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Card. Damasceno:” Nutro la speranza che in un prossimo futuro potremo conferire il Sacro Ordine agli Araldi del Vangelo”

Nel corso di una solenne celebrazione a Caieiras, in Brasile, il Cardinale ha istituito 69 lettori e accoliti e ha promesso ordinazioni diaconali e presbiterali a breve.

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Redazione (20/12/2025 16:24, Gaudium Press) Dopo oltre sei anni di attesa, finalmente si intravede una luce all’orizzonte per più di un centinaio di giovani degli Araldi del Vangelo che attendono l’ordinazione diaconale o presbiterale.

Durante la Santa Messa celebrata nella Basilica di Nostra Signora del Rosario di Fatima, a Caieiras, questo  sabato 20 dicembre, il Cardinale Raymundo Damasceno de Assis, arcivescovo emerito di Aparecida, ha conferito i ministeri istituiti di lettore e accolito a 69 membri degli Araldi del Vangelo. La ricezione di questi ministeri è condizione necessaria per ricevere l’Ordine Sacro, che inizia con il diaconato.

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La sua omelia si è incentrata sull’idea della speranza che non delude (Rm 5, 5),  ispirata al tema del Giubileo 2025. Al termine della predicazione ha annunciato la notizia tanto attesa: “Ho la speranza che nel prossimo futuro potremo conferire l’Ordine Sacro a coloro che saranno debitamente preparati”.

Ha concluso la sua omelia commentando: «Tra pochi giorni, come sappiamo, le porte sante giubilari saranno chiuse, ma le porte della speranza in Dio dovranno rimanere aperte nei nostri cuori. Direi che dovranno rimanere ancora più aperte. Tra le antifone dell’Avvento di oggi ce n’è una che allude in modo indiretto, ma speciale, alla speranza: “Oh chiave di Davide che apri le porte del Regno Eterno, vieni a liberare dal carcere il prigioniero seduto nelle tenebre’. Che la speranza in Dio illumini i momenti di oscurità che spesso ci sono nella nostra vita e nel nostro mondo. Che questa stessa speranza ci rialzi, non ci lasci abbattuti o scoraggiati. Auguro a tutti voi un felice e santo Natale e un benedetto anno nuovo 2026”.

In Basilica, alla presenza di un gran numero di fedeli , il Cardinale  Damasceno  era stato accolto come “messaggero di pace”, come lo aveva definito padre Alex Barbosa de Brito, nel suo discorso iniziale di benvenuto.

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Cosa significa tutto questo? Come ha sottolineato padre Alex Barbosa de Brito, EP, monsignor Damasceno parla per sottintesi.

Non si sa nello specifico di cosa abbia parlato Mons. Damasceno con Papa Leone XIV recentemente, nel giorno di San Giovanni Damasceno, il 4 dicembre, ma ci sono segnali evidenti di come le tenebre stiano lasciando il posto alla luce – per usare una metafora così comune nell’Avvento e ricordata anche nell’antifona di oggi.

D’altronde, gli Araldi del Vangelo hanno subito una situazione decisamente anomala: per quasi sette anni hanno sopportato un commissariamento che pareva praticamente bloccato come pure le ordinazioni diaconale e presbiteriali.

Il messaggio di pace di Mons. Damasceno è una svolta che porta a un esito positivo, probabilmente a breve termine. Infatti, il cardinale di Minas Gerais ha lasciato intendere chiaramente che le ordinazioni avranno luogo a breve.

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Alla fine della solenne celebrazione, Padre Alex ha rinnovato  la speranza proclamata nell’omelia, con la fiducia verso la conclusione positiva del Commissariamento, di cui una prima azione concreta è stata proprio l’istituzione dei ministeri, questo 20 dicembre. Il sacerdote degli Araldi ha commentato che il Santo Padre ha concesso a Mons. Raymundo «le chiavi della soluzione, della risoluzione, dell’azione» per dar luogo ai prossimi passi.

Allo stesso tempo si è fatto riferimento al prossimo Concistoro, che avrà luogo il 7 e l’8 gennaio 2026 e sarà caratterizzato “..da momenti di comunione e fraternità, insieme a momenti dedicati alla riflessione, al dialogo e alla preghiera. Questi momenti avranno come obiettivo di promuovere un discernimento comune e offrire appoggio e consiglio al Santo Padre, nell’esercizio della sua alta e grave responsabilità nel governo della Chiesa universale”.

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Con questa decisione, prima ancora del tanto atteso concistoro, Papa Leone XIV dimostra di voler sanare alcune ferite aperte nella Chiesa negli ultimi anni, in questo caso a danno di un’istituzione pontificia, gli Araldi del Vangelo, e indirettamente a tutti i suoi milioni di seguaci, che non sono altro che figli della Chiesa.

Se l’atteso esito del commissariamento avrà luogo, Leone XIV attraverso il suo “ambasciatore di pace”, mostrerà che la pace da lui promessa fin dall’inizio del pontificato non si realizza solo con le parole, ma con gesti concreti, riconoscendo “la sua alta e grave responsabilità nel governo della Chiesa universale” effettivamente esercitata nella comunione, nella carità e nella giustizia.(LFR).

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