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Il Papa dona la Rosa d’Oro al Santuario di Nostra Signora del Libano.

Dopo aver pregato sulla tomba di San Charbel Maklūf, il Santo Padre ieri ha incontrato vescovi, sacerdoti, religiosi e operatori pastorali nel Santuario di Nostra Signora del Libano a Harissa.

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Redazione (02/12/2025 09:51, Gaudium Press)

Nella mattinata di ieri, lunedì 1° dicembre, dopo aver pregato sulla tomba di San Charbel Maklūf nel Monastero di San Maroun, sul Monte Libano, Papa Leone XIV si è recato al Santuario di Nostra Signora del Libano ad Harissa, considerato uno dei centri mariani più importanti del Medio Oriente.

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Una statua della Madonna, alta più di otto metri, collocata su una collina a 650 metri sul livello del mare, allarga le sue braccia per accogliere i fedeli provenienti da diverse regioni che giungono al Santuario Mariano in cerca di aiuto e protezione da questa potente intercessora.

Segno di unità per tutto il popolo libanese

Giunto alla Basilica maronita del Santuario, il Santo Padre ha incontrato i vescovi, i sacerdoti, i religiosi e gli operatori pastorali. Dopo aver salutato i rappresentanti ecclesiastici locali, Leone XIV ha ascoltato il messaggio di benvenuto del Patriarca della Cilicia degli Armeni, Rafael Bedros XXI Minassian, e le testimonianze di un sacerdote, di un agente pastorale, della direttrice di una scuola cattolica e di un cappellano di un carcere.

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Il Papa ha poi iniziato il suo discorso, pronunciato in francese, dinanzi a 4000 fedeli che lo hanno accolto festanti; ha ringraziato i presenti per l’accoglienza e per la continua costruzione della “comunione nella carità”. Ha anche sottolineato che la Madre di Dio, Regina del Libano, e il Santuario di Harissa, sono “segno di unità per tutto il popolo libanese”.

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Essere con Maria, ponte invisibile che unisce i cuori

«È stando con Maria ai piedi della Croce di Gesù che la nostra preghiera, ponte invisibile che unisce i cuori, ci dà la forza di continuare a sperare e a lavorare, anche quando intorno a noi risuona il rumore delle armi e le esigenze stesse della vita quotidiana diventano una sfida», ha assicurato il Pontefice.

Ricordando l’ancora, uno degli elementi che costituiscono il logo del suo viaggio apostolico, Leone XIV ha affermato che essa è un segno di fede e che «se vogliamo costruire la pace dobbiamo ancorarci saldamente al cielo, amare senza paura e donarci senza misura, con l’aiuto di Dio, per promuovere opere di solidarietà concrete e durature».

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Consegna della Rosa d’Oro al Santuario di Nostra Signora del Libano

Al termine dell’incontro, Papa Leone XIV ha donato la Rosa d’Oro al Santuario di Nostra Signora del Libano, un gesto che, secondo lo stesso Pontefice, è antico e intende esortare i cristiani ad essere “profumo di Cristo” nella loro vita. Questa immagine gli ha ricordato il “profumo che emana dalle tavole libanesi, tipiche per la varietà di cibi che offrono e per la forte dimensione comunitaria della loro condivisione. È un profumo fatto di mille aromi, che colpiscono per la loro diversità e, a volte, per la loro mescolanza”.

“Così è il profumo di Cristo. Non è un prodotto costoso e riservato a pochi che possono acquistarlo, ma l’aroma che emana da una tavola generosa, dove si trovano molti piatti diversi e da cui tutti insieme possono servirsi”, ha concluso. (EPC)

 

 

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