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Il Battista, profeta dell’Altissimo

Tra le molteplici virtù del Precursore spicca la vera umiltà, che consiste soprattutto nella difesa della gloria di Dio e nell’annullamento di sé stesso.

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San Giovanni Battista – Cattedrale di Notre-Dame, Parigi Foto: Sergio Hollmann

Redazione (07/12/2025 15:24, Gaudium Press) In questa seconda domenica di Avvento, la figura di San Giovanni Battista appare, nelle pagine di San Matteo, mentre predicava nel deserto della Giudea. Vestiva in modo rozzo e si nutriva di miele selvatico e locuste, in contrasto con le abitudini mondane dell’epoca. Gli abitanti di Gerusalemme, della Giudea e dell’oltre Giordano lo cercavano per ascoltare la sua predicazione ed essere battezzati.

Nonostante il suo aspetto umile, era implacabile contro il male. Rivolgendosi ai farisei e ai sadducei, che si mescolavano alla folla per osservarlo, ammoniva: «Razza di vipere, chi vi ha insegnato a sfuggire all’ira che sta per venire?» (Mt 3, 7).

Li chiamava così perché generavano sempre più figli della perdizione e per la perdizione! San Tommaso ci spiega che è lodevole sopportare con pazienza le ingiurie che ci vengono fatte, ma è estremamente empio perdonare quelle fatte a Dio.

Quanta somiglianza tra queste parole piene di fuoco e gli ammonimenti pronunciati dal Salvatore contro quelle stesse persone, quando le rimproverava: «Serpenti! Razza di vipere! Come sfuggirete al castigo della Geenna?» (Mt 23, 33).

Il Precursore ci invita, in questo tempo di Avvento, a un cambiamento di vita mediante la vigilanza, la preghiera e la penitenza. Una conversione interiore radicale e vera, non farisaica e menzognera – quindi fatta solo di esteriorità – né assetata di privilegi come quella dei sadducei, perché a nulla serve dire che «abbiamo Abramo per padre» (Mt 3, 9) se non produciamo frutti di santità.

Giovanni, quel bambino che sussultò di gioia nel grembo di sua madre Elisabetta quando udì la voce di Maria (cfr. Lc 1, 44); Giovanni, di cui Gesù disse che era il più grande tra i nati di donna (cfr. Mt 11, 11); Giovanni, che dichiarò di non ritenersi degno di sciogliere i lacci dei sandali di Nostro Signore (cfr. Gv 1, 27); Giovanni, messaggero divino nella cui anima risplendono tante e tante virtù… imitiamolo nella sua umiltà.

Santa Teresa di Gesù ci insegna che l’umiltà consiste nel camminare nella verità, e San Tommaso afferma che essa è completata dalla magnanimità. Senza di essa, l’umiltà cessa di essere reale e diventa pusillanimità e persino codardia.

Il Battista non si piegò davanti al tetrarca di Galilea, Erode Antipa, rimproverandolo per la sua empietà e il suo peccato, e per amore della verità fu martirizzato. Quando, su richiesta di Salomè, portarono a Erode la testa su un vassoio, dai suoi occhi socchiusi e dalle sue labbra vergini semiaperte echeggiava ancora il grido: «Non ti è lecito!» (Mt 14, 4).

Seguiamo l’esempio del profeta dell’Altissimo e seguiamo i suoi insegnamenti. Siamo anche noi paladini della Santa Chiesa senza timori verso gli uomini, e difendiamo sempre la verità nella sua interezza. Umili, vigili e con le nostre lampade accese, attendiamo il Bambino Dio che sta per nascere.

Articolo tratto dalla rivista Arautos do Evangelho n. 288, dicembre 2025. Di P. Hamilton José Naville, EP.

 

 

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