel Fernández, a proposito del titolo di Corredentrice, preceduto da Mater Populi Fidelis n. 22. (…)
Diane Montagna: Eminenza, Mater Populi Fedelis n. 22 dice, nell’originale spagnolo, che è «sempre inopportuno» usare il titolo «Corredentrice» per definire la cooperazione di Maria nell’opera della Redenzione. Questo è stato tradotto in italiano come «è sempre inappropriato». Il testo inglese, invece, originariamente diceva che sarebbe stato «inappropriato» usare questo titolo, ma poi è stato cambiato in «è sempre inappropriato»…
Cardinale Fernández: Il traduttore ha fatto una traduzione [in inglese] più morbida, ma poi ci ha detto: «Guardate, non ne sono sicuro», e così è stato modificato.
Diane Montagna: Ma perché ha usato la parola “sempre”, soprattutto quando i santi, i dottori della Chiesa e i papi hanno usato il titolo ‘Corredentrice’, soprattutto nell’ultimo secolo? Cosa intende comunicare al clero e ai fedeli con l’uso di “sempre”?
Cardinale Fernández: Che a questo punto, dopo trent’anni di studio da parte del dicastero, ci sono stati diversi interventi man mano che sorgevano delle domande. Lo stesso papa Giovanni Paolo II chiese a Ratzinger di studiare la questione. Fino a quando non fu realizzato tale studio, papa Giovanni Paolo II utilizzava occasionalmente il termine «Corredentrice». Dopo tale studio, e dopo la risposta di Ratzinger – che ora conosciamo –, non lo utilizzò più. Ma conservò gli aspetti positivi del contenuto, cioè la singolare cooperazione di Maria nell’opera della redenzione.
Abbiamo usato questa frase – «l’unica cooperazione di Maria nell’opera della redenzione» – credo 200 volte nel documento, cioè abbiamo conservato e reso esplicito questo aspetto positivo nel testo. Però dopo lo studio fatto da Ratzinger in risposta a Giovanni Paolo II, lui non l’ha più usata. E poi ci sono state altre occasioni in cui il dicastero, sotto Ratzinger e dopo, ha studiato il tema perché era legato a certe apparizioni, ecc., e papa Ratzinger ha chiuso [il caso di] quelle apparizioni con un voto «negativo». Lo stesso è successo dopo.
Con le apparizioni siamo stati, diciamo, un po’ più generosi. Cerchiamo, anche se ci sono aspetti che possono ingenerare confusione, di trovare gli aspetti positivi e di consentire la devozione dei fedeli. Tuttavia, in questa materia, dopo trent’anni di lavoro del dicastero, era giunto il momento di renderlo pubblico, ed è quello che abbiamo fatto.
Diane Montagna: Sì, ma perché ha usato il termine «sempre»? Si riferisce al passato, soprattutto considerando che è stato usato dai santi, dai dottori e dal magistero ordinario?
Cardinale Fernández: No, no, no. Si riferisce al momento presente, proprio come lo stesso papa Giovanni Paolo II lo ha usato in un determinato momento e poi ha smesso di farlo. Quello che crediamo è che, alla base di quella parola, ci siano elementi che possono essere accettati e continuare a essere difesi.
Diane Montagna: Quindi “sempre” significa “d’ora in poi”?
Cardinale Fernández: D’ora in poi, senza dubbio. Non intende giudicare il passato in alcun modo. Significa “d’ora in poi”. E, inoltre, significa soprattutto che questa espressione [“Corredentrice”] non sarà usata né nella liturgia, cioè nei testi liturgici, né nei documenti ufficiali della Santa Sede. Se si desidera esprimere la cooperazione unica di Maria nella Redenzione, lo si farà in altri modi, ma non con questa espressione, nemmeno nei documenti ufficiali.
Questo è un fatto noto, anche se forse non molto conosciuto. Se lei, insieme al suo gruppo di amici, crede di aver compreso bene il vero significato di questa espressione, ha letto il documento e vede che in esso vengono affermati anche i suoi aspetti positivi, e desidera esprimere proprio questo all’interno del suo gruppo di preghiera o tra amici, può usare il titolo, ma non sarà usato ufficialmente, cioè né nei testi liturgici né nei documenti ufficiali.
Diane Montagna: Grazie mille. Solo un’ultima domanda: avete consultato (cioè la DDF) qualche mariologo per Mater Populi Fidelis?
Cardinale Fernández: Sì, molti, molti, così come i teologi specializzati in cristologia.





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