Perché la Santa Chiesa permette la Comunione sotto le due specie solo in circostanze particolari?
Cristo è interamente presente sotto le specie del pane e del vino e in ogni loro parte.

Redazione (17/12/2025 16:59, Gaudium Press) In ogni celebrazione eucaristica, Gesù si rende presente per essere offerto in sacrificio e ricevuto nell’eucaristia.
Nelle Chiese cattoliche di rito orientale – tra cui la melchita, maronita e ucraina – è prescritto che la Santa Comunione sia abitualmente amministrata ai fedeli sotto le specie del pane e del vino consacrati. Nella Chiesa cattolica di rito latino essa viene solitamente distribuita solo sotto le specie del pane consacrato, anche se vi sono alcune eccezioni, come si vedrà di seguito.
Il Codice di Diritto Canonico stabilisce così nel canone 925: “La Santa Comunione sia distribuita solo sotto la specie del pane o, secondo le leggi liturgiche, sotto entrambe le specie; ma, in caso di necessità, anche solo sotto la specie del vino”.
Durante la Messa, il celebrante principale e i concelebranti, se presenti, devono ricevere la Comunione sotto le due specie “La Comunione dei Sacerdoti concelebranti si svolga secondo le norme prescritte nei libri liturgici, facendo sempre uso di ostie consacrate durante la stessa Messa, [184] e ricevendo tutti i concelebranti la Comunione sotto le due specie. Si noti che, quando il Sacerdote o il Diacono amministra ai concelebranti la sacra Ostia o il calice, non dice nulla, vale a dire non pronuncia le parole ‘Il Corpo di Cristo’ o ‘Il Sangue di Cristo’… cioè comunicarsi sia con l’Ostia consacrata che con il calice (cfr. Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti. Redemptionis sacramentum, n.98). È consentita la Comunione sotto le due specie anche ai sacerdoti che non possono celebrare o concelebrare il Santo Sacrificio, ai diaconi e a tutti coloro che esercitano qualche ministero nella Messa (cfr. Istruzione generale sul Messale Romano, n.283)”.
Per quanto riguarda i fedeli, è possibile amministrare loro la Comunione sotto le due specie, generalmente per intinzione – quando il sacerdote intinge la Sacra Ostia nel Vino consacrato –, in alcune circostanze, come ad esempio: ai nuovi comunicandi; agli sposi, durante la celebrazione del Matrimonio all’interno della Messa; nella solennità del Corpus Domini, a discrezione del celebrante.
Il Vescovo diocesano ha la facoltà di consentire la Comunione sotto le due specie, ogni volta che lo ritenga opportuno il sacerdote al cui ministero pastorale è affidata una determinata comunità, purché siano osservati tre requisiti (cfr. Istruzione generale sul Messale Romano, n. 283):
che i fedeli siano ben istruiti al riguardo;
che non vi sia alcun pericolo di profanazione del Santissimo Sacramento;
che il rito non diventi difficile a causa del gran numero di partecipanti o per altri motivi.
Per evitare la profanazione, occorre prestare attenzione al modo di distribuire l’Eucaristia. È proprio per questo motivo che diventa più difficile dare la Comunione sotto le due specie quando vi è una moltitudine di partecipanti alla Santa Messa.
Infine, è importante che i fedeli siano istruiti sul fatto che nell’Ostia Santa è presente il Corpo di Cristo, ma anche, per concomitanza, il suo Sangue, la sua Anima e la sua Divinità; e nel Vino consacrato è presente il Sangue di Cristo, ma allo stesso modo il suo Corpo, la sua Anima e la sua Divinità (cfr. CCE 1374). “Ecco perché è assolutamente vero che sotto ciascuna delle specie è contenuto esattamente lo stesso che in entrambe insieme, poiché Cristo è tutto intero sotto la specie del pane e sotto qualsiasi parte di questa specie, ed è ugualmente tutto sotto la specie del vino e sotto le sue parti» (Concilio di Trento. Decreto sull’Eucaristia: DH 1641).
Nella Sequenza della Messa nella Solennità del Corpus Domini leggiamo questo bellissimo insegnamento: «Pane e vino consacriamo per la nostra salvezza. Il pane di frumento diventa Carne, il vino amico diventa Sangue: ogni cristiano deve crederci. […] Vero nutrimento, Cristo rimane interamente presente sia nel vino che nel pane. È ricevuto da tutti, non in parte o diviso, perché è intero che Egli si dona!»
Articolo tratto, con lievi adattamenti, dalla rivista Arautos do Evangelho n. 288, dicembre 2025. Di P. Ricardo José Basso, EP.





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